PESARO – La squadra è sotto di 23, sorpresa dall’aggressività degli avversari. La situazione sembra compromessa ma i “nostri" stringono i denti. Quando il gioco si fa duro, si sa che i duri cominciano a giocare... E chi è più duro di “Ace" McGhee e “Rock" Gilbert? L’Asso e la Roccia, infatti, prendono i mano la situazione, a suon di rimbalzi e canestri da sotto (McGhee) e tiri da distanze siderali (Gilbert). Il pubblico si scalda e adesso fa il tifo per chi deve rimontare. Lo svantaggio si assottiglia: -5 a un minuto dalla sirena. La Roccia penetra in mezzo al mucchio dei difensori e serve un assist al bacio (il sesto della sua partita) per l’Asso, che schiaccia di prepotenza: canestro e fallo. McGhee realizza anche il libero aggiuntivo (tredicesimo punto, più 12 rimbalzi) e adesso siamo sul –2. “Difesa, difesa!", grida il pubblico e infatti gli avversari sono chiusi, non riescono a trovare il tiro della sicurezza; cincischiano e perdono palla. Ultima azione: serve un tiro facile per acciuffare il supplementare. Il coach si sbraccia. Palla naturalmente a McGhee, ma anche la difesa l’ha intuito e lo chiudono in tre. L’Asso sembra voglia forzare ugualmente, ma poi ci ripensa, con la coda dell’occhio vede Gilbert appostato come un falco dietro la linea dei tre punti e gli restituisce il favore di prima... Se questo fosse un sogno “pesarese" di mezz’agosto, finirebbe naturalmente qui, sul più bello, con la Roccia che si alza in sospensione a cinque secondi dalla sirena per tentare la “bomba" della vittoria, ma a riprova che la storia che vi abbiamo appena raccontato è qualcosa di reale, passiamo la... linea al “collega" Chris Ekstrand, cronista di Nba.com: «Quando abbiamo visto scaricare la palla indietro per Clarence, abbiamo subito capito come sarebbe andata a finire... Gilbert infatti in precedenza aveva già infilato sei bombe, però stavolta non era libero, aveva due difensori addosso... ma il tempo stava scadendo e ha tirato lo stesso, centrando la settima bomba e regalando la vittoria alla sua squadra!». Squadra che non era ancora la Scavolini... bensì una selezione di “candidati Nba" invitati a Portsmouth per il famoso “Invitation Tournament" che si tiene ogni anno prima del “draft". Gilbert e McGhee erano capitati profeticamente nella stessa squadra e con l’esaltante rimonta di cui sopra hanno conquistato la finale. Finale poi persa (di poco) malgrado la prestazione stellare dell’Asso (31 punti e 10 rimbalzi), nominato all’unanimità MVP del torneo malgrado l’abitudine di concedere questa palma ad uno dei vincitori. Sul perché poi McGhee e Gilbert, nonostante quest’ultimo exploit, non siano stati scelti dai professionisti americani, ognuno è libero di pensarla come crede. Ma questa “dimenticanza", che in Usa molti osservatori ed esperti hanno trovato strana e inspiegabile, potrebbe adesso rivelarsi per la Scavolini un’autentica fortuna (lo pensano anche gli studenti della Missouri University: “Amici di Pesaro – hanno scritto sul loro forum – avete messo insieme davvero una grande coppia!").
Giancarlo Iacchini
Giancarlo Iacchini