Due lombardi doc e un francese sulle panchine di Milano, Cantù e Varese. I tre club hanno fatto scelte diverse sul mercato, a cominciare dall'Olimpia che ha congedato Pippo Faina affidando il nuovo corso al pavese Attilio Caja, ottimo in palestra e lucidissimo in partita, spesso definito «un perdente di successo». La stessa cosa capitò a Dan Peterson quando venne a Milano, e tutti sanno di quale ciclo memorabile è stato protagonista. Corbelli è già stato suo presidente a Roma, conosce pregi e difetti di Caja che, se vuole riconquistare i tifosi, dovrà essere un po' meno imbronciato. Il suo contratto è biennale. L'umiltà e la dedizione al lavoro sono le doti principali del canturino Stefano Sacripanti, Pino per tutti. Nell'ultima stagione alla guida dell'Oregon ha conquistato pubblico e giocatori, che lo stimano nonostante la giovane età. Il buon rapporto con i Corrado, padre e figlio, lo aiuta a farsi apprezzare. La sua riconferma, come quella del gm Bruno Arrigoni, era scontatissima, ma l'accordo vale un anno. Gregor Beugnot, in Italia da pochi mesi, ha invece la stima totale di Dodo Rusconi, impresa non facile e che difficilmente riuscirà a un allenatore italiano. Varese parlerà francese per i prossimi due anni e la società è finalmente convinta di aver trovato l'uomo giusto in panchina. E poi senza Pozzecco allenare la Metis è indubbiamente più semplice.
R.P.
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