BOLOGNA — Sbuca dal silenzio stamattina la squadra che meglio delle altre ha fatto i conti con un nuovo mercato, quello di un basket che non può più muovere grandi capitali. Figlia di questa new economy, la Skipper è quella che meglio ha saputo gestire il rapporto fra soldi spesi e qualità della squadra: a guardarlo sulla carta, dove solitamente vincono in tanti, questo gruppo ha un equilibrio da fare invidia a molte Fortitudo del passato. Non solo tecnico, ma pure di bilancio, visto che, rispetto a un anno fa, è costato la metà. Niente male per uno come Giorgio Seragnoli, da sempre invidiato e conseguentemente un po' odiato perchè poteva permettersi tutto: stavolta si è permesso di far vedere agli altri di avere accanto gente brava anche a usare il bilancino e questa, a suo modo, è una prima vittoria.
La seconda è aver fatto una mezza rivoluzione senza farla: perlomeno in panchina. Dove siederà, si fa per dire visto che con i suoi ragazzi 'gioca' anche lui da bordo campo, quella brava persona di Matteo Boniciolli (nella foto), anche lui reduce da una scommessina vinta: era convinto di aver fatto di tutto per meritarsi di restare ancora alla testa dell'Aquila e c'è riuscito. Che il difficile venga adesso non c'è bisogno di dirglielo, anche se di questo e altro non vuol parlare: il fioretto, almeno iniziale, è che a raccontare questa sua seconda avventura sia soprattutto il campo.
Di cose da dire sul parquet ce ne sono già parecchie e non sarà una grande scoperta nel vederle oggi al PalaDozza: per quanto non ufficialmente annunciata, della nuova Skipper si sa già tutto. Di Pozzecco, Scepanovic, Delfino e Skelin, i quattro nuovi arrivi, si conosce il valore: che nella Fortitudo possa crescere, è la speranza di chi li ha messi sotto contratto. Senza troppo credito, peraltro: a parte Delfino, legatosi per due stagioni dopo le quali potrebbe anche tentare il salto nella Nba, per tutti gli altri a fine campionato se ne riparla.
Quattro i nuovi, tre reduci come Basile, Galanda e Kovacic, la possibilità di dare spazio al Cittadini che fra Livorno e Reggio Emilia cose buone ne ha mostrate tante, l'idea di tenere a lungo in campo un talento come Mancinelli, sfida che piace a Boniciolli prima ancora che alla società: queste le basi per un viaggio che punta inevitabilmente verso l'alto, non decisamente allo scudetto perchè quella sarà la destinazione naturale del gruppo il giorno che diventerà squadra vera.
Raduno in città, la possibilità di lavorare subito al completo, come piace al coach che di stimoli ne ha uno da qualsiasi parte si giri, compreso il derby dell'amicizia con il suo maestro Tanjevic arrivato alla Virtus. Unico neo l'assenza di uno degli architetti, quel Savic che con i consiglieri del presidente Minelli e Veronesi ha disegnato una squadra da corsa alla quale il tempo e le necessità potrebbero portare la ciliegina finale, quel Charlie Smith che nella Nba sembra non aver più tanta voglia di starci: convalescente per un virus che lo tiene in ospedale, Savic è rimasto a Barcellona. Ma intanto, nel nuovo ruolo di manager, il primo applauso se l'è già meritato.
La seconda è aver fatto una mezza rivoluzione senza farla: perlomeno in panchina. Dove siederà, si fa per dire visto che con i suoi ragazzi 'gioca' anche lui da bordo campo, quella brava persona di Matteo Boniciolli (nella foto), anche lui reduce da una scommessina vinta: era convinto di aver fatto di tutto per meritarsi di restare ancora alla testa dell'Aquila e c'è riuscito. Che il difficile venga adesso non c'è bisogno di dirglielo, anche se di questo e altro non vuol parlare: il fioretto, almeno iniziale, è che a raccontare questa sua seconda avventura sia soprattutto il campo.
Di cose da dire sul parquet ce ne sono già parecchie e non sarà una grande scoperta nel vederle oggi al PalaDozza: per quanto non ufficialmente annunciata, della nuova Skipper si sa già tutto. Di Pozzecco, Scepanovic, Delfino e Skelin, i quattro nuovi arrivi, si conosce il valore: che nella Fortitudo possa crescere, è la speranza di chi li ha messi sotto contratto. Senza troppo credito, peraltro: a parte Delfino, legatosi per due stagioni dopo le quali potrebbe anche tentare il salto nella Nba, per tutti gli altri a fine campionato se ne riparla.
Quattro i nuovi, tre reduci come Basile, Galanda e Kovacic, la possibilità di dare spazio al Cittadini che fra Livorno e Reggio Emilia cose buone ne ha mostrate tante, l'idea di tenere a lungo in campo un talento come Mancinelli, sfida che piace a Boniciolli prima ancora che alla società: queste le basi per un viaggio che punta inevitabilmente verso l'alto, non decisamente allo scudetto perchè quella sarà la destinazione naturale del gruppo il giorno che diventerà squadra vera.
Raduno in città, la possibilità di lavorare subito al completo, come piace al coach che di stimoli ne ha uno da qualsiasi parte si giri, compreso il derby dell'amicizia con il suo maestro Tanjevic arrivato alla Virtus. Unico neo l'assenza di uno degli architetti, quel Savic che con i consiglieri del presidente Minelli e Veronesi ha disegnato una squadra da corsa alla quale il tempo e le necessità potrebbero portare la ciliegina finale, quel Charlie Smith che nella Nba sembra non aver più tanta voglia di starci: convalescente per un virus che lo tiene in ospedale, Savic è rimasto a Barcellona. Ma intanto, nel nuovo ruolo di manager, il primo applauso se l'è già meritato.
Fonte: Il Resto del Carlino