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Il ritrovo della Di Nola

Agli ordini di Mazzon già Andersen, Clack e Le Ron Ellis

C'è spazio per i sorrisi, fra i giocatori della Di Nola che ieri si sono ritrovati a Monteruscello. I sorrisi di Mike Penberthy, rientrato in Italia dopo la promozione conquistata a giugno con Napoli; quelli di Chris Clack, che la massima serie la ritrova dopo aver perso, proprio contro la Di Nola, la finale del campionato di Legadue; quelli di Michael Andersen e Mimmo Morena, i due che dopo qualche anno, percorrendo strade diametralmente opposte, tornano a misurarsi con la pallacanestro italiana d'elite. I sorrisi di Le Ron Ellis, americano con passaporto italiano che proverà a convincere i dirigenti partenopei che lui, reduce da un' esperienza in Cina, un contratto in Europa può ancora strapparlo e soprattutto quelli di Andrea Mazzon, il trentaseienne coach veneziano al quale, dopo undici anni, toccherà guidare al meglio una Napoli finalmente rientrata a far parte del basket che conta.
«Più che una responsabilità, allenare il prossimo anno la Di Nola sarà un grande piacere. Essere chiamati a partecipare ad un progetto come quello voluto dal presidente Maione, non può che rappresentare per me ed i giocatori motivo di grande orgoglio».
La salvezza, prima di tutto. Una tranquilla salvezza da raggiungere al più presto senza precludersi, però, la possibilità di fissare strada facendo, obiettivi anche più ambiziosi. «Il nostro scopo - continua Mazzon - è quello di poterci costruire il futuro usando la testa e la saggezza. La Di Nola sarà un squadra formata da giocatori interessanti che sapranno farsi valere nonostante quel pizzico d'inesperienza con cui dovremo fare necessariamente i conti. Personalmente, credo però che i presupposti per toglierci delle belle soddisfazioni ci siano davvero tutti».
Due gli incidenti di percorso capitati questa estate alla Di Nola. Disarmante il primo, con quel cambio regolamentare imposto dal Coni in tema di extracomunitari che costringerà Napoli a privarsi suo malgrado di uno dei cinque americani catturati con grande tempismo. Preoccupante il secondo, con Dontae' Jones che oltre a non presentarsi al raduno, da giorni non fornisce precise notizie sulla sua sorte.
«Jones -spiega Andrea Fadini - mercoledì notte mi ha lasciato un messaggio sulla segreteria telefonica del cellulare. Nella circostanza, però, Dontae' non mi ha detto d'aver avuto un lutto in famiglia né tanto meno ha chiesto una proroga per il suo arrivo in Italia. La Di Nola infatti, per un caso del genere, o comunque per motivi particolarmente importanti e delicati, non avrebbe difficoltà a concedere al giocatore qualche altro giorno di tempo. Solo che noi, che non abbiamo avuto nessun altro tipo di notizia, non sappiamo perché a tutt'oggi Jones non abbia ritirato il visto pronto per lui al consolato italiano di Detroit».
Ribadisce, ancora una volta, la linea che la società ha deciso d'intraprendere, Andrea Fadini. «La Di Nola - conclude il giemme - cercherà d'essere il più paziente e comprensiva possibile. Consapevoli, però, che bisognerà rispettare il lavoro dell'allenatore e quello dei compagni di squadra di Jones».
Carlo Carione
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