I brindisi in giardino, le sciarpe regalate dai tifosi e subito messe al collo, la sicurezza di aver lavorato bene, per tempo, con coscienza e un progetto. L´Olimpia riparte dalle ceneri della scorsa stagione, dai mille spettatori di media al palazzetto, dall´invasione isterica per una salvezza raggiunta all´ultima giornata, sbagliando apposta i tiri liberi per evitare i supplementari e interrompere l´incubo. Lo fa con la faccia nuova e l´orgoglio antico di una piazza che vuole tornare a sentirsi grande, a sedersi al tavolo dei playoff e guardare negli occhi giganti, le bolognesi, la Benetton campione d´Italia, Siena la ricca e Cantù l´operaia.
L´appuntamento è in sede, nel giardino di via Caltanissetta, aperto a giornalisti e, soprattutto, tifosi. Il passaparola elettronico di forum e chat ne ha portati qualche decina, sorpresi prima ancora che euforici di trovarsi qui, a inizio agosto, a salutare una squadra fatta e finita, allenatore e americani compresi, dopo tre estati di passione. La cancellata la coprono con uno striscione eloquente: "Con Corbelli per tornare grandi, insieme per non mollare mai!". Ride, il neo-presidente, quando arriva col suo fuoristrada e legge la professione di affetto, stringe mani e distribuisce ottimismo perfino eccessivo, ma è giorno di festa e non si va per il sottile.
Dentro, Attilio Caja tiene il suo primo discorso ai giocatori: «Voglio un atteggiamento aggressivo e grande rispetto tra di voi. Dobbiamo essere compatti per giocarcela su qualsiasi campo». Non nasconde la sua soddisfazione, il coach pavese, per un organico che lui ha disegnato pezzo per pezzo: «È mia anche la scelta di Simpkins, l´ultimo arrivato. Il contratto di un mese è solo un dettaglio, giusto per verificare la sua adattabilità al basket italiano». Dal canto suo, il piccolo playmaker ex Maryland è tranquillo: «Sono qui per giocarmi le mie chances. Conosco le difficoltà dell´Italia e il prestigio dell´Olimpia, io posso assicurare difesa, velocità e visione di gioco».
Tra spumante e tartine, c´è tempo per familiarizzare con le facce nuove. Quella di Franco Ferroni, ex promessa riminese con una carriera piena di infortuni e occasioni mancate, se l´aspettavano in pochi: «Lo so, e una chiamata di prestigio come quella dell´Olimpia, a 30 anni, non la potevo rifiutare. E poi qui si punta molto sul gruppo italiano, mentre a Fabriano ero chiamato a fare soltanto lo sparring partner degli americani». In un angolo c´è Claudio Coldebella, che chiacchiera e si sbraccia e si spiega con quelli della curva. Nel suo passato ci sono ruggini dei tempi della Virtus Bologna, il tifoso è razza che non dimentica: «Ma l´importante è riportarli al Palazzo e riconquistarli con l´impegno. I presupposti ci sono, la squadra è completa e bilanciata, avremo tempo di conoscerci e lavorare insieme. E Caja è bravissimo a lavorare sui piccoli particolari, proprio come Ettore Messina, il più grande».
Unico superstite dello scorso anno, a parte il baby Gallea, e Martin Rancik, reduce dalle vacanze nella sua Slovacchia: «Avevo offerte dalle Summer League americane, ma dovevo curarmi il polso. Responsabilità? Non più degli altri, è la squadra che dovrà conquistare più vittorie possibili». Arriva anche l´assessore Brandirali, a dare il suo saluto, Corbelli gli ricorda gli impegni presi: «Confidiamo molto nell´aiuto delle istituzioni». Lo sponsor principale arriverà per i primi di settembre, il resto lo dirà il campo.
Massimo Pisa
L´appuntamento è in sede, nel giardino di via Caltanissetta, aperto a giornalisti e, soprattutto, tifosi. Il passaparola elettronico di forum e chat ne ha portati qualche decina, sorpresi prima ancora che euforici di trovarsi qui, a inizio agosto, a salutare una squadra fatta e finita, allenatore e americani compresi, dopo tre estati di passione. La cancellata la coprono con uno striscione eloquente: "Con Corbelli per tornare grandi, insieme per non mollare mai!". Ride, il neo-presidente, quando arriva col suo fuoristrada e legge la professione di affetto, stringe mani e distribuisce ottimismo perfino eccessivo, ma è giorno di festa e non si va per il sottile.
Dentro, Attilio Caja tiene il suo primo discorso ai giocatori: «Voglio un atteggiamento aggressivo e grande rispetto tra di voi. Dobbiamo essere compatti per giocarcela su qualsiasi campo». Non nasconde la sua soddisfazione, il coach pavese, per un organico che lui ha disegnato pezzo per pezzo: «È mia anche la scelta di Simpkins, l´ultimo arrivato. Il contratto di un mese è solo un dettaglio, giusto per verificare la sua adattabilità al basket italiano». Dal canto suo, il piccolo playmaker ex Maryland è tranquillo: «Sono qui per giocarmi le mie chances. Conosco le difficoltà dell´Italia e il prestigio dell´Olimpia, io posso assicurare difesa, velocità e visione di gioco».
Tra spumante e tartine, c´è tempo per familiarizzare con le facce nuove. Quella di Franco Ferroni, ex promessa riminese con una carriera piena di infortuni e occasioni mancate, se l´aspettavano in pochi: «Lo so, e una chiamata di prestigio come quella dell´Olimpia, a 30 anni, non la potevo rifiutare. E poi qui si punta molto sul gruppo italiano, mentre a Fabriano ero chiamato a fare soltanto lo sparring partner degli americani». In un angolo c´è Claudio Coldebella, che chiacchiera e si sbraccia e si spiega con quelli della curva. Nel suo passato ci sono ruggini dei tempi della Virtus Bologna, il tifoso è razza che non dimentica: «Ma l´importante è riportarli al Palazzo e riconquistarli con l´impegno. I presupposti ci sono, la squadra è completa e bilanciata, avremo tempo di conoscerci e lavorare insieme. E Caja è bravissimo a lavorare sui piccoli particolari, proprio come Ettore Messina, il più grande».
Unico superstite dello scorso anno, a parte il baby Gallea, e Martin Rancik, reduce dalle vacanze nella sua Slovacchia: «Avevo offerte dalle Summer League americane, ma dovevo curarmi il polso. Responsabilità? Non più degli altri, è la squadra che dovrà conquistare più vittorie possibili». Arriva anche l´assessore Brandirali, a dare il suo saluto, Corbelli gli ricorda gli impegni presi: «Confidiamo molto nell´aiuto delle istituzioni». Lo sponsor principale arriverà per i primi di settembre, il resto lo dirà il campo.
Massimo Pisa
Fonte: La Repubblica