SIENA — Negli ultimi anni le regole sull'ingaggio di giocatori sono cambiate molte volte. Prima il ciclone Bosman, poi il caso Sheppard che ha fatto da apripista al Bosman-2, poi l'apertura delle frontiere con l'Est ed infine la nuova, parziale, chiusura ai giocatori extracomunitari. Tutte trasformazione che hanno affossato il movimento cestistico italiano, inteso come vivai e, di conseguenza, come fucina di campioni.
La Mens Sana, però, rappresenta un caso a parte.
«Anche quando le cose andavano male - spiega Simone Pianigiani, vice-coach della Montepaschi, nonchè respinsabile del settore giovanile della Mens Sana - la società mi ha sempre chiesto di andare avanti con il lavoro. Questa fiducia ha dato i suoi frutti visto che negli ultimi anni abbiamo raggiunto 6 finali nazionali, rientrando per 5 volte nelle migliori 4 d'Italia. E poi, pochi mesi fa, è arrivato il titolo nella categoria cadetti».
Come capitalizzare questo risultato?
«Il prossimo anno (oltre alle due squadre propaganda a quella allievi e ai ragazzi n.d.r.) creeremo un supergruppo di juniores costituito dai cadetti campioni d'Italia e dagli juniores del secondo anno. Sarà un campionato difficile soprattutto nella prima fase Toscana. Ma se riusciremo a passare il primo turno, beh, ce la possiamo lottare anche il prossimo anno».
Ma quale penetrazione, nel mondo dei pro, può avere un settore giovanile come quello biancoverde?
«Tutto dipende dalla programmazione. Credo che la proposta di prolungare fino a 20 anni l'età degli juniores sia determinante in quanto i ragazzi avranno più tempo per crescere sia tecnicamente che fisicamente. Cosa che succede in tutto l'est Europa. E gli effetti sono noti a tutti visto che l'Nba ha iniziato a "pescare" copiosamente nel vecchio continente».
La Mens Sana, però, rappresenta un caso a parte.
«Anche quando le cose andavano male - spiega Simone Pianigiani, vice-coach della Montepaschi, nonchè respinsabile del settore giovanile della Mens Sana - la società mi ha sempre chiesto di andare avanti con il lavoro. Questa fiducia ha dato i suoi frutti visto che negli ultimi anni abbiamo raggiunto 6 finali nazionali, rientrando per 5 volte nelle migliori 4 d'Italia. E poi, pochi mesi fa, è arrivato il titolo nella categoria cadetti».
Come capitalizzare questo risultato?
«Il prossimo anno (oltre alle due squadre propaganda a quella allievi e ai ragazzi n.d.r.) creeremo un supergruppo di juniores costituito dai cadetti campioni d'Italia e dagli juniores del secondo anno. Sarà un campionato difficile soprattutto nella prima fase Toscana. Ma se riusciremo a passare il primo turno, beh, ce la possiamo lottare anche il prossimo anno».
Ma quale penetrazione, nel mondo dei pro, può avere un settore giovanile come quello biancoverde?
«Tutto dipende dalla programmazione. Credo che la proposta di prolungare fino a 20 anni l'età degli juniores sia determinante in quanto i ragazzi avranno più tempo per crescere sia tecnicamente che fisicamente. Cosa che succede in tutto l'est Europa. E gli effetti sono noti a tutti visto che l'Nba ha iniziato a "pescare" copiosamente nel vecchio continente».