Di ungheresi alla Benetton in vent'anni ne era arrivato uno, coach: il povero «zio» Lajos Toth (che preferiva chiamarsi apolide). Adesso d'un colpo ne sono arrivati due: Istvan Nemeth e Peter Lorant. Uno è alto 1.90, ha 23 anni ed è un tiratore, l'altro ne ha 17, è 2.06 e fa il lungo.
Alla Ghirada li trovate sempre assieme, anche perché Peter (al quale Istvan fa da chioccia) starà a Treviso per un mese, cioè finchè non tornerà Garbajosa: ha firmato per cinque anni, ma i primi due li giocherà in prestito al Koermend, società dalla quale entrambi arrivano. Per Nemeth c'è grande curiosità: i filmati lo mostrano come il classico bomber alla slava, con nel sangue la spregiudicatezza e il coraggio della sua razza magiara. Appena può tira (è mancino) o va in penetrazione, può anche portar avanti la palla ma preferisce il ruolo di guardia, in patria andava sui 20 quasi ogni sera, anche negli Usa hanno voluto dargli un'occhiata finchè non è arrivato Gherardini e gli ha messo in mano un triennale. «In questi giorni mi sto allenando con i miei compagni ma è un lavoro nuovo, diverso da quello che facevo in passato. Qui voglio davvero diventare un buon giocatore, ho trovato un team professionale: Cuzzolin sa quel che vuole, mi piace il suo sistema di lavoro: ci impegnamo parecchio però abbiamo tutto il tempo che vogliamo per la preparazione. In quanto al coach, Messina, personalmente non lo conosco, so naturalmente che è stato alla nazionale e soprattutto alla Virtus, ma aspetto solamente di vederlo venerdì al raduno».
Quale pensi sarà il tuo spazio in squadra? «L'altro giocatore nel mio ruolo, Langdon, deve ancora arrivare, quindi non posso dire quanto giocherò. Sono pronto a dare il mio contributo, comunque».
Gli obiettivi della Benetton sono di primeggiare ovunque. «Chiaro, una squadra come la nostra deve puntare a vincere qualsiasi competizione, scudetto (lo dice in italiano, ndr), Coppa Italia ed Eurolega». Peter Lorant, viso da ragazzino (ma non il fisico, già impressionante), sembra ancora un po' spaesato, quando parla vuole Nemeth al suo fianco. «Sì, tornerò qui fra due anni, adesso devo terminare gli studi in Ungheria però la Benetton la conoscevo già perché l'avevo affrontata con il Koermend in amichevole. Inoltre l'anno scorso sono stato al Big Man Camp. Anch'io dico che ho trovato una società molto professionale, mi piace essere qui. So che sono ancora giovane ma che volete, non posso farci nulla...».
Mercato. La Virtus ha messo gli occhi su Joey Beard e Charlie Bell. Niente di strano: entrambi non rientrano nei piani di Messina. Beard, sotto contratto con la Benetton, sarà ceduto in prestito dove vuole la società: bisogna vedere però se Treviso accetterà di rafforzare una diretta concorrente. Un po' più complessa la situazione di Bell. La scorsa stagione aveva firmato un 1+1 e la Benetton su di lui ha ancora un'opzione: chi lo vuole ingaggiare lo deve prima chiedere a Gherardini, facendo scattare il cosiddetto «buy out», una sorta di indennizzo. Chiaro: Bell ha compreso che nella Nba un garantito non glielo danno e sta pensando di tornare in Italia.
Silvano Focarelli
Alla Ghirada li trovate sempre assieme, anche perché Peter (al quale Istvan fa da chioccia) starà a Treviso per un mese, cioè finchè non tornerà Garbajosa: ha firmato per cinque anni, ma i primi due li giocherà in prestito al Koermend, società dalla quale entrambi arrivano. Per Nemeth c'è grande curiosità: i filmati lo mostrano come il classico bomber alla slava, con nel sangue la spregiudicatezza e il coraggio della sua razza magiara. Appena può tira (è mancino) o va in penetrazione, può anche portar avanti la palla ma preferisce il ruolo di guardia, in patria andava sui 20 quasi ogni sera, anche negli Usa hanno voluto dargli un'occhiata finchè non è arrivato Gherardini e gli ha messo in mano un triennale. «In questi giorni mi sto allenando con i miei compagni ma è un lavoro nuovo, diverso da quello che facevo in passato. Qui voglio davvero diventare un buon giocatore, ho trovato un team professionale: Cuzzolin sa quel che vuole, mi piace il suo sistema di lavoro: ci impegnamo parecchio però abbiamo tutto il tempo che vogliamo per la preparazione. In quanto al coach, Messina, personalmente non lo conosco, so naturalmente che è stato alla nazionale e soprattutto alla Virtus, ma aspetto solamente di vederlo venerdì al raduno».
Quale pensi sarà il tuo spazio in squadra? «L'altro giocatore nel mio ruolo, Langdon, deve ancora arrivare, quindi non posso dire quanto giocherò. Sono pronto a dare il mio contributo, comunque».
Gli obiettivi della Benetton sono di primeggiare ovunque. «Chiaro, una squadra come la nostra deve puntare a vincere qualsiasi competizione, scudetto (lo dice in italiano, ndr), Coppa Italia ed Eurolega». Peter Lorant, viso da ragazzino (ma non il fisico, già impressionante), sembra ancora un po' spaesato, quando parla vuole Nemeth al suo fianco. «Sì, tornerò qui fra due anni, adesso devo terminare gli studi in Ungheria però la Benetton la conoscevo già perché l'avevo affrontata con il Koermend in amichevole. Inoltre l'anno scorso sono stato al Big Man Camp. Anch'io dico che ho trovato una società molto professionale, mi piace essere qui. So che sono ancora giovane ma che volete, non posso farci nulla...».
Mercato. La Virtus ha messo gli occhi su Joey Beard e Charlie Bell. Niente di strano: entrambi non rientrano nei piani di Messina. Beard, sotto contratto con la Benetton, sarà ceduto in prestito dove vuole la società: bisogna vedere però se Treviso accetterà di rafforzare una diretta concorrente. Un po' più complessa la situazione di Bell. La scorsa stagione aveva firmato un 1+1 e la Benetton su di lui ha ancora un'opzione: chi lo vuole ingaggiare lo deve prima chiedere a Gherardini, facendo scattare il cosiddetto «buy out», una sorta di indennizzo. Chiaro: Bell ha compreso che nella Nba un garantito non glielo danno e sta pensando di tornare in Italia.
Silvano Focarelli