Non si può dire che Leo Busca non sia stato di parola. Fra tanti contratti che non si riescono a cedere e altri che non si riescono a fare, il suo è stato oggetto di una trattativa lampo che lo porta a ridiscendere tutta la penisola. «Il mio passaggio a Messina – spiega a fine allenamento di ieri pomeriggio – è maturato da sabato, quando sono tornato dalle ferie in Brasile. Non so se prima il mio procuratore, l’avvocato Stella di Vicenza, avesse avuto contatti. So che ce n’erano stati con Roseto e Roma e che, un mese fa, ero vicino ad andare a Teramo».
Invece, Leo ora scende in Legadue, ma in Sicilia: «Il gradimento è reciproco, perché gli affari si fanno sempre in due. Mi dispiace, però, anche. Non perché scendo di categoria. Anzi, sono contento di andare dove mi vogliono. Mi dispiace, però, andare via da Udine, dove stavo bene, e per di più in un momento in cui nel mio ruolo le cose non sono ben definite. Ci sono stati, però, cambi di strategie per cui non rientravo più nei piani della società».
Il bilancio dei due anni di Busca a Udine è presto fatto: «La prima stagione è stata splendida, sia dal punto di vista professionale sia da quello personale; la seconda un po’ meno. Al tirare delle somme, comunque, il conto è positivo. La vita fuori dal campo è stata super. Udine per me era la piazza ideale, perché è vicina alla mia città natale, Padova. Ho tanti amici qua e altrettanti che arrivavano a vedermi da Padova, appunto. Era davvero una soluzione comoda per me e anche una situazione in cui sentivo il calore del pubblico che mi seguiva».
Si può dire che la svolta nella Busca story a Udine ci sia stata dopo metà stagione scorsa? «È terminata senza problemi, ma alla fine ho chiesto un colloquio per sapere come sarebbe cominciata quella nuova per me. Finché c’è stato Melillo era un discorso, poi le cose sono cambiate. Chiedevo chiarezza per il campionato che va a cominciare. Non minutaggio: non l’ho chiesto pure ora a Messina, perché è giusto che giochi chi merita. Mi dispiace che a Udine si sia rotto qualcosa».
Fino a domani, salvo imprevisti, Busca comunque si allenerà ancora con la Snaidero di Frates, che si rammarica: «Mi dispiace non avere saputo da Leo della sua partenza». Servono altre spiegazioni?
Val.Mo.
Invece, Leo ora scende in Legadue, ma in Sicilia: «Il gradimento è reciproco, perché gli affari si fanno sempre in due. Mi dispiace, però, anche. Non perché scendo di categoria. Anzi, sono contento di andare dove mi vogliono. Mi dispiace, però, andare via da Udine, dove stavo bene, e per di più in un momento in cui nel mio ruolo le cose non sono ben definite. Ci sono stati, però, cambi di strategie per cui non rientravo più nei piani della società».
Il bilancio dei due anni di Busca a Udine è presto fatto: «La prima stagione è stata splendida, sia dal punto di vista professionale sia da quello personale; la seconda un po’ meno. Al tirare delle somme, comunque, il conto è positivo. La vita fuori dal campo è stata super. Udine per me era la piazza ideale, perché è vicina alla mia città natale, Padova. Ho tanti amici qua e altrettanti che arrivavano a vedermi da Padova, appunto. Era davvero una soluzione comoda per me e anche una situazione in cui sentivo il calore del pubblico che mi seguiva».
Si può dire che la svolta nella Busca story a Udine ci sia stata dopo metà stagione scorsa? «È terminata senza problemi, ma alla fine ho chiesto un colloquio per sapere come sarebbe cominciata quella nuova per me. Finché c’è stato Melillo era un discorso, poi le cose sono cambiate. Chiedevo chiarezza per il campionato che va a cominciare. Non minutaggio: non l’ho chiesto pure ora a Messina, perché è giusto che giochi chi merita. Mi dispiace che a Udine si sia rotto qualcosa».
Fino a domani, salvo imprevisti, Busca comunque si allenerà ancora con la Snaidero di Frates, che si rammarica: «Mi dispiace non avere saputo da Leo della sua partenza». Servono altre spiegazioni?
Val.Mo.