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Abbio, Tanievic è una garanzia

Nell'ultimo incontro casalingo con la Benetton avevamo visto Alessandro Abbio lasciare il parquet del PalaMalaguti col viso scuro, i capelli corti e dritti, una espressione tirata. Lo ritroviamo a Riccione, invece, molto sereno a pedalare in scioltezza sul lungomare. Capelli lunghi, un po' ingrassato, è insomma molto cambiato.
Era, allora, proprio necessario uscire dal club bianconero?
«Sì, ho letto quanto e come hanno giudicato quella mia «fuga» ma non ce la facevo più, anche se capivo di abbandonare un gruppo che stava per fare in casa la final four, conquistata credo anche con il mio contributo. Voglio solo fare un esempio: andavo all'allenamento con grande entusiasmo poi uscivo nervoso, con la sensazione di essere un uno che non contasse niente e che andasse solo controcorrente».
Ma di chi la colpa per aver dovuto lasciare quella Virtus in cui ha militato per 8 anni?
«Era chiaro che c'era una situazione pesante non solo per me. E mi sembra che i fatti (ndr le tante partenze) l'abbiano dimostrato. Ora è inutile rivangare un passato per poi sentire tante interpretazioni oltre a quelle che ho già letto. Tengo solo a sottolineare che, al contrario di quanto è stato scritto, non avevo rancori personali con nessuno dei miei compagni. Ripeto: problemi ce ne erano tanti e non li sentivo solo io».
Nessuno l'ha difeso in casa Virtus?
«Solo il presidente Madrigali che tentò in tutti i modi di farmi recedere. E ci ha provato anche recentemente quando mi ha visto alla palestra Arcoveggio. Ma è tutto inutile perché Valencia mi ha blindato per altri due anni. Ci sto molto bene e soprattutto mi hanno fatto sentire importante per la squadra».
Come giudica il nuovo corso della Virtus?
«Sono in fase di allestimento di un nuovo assetto e quindi è presto per dare giudizi. La presenza di Tanievic sulla panchina è una garanzia, è un allenatore molto bravo che ama il buon basket. So che c'è un po' di maretta tra i tifosi, ma i fans bianconeri hanno sempre dimostrato buonsenso e quindi seguiranno e applaudiranno presto la loro nuova squadra».
Per concludere non vuol proprio togliersi nessun sassolino dalle scarpe?
«Ce ne sono. Ma li ho lasciati nelle scarpe vecchie. Quelle che ho buttato in fondo all'armadio».
Mario Becca
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