Primo allenamento a porte aperte al Cierrebi. Un omaggio ai tifosi perché il programma dei prossimi giorni — doppia seduta alle 10 e alle 18 — sarà off limits. La Skipper raggiungerà Bormio, dove resterà per ossigenarsi, dal 19 al 28 agosto. Dal 2 al 7 settembre via alla campagna abbonamenti per i vecchi tesserati (previsto un leggero ribasso dei costi), nei giorni successivi sportelli aperti per tutti. Intanto questa Skipper riparte dalla finale scudetto. E da Matteo Boniciolli che non si nasconde… «Quando leggo Boniciolli vice campione d'Italia – spiega il coach – mi brucia un po'. Questa è la nostra grande sfida. Sono contento di essere rimasto qui, anche perché il gruppo mi piace parecchio».
Non ha ancora un progetto preciso, Matteo, ma questo non significa che abbia le idee confuse, anzi… «Il fatto è che l'anno scorso – racconta – sono partito convinto che Basile potesse essere solo il cambio di tutti gli esterni. Poi mi sono reso conto che senza di lui non avrei nemmeno potuto bere un bicchier d'acqua. Per questo voglio partire senza preconcetti». Nemmeno verso il Poz il giocatore che a uno come Matteo, figlioccio di Tanjevic, potrebbe provocare il mal di pancia. «Ci siamo parlati — insiste —. E apprezzo il fatto che lui abbia preso un aereo per raggiungermi a Grado, mostrando grande disponibilità. Io ero un giovanotto quando lui era un bimbo. Suo padre mi ha allenato quando ero all'Hurlingham. Alla fine dell'anno io non avrò cambiato il mio carattere e lui non avrà modificato il suo. E qualche volta, forse, ci scambieremo qualche vaffa…, ma lui è il miglior play d'Europa».
Gli piace questo gruppo, come gli piace Skelin. «Uno dei migliori lunghi d'Europa. E' una squadra piena di sfide. La mia, quella di Pozzecco, quella della società che ha inserito tre giovani del vivaio in organico. E' un bel messaggio alla pallacanestro. E' una sfida importante perché si dice che i giovani non abbiano spazio. Da noi lo avranno. Toccherà a loro rubare minuti ai compagni. Sarà una bella sfida per Galanda. La sua storia è come quella di Cudicini, grande portiere, ma chiuso in nazionale da Albertosi. Gek ora può essere titolare senza fare il cambio di Gregor. E' una bella sfida. E noi vogliamo ripartire dagli applausi e dagli abbracci dei tifosi dell'ultima gara scudetto».
Alessandro Gallo
Non ha ancora un progetto preciso, Matteo, ma questo non significa che abbia le idee confuse, anzi… «Il fatto è che l'anno scorso – racconta – sono partito convinto che Basile potesse essere solo il cambio di tutti gli esterni. Poi mi sono reso conto che senza di lui non avrei nemmeno potuto bere un bicchier d'acqua. Per questo voglio partire senza preconcetti». Nemmeno verso il Poz il giocatore che a uno come Matteo, figlioccio di Tanjevic, potrebbe provocare il mal di pancia. «Ci siamo parlati — insiste —. E apprezzo il fatto che lui abbia preso un aereo per raggiungermi a Grado, mostrando grande disponibilità. Io ero un giovanotto quando lui era un bimbo. Suo padre mi ha allenato quando ero all'Hurlingham. Alla fine dell'anno io non avrò cambiato il mio carattere e lui non avrà modificato il suo. E qualche volta, forse, ci scambieremo qualche vaffa…, ma lui è il miglior play d'Europa».
Gli piace questo gruppo, come gli piace Skelin. «Uno dei migliori lunghi d'Europa. E' una squadra piena di sfide. La mia, quella di Pozzecco, quella della società che ha inserito tre giovani del vivaio in organico. E' un bel messaggio alla pallacanestro. E' una sfida importante perché si dice che i giovani non abbiano spazio. Da noi lo avranno. Toccherà a loro rubare minuti ai compagni. Sarà una bella sfida per Galanda. La sua storia è come quella di Cudicini, grande portiere, ma chiuso in nazionale da Albertosi. Gek ora può essere titolare senza fare il cambio di Gregor. E' una bella sfida. E noi vogliamo ripartire dagli applausi e dagli abbracci dei tifosi dell'ultima gara scudetto».
Alessandro Gallo
Fonte: Il Resto del Carlino