Scusi Gherardini, ma questo Trajan Langdon è proprio l'assassino delle retine avversarie descritto negli Usa?
«Langdon risponde alle caratteristiche che volevamo in uno del suo ruolo, e cioè un giocatore completo, un grande tiratore, ancora giovane ma che ha già avuto esperienze di altissimo livello, vedi i cinque anni a Duke (uno in più per problemi di eleggibilità, ndr), l'esperienza con la nazionale americana ed i tre anni a Cleveland come prima scelta. Poi è chiaro che andrà valutato il suo impatto con il nostro basket, ma è un elemento di qualità. Contiamo di mostrarvelo già la prossima settimana, se riusciremo ad ottenere in tempo tutti i documenti Langdon sarà a Treviso prima che la squadra parta per Brunico».
Un reparto passato da Bell-Chikalkin a Nemeth-Langdon.
«Abbiamo due giocatori dalle caratteristiche abbastanza simili, tiratori, gente alla quale piace far canestro. Speriamo diventino anche gli elementi adatti sui quali scaricare il gioco in penetrazione dei vari Edney, Bulleri, Pittis. Ci serviva gente in grado di buttarla dentro dal perimetro».
Lei lo conosce, ma per noi è una novità: Kreso Loncar.
«E' un giovane con gran fisico, sta crescendo, ha fatto buone cose a Wurzburg ed con le nazionali giovanili della Croazia, come s'è visto agli Europei Under 20, fino a meritarsi la chiamata nella squadra maggiore. Loncar ha tutto per diventare un buon pivot».
A che punto è il passaporto tedesco per Mario Stojic?
«Spero che i tempi non siano troppo lunghi. La cosa è fattibile, se pensiamo che Stojic è nato a Mannheim e ci ha vissuto con la famiglia per 18 anni. Più tedesco di lui...».
Come nasce la prima Benetton targata Messina?
«La società ha fatto grossi sacrifici che, spero, i tifosi sapranno apprezzare. Abbiamo sostituito Mike D'Antoni con il miglior coach d'Europa, conermato il nucleo del gruppo che ha appena vinto lo scudetto ed allungato i contratti a Garbajosa, Nicola, Bulleri, Marconato, senza contare che siamo riusciti a portare un grosso personaggio americano e qualche giovane prospetto. Una Benetton che sono certo continuerà a far divertire».
Tutti puntano a risparmiare, Siena invece si prende le stelle.
«Tutto il basket italiano sta seguendo i principi che noi abbiamo da qualche anno, ma Siena va controcorrente perché può contare sul Monte Paschi, una proprietà-sponsor che vuole lo scudetto. Come quintetto è la favorita, ma anche le bolognesi, pur risparmiando, hanno fatto belle squadre: la Fortitudo con Pozzecco, Scepanovic e Delfino, la Virtus con i suoi giovani. E non sottovaluto Pesaro, Roma e Cantù. Vedo un equilibrio ancora maggiore ma vedrete che ci sarà anche la Benetton, come del resto c'è stata da dieci anni a questa parte...».
Silvano Focarelli
«Langdon risponde alle caratteristiche che volevamo in uno del suo ruolo, e cioè un giocatore completo, un grande tiratore, ancora giovane ma che ha già avuto esperienze di altissimo livello, vedi i cinque anni a Duke (uno in più per problemi di eleggibilità, ndr), l'esperienza con la nazionale americana ed i tre anni a Cleveland come prima scelta. Poi è chiaro che andrà valutato il suo impatto con il nostro basket, ma è un elemento di qualità. Contiamo di mostrarvelo già la prossima settimana, se riusciremo ad ottenere in tempo tutti i documenti Langdon sarà a Treviso prima che la squadra parta per Brunico».
Un reparto passato da Bell-Chikalkin a Nemeth-Langdon.
«Abbiamo due giocatori dalle caratteristiche abbastanza simili, tiratori, gente alla quale piace far canestro. Speriamo diventino anche gli elementi adatti sui quali scaricare il gioco in penetrazione dei vari Edney, Bulleri, Pittis. Ci serviva gente in grado di buttarla dentro dal perimetro».
Lei lo conosce, ma per noi è una novità: Kreso Loncar.
«E' un giovane con gran fisico, sta crescendo, ha fatto buone cose a Wurzburg ed con le nazionali giovanili della Croazia, come s'è visto agli Europei Under 20, fino a meritarsi la chiamata nella squadra maggiore. Loncar ha tutto per diventare un buon pivot».
A che punto è il passaporto tedesco per Mario Stojic?
«Spero che i tempi non siano troppo lunghi. La cosa è fattibile, se pensiamo che Stojic è nato a Mannheim e ci ha vissuto con la famiglia per 18 anni. Più tedesco di lui...».
Come nasce la prima Benetton targata Messina?
«La società ha fatto grossi sacrifici che, spero, i tifosi sapranno apprezzare. Abbiamo sostituito Mike D'Antoni con il miglior coach d'Europa, conermato il nucleo del gruppo che ha appena vinto lo scudetto ed allungato i contratti a Garbajosa, Nicola, Bulleri, Marconato, senza contare che siamo riusciti a portare un grosso personaggio americano e qualche giovane prospetto. Una Benetton che sono certo continuerà a far divertire».
Tutti puntano a risparmiare, Siena invece si prende le stelle.
«Tutto il basket italiano sta seguendo i principi che noi abbiamo da qualche anno, ma Siena va controcorrente perché può contare sul Monte Paschi, una proprietà-sponsor che vuole lo scudetto. Come quintetto è la favorita, ma anche le bolognesi, pur risparmiando, hanno fatto belle squadre: la Fortitudo con Pozzecco, Scepanovic e Delfino, la Virtus con i suoi giovani. E non sottovaluto Pesaro, Roma e Cantù. Vedo un equilibrio ancora maggiore ma vedrete che ci sarà anche la Benetton, come del resto c'è stata da dieci anni a questa parte...».
Silvano Focarelli