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McGhee, per gli americani un duro dalla mano fatata

PESARO – Facciamo un tuffo nei giornali americani, stampati e on-line, alla ricerca di opinioni e commenti su Aaron DeShon McGhee, il nuovo “power forward" della Scavolini. Per prima cosa possiamo constatare che davvero tutti oltreoceano lo chiamano “Ace" (Asso): decisamente incoraggiante come inizio! Ed ora procediamo a tambur battente, senza omettere, ovviamente, i giudizi meno lusinghieri. «Dicono che conceda qualcosa in altezza... Ma è certo che quello che regala come statura se lo riprende con gli interessi come muscoli!». «Basta guardare per cinque minuti un qualsiasi allenamento di Oklahoma per capire come mai McGhee è diventato uno così tosto». Larry Eustacky, coach di Iowa State (dopo aver “beccato" da Aaron 26 punti e 10 rimbalzi): «Non posso credere in un simile miglioramento nel giro di appena un anno. Questo ragazzo non aveva mai giocato in modo così duro, orgoglioso. Mentalmente è già un “pro"». E l’allenatore di McGhee, Kelvin Sampson: «Perché vi meravigliate? I progressi di Aaron non sono una sorpresa. Questo è uno che in attacco ha 40 punti nelle mani!». «Già, il guaio è che pensa soprattutto a far punti», obietta un cronista, ma altri replicano a muso duro: «Invece gioca benissimo anche in difesa. Non sarà alto come la classiche ali grandi Nba, ma ha cuore, e una gran bella mano» (Justin Young). «Sì, ma una mano sola: la sinistra». Ancora giudizi a raffica sull’Asso: «E’ un duro come se ne vedono pochi». «Però tende a commettere troppi falli, e se esce lui per i Sooners è notte fonda». «McGhee è un atleta eccezionale per forza ed elevazione». «In effetti combina ottimamente muscoli e agilità, corre bene e possiede uno splendido piazzato da tre punti». «Comunque deve ancora rifinire il suo gioco sotto canestro: in Nba ci può andare, ma per un anno almeno è probabile che finisca in Europa» (profetico). «Dicono che verrà scelto da Utah». «Dicono che non verrà scelto, per la statura non eccelsa: non è un gran rimbalzista per essere un “quattro"». «D’accordo, è un po’ basso per i canoni Nba, ma è un guerriero con una grande forza e sa come far canestro». Mike Davis (coach di Indiana): «Mi chiedete come penso di fermare l’Asso? Non ci penso neanche: e chi lo ferma quello lì? E’ una forza della natura in post basso, e se gli stiamo addosso fa un passo indietro e ci bombarda da fuori. E’ un rompicapo per qualunque difesa!». «In effetti ho lavorato molto sul tiro da tre – confessa lo stesso Aaron durante una “chat" – e adesso è un’arma importante nel mio gioco». «E’ diventato semplicemente immarcabile», sintetizza l’Associated Press. «Ha trascinato Oklahoma alla vittoria su Illinois con una prestazione maiuscola: 26 punti e 12 rimbalzi». «Non fatevi ingannare dal fisico: McGhee sembra un brigante appostato in un vicolo, ma poi lo vedi pennellare quei suoi tiri in sospensione con la leggerezza di un ginnasta» (Detnews.com).
Giancarlo Iacchini
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