di Marco Tarozzi
E allora sia, prepariamoci perché è arrivato il giorno del grande ritorno. Oggi pomeriggio, alle quattro, Ettore Messina si riappropria della sua Virtus, della squadra che ha condotto per mano ai grandi trionfi della passata stagione, e alla Coppa Italia che è stato il primo bersaglio centrato di quella in corso. Ettore all’Arcoveggio, come nulla fosse accaduto, anche se tutti i personaggi di questa storia ingarbugliata sanno che non è esattamente così, che nente sarà come era. In un certo senso, è la seconda volta.
Il primo distacco dalla casamadre bianconera avvenne nel ’93, quando il giovane Messina si infilò nell’avventura azzurra, che gli avrebbe portato nuova e diversa gloria. Ma quella volta fu una parentesi di largo respiro. Quattro anni intensi, incancellabili. Il distacco ultimo scorso è roba che si quantifica più in ore che in giorni. Intanto, come aveva spiegato il presidente (limitandosi a questo, in quanto a spiegazioni), un "sollevamento" e non un licenziamento. «Non ho mai perso la stima nei confronti di Messina, in questi giorni non mi avete mai sentito dire una parola fuori posto nei suoi confronti», ribadiva ancora giovedì sera Madrigali, in trasferta con la squadra ad Avellino.
Insomma, quattro giorni senza un perché, e in mezzo una sollevazione di piazza che è servita a riportare sul trono il legittimo sovrano, insieme ad altre ragioni che non trapelano, ma che i due devono certamente aver analizzato nell’incontro che ha sancito la pace (meglio, tregua), mercoledì sera.
Il grande ritorno aspetta le parole del timoniere ritrovato, che ha chiesto ancora un po’ di silenzio intorno alla vicenda, deciso a parlarne solo dopo aver incontrato la sua truppa. A quanto pare, accadrà parecchie ore prima dell’allenamento di oggi pomeriggio. Messina, a partire dalla tarda mattinata, dovrebbe incontrare all’Arcoveggio i giocatori, guardandoli in faccia uno a uno per capirne le intenzioni e la volontà di seguirlo. Un passo fondamentale che dovrebbe sciogliere l’intreccio provocato dalla mossa a sorpresa di Madrigali, ouverture di una settimana di passione e tensione. Il gruppo, d’altra parte, pare piuttosto compatto. In coda alle parole di capitan Rigaudeau, mettiamo quelle pronunciate da Marko Jaric dopo il successo con la De Vizia. «Gli eventi di questa settimana ci avevano un po’ deconcentrati, ma siamo riusciti a restare uniti, e volevamo vincere queste due partite. Abbiamo saputo del ritorno di Ettore prima di giocare contro Avellino, ma credo sia giusto dedicargliele entrambe, queste vittorie. Vogliamo che le consideri una sorta di bentornato quando si riaffaccerà in palestra».
In effetti, il gruppo sembra uscire ancor più cementato da questa storia. Ed è felice Giordano Consolini, capoallenatore per 72 ore con un due su due in tabella di marcia (e diventano tre su tre considerando il giorno della monetina a Siena, nella passata stagione). Uniti anche i tifosi, che a Fabriano caleranno in massa (due pullman per i Forever Boys) per tributare a Ettore l’applauso più lungo. Dal gioco, al momento, sembra restare fuori solo Madrigali, che anche per questo ha scelto di defilarsi. Ultimo appunto: oggi in palestra forse si riaffaccerà anche Roberto Brunamonti, e anche lui potrebbe avere qualche parola da spendere.
E allora sia, prepariamoci perché è arrivato il giorno del grande ritorno. Oggi pomeriggio, alle quattro, Ettore Messina si riappropria della sua Virtus, della squadra che ha condotto per mano ai grandi trionfi della passata stagione, e alla Coppa Italia che è stato il primo bersaglio centrato di quella in corso. Ettore all’Arcoveggio, come nulla fosse accaduto, anche se tutti i personaggi di questa storia ingarbugliata sanno che non è esattamente così, che nente sarà come era. In un certo senso, è la seconda volta.
Il primo distacco dalla casamadre bianconera avvenne nel ’93, quando il giovane Messina si infilò nell’avventura azzurra, che gli avrebbe portato nuova e diversa gloria. Ma quella volta fu una parentesi di largo respiro. Quattro anni intensi, incancellabili. Il distacco ultimo scorso è roba che si quantifica più in ore che in giorni. Intanto, come aveva spiegato il presidente (limitandosi a questo, in quanto a spiegazioni), un "sollevamento" e non un licenziamento. «Non ho mai perso la stima nei confronti di Messina, in questi giorni non mi avete mai sentito dire una parola fuori posto nei suoi confronti», ribadiva ancora giovedì sera Madrigali, in trasferta con la squadra ad Avellino.
Insomma, quattro giorni senza un perché, e in mezzo una sollevazione di piazza che è servita a riportare sul trono il legittimo sovrano, insieme ad altre ragioni che non trapelano, ma che i due devono certamente aver analizzato nell’incontro che ha sancito la pace (meglio, tregua), mercoledì sera.
Il grande ritorno aspetta le parole del timoniere ritrovato, che ha chiesto ancora un po’ di silenzio intorno alla vicenda, deciso a parlarne solo dopo aver incontrato la sua truppa. A quanto pare, accadrà parecchie ore prima dell’allenamento di oggi pomeriggio. Messina, a partire dalla tarda mattinata, dovrebbe incontrare all’Arcoveggio i giocatori, guardandoli in faccia uno a uno per capirne le intenzioni e la volontà di seguirlo. Un passo fondamentale che dovrebbe sciogliere l’intreccio provocato dalla mossa a sorpresa di Madrigali, ouverture di una settimana di passione e tensione. Il gruppo, d’altra parte, pare piuttosto compatto. In coda alle parole di capitan Rigaudeau, mettiamo quelle pronunciate da Marko Jaric dopo il successo con la De Vizia. «Gli eventi di questa settimana ci avevano un po’ deconcentrati, ma siamo riusciti a restare uniti, e volevamo vincere queste due partite. Abbiamo saputo del ritorno di Ettore prima di giocare contro Avellino, ma credo sia giusto dedicargliele entrambe, queste vittorie. Vogliamo che le consideri una sorta di bentornato quando si riaffaccerà in palestra».
In effetti, il gruppo sembra uscire ancor più cementato da questa storia. Ed è felice Giordano Consolini, capoallenatore per 72 ore con un due su due in tabella di marcia (e diventano tre su tre considerando il giorno della monetina a Siena, nella passata stagione). Uniti anche i tifosi, che a Fabriano caleranno in massa (due pullman per i Forever Boys) per tributare a Ettore l’applauso più lungo. Dal gioco, al momento, sembra restare fuori solo Madrigali, che anche per questo ha scelto di defilarsi. Ultimo appunto: oggi in palestra forse si riaffaccerà anche Roberto Brunamonti, e anche lui potrebbe avere qualche parola da spendere.