«E' la mia sesta stagione a Bologna, è molto diversa dalle altre, ma non voglio parlare troppo del passato». Capitan Rigaudeau si conferma una persona intelligente e coscienziosa: accetta di parlare, ma dribbla i paragoni con il passato. «Dobbiamo ripartire da zero — commenta Antoine —, e forse questo è anche un bene. Le mura e la palestra sono le stesse, ma in realtà è cambiato tutto. Un cambio tecnico e un altro dirigenziale».
E' il più vecchio della compagnia, ma l'entusiasmo non gli manca. Cerca di trasmetterlo agli altri ed è pronto anche a fare da chioccia ai suoi due connazionali. «Non li conosco ancora bene. E' la prima volta che escono dalla Francia: se avranno bisogno di una mano e di una guida non dovranno fare altro che chiederlo».
Per la prima volta, da quando è qui, la Virtus non parte nel gruppetto ristretto delle super favorite. «Ma ogni anno c'è una sorpresa — ribatte —, dobbiamo solo lavorare e riprenderci fisicamente. In Eurolega gli spagnoli sembrano belli tosti, ma i nostri obiettivi sono sempre gli stessi. Tornare a fare il play? Non ho ancora parlato con Tanjevic. Il risultato, però, non cambia: siamo qui per vincere».
a. gal.
E' il più vecchio della compagnia, ma l'entusiasmo non gli manca. Cerca di trasmetterlo agli altri ed è pronto anche a fare da chioccia ai suoi due connazionali. «Non li conosco ancora bene. E' la prima volta che escono dalla Francia: se avranno bisogno di una mano e di una guida non dovranno fare altro che chiederlo».
Per la prima volta, da quando è qui, la Virtus non parte nel gruppetto ristretto delle super favorite. «Ma ogni anno c'è una sorpresa — ribatte —, dobbiamo solo lavorare e riprenderci fisicamente. In Eurolega gli spagnoli sembrano belli tosti, ma i nostri obiettivi sono sempre gli stessi. Tornare a fare il play? Non ho ancora parlato con Tanjevic. Il risultato, però, non cambia: siamo qui per vincere».
a. gal.
Fonte: Il Resto del Carlino