Uno è arrivato per sostituire l'altro, ma la possibilità di schierarli insieme potrebbe essere il classico asso nella manica, o meglio l'ultima ancora di salvezza della Fillattice in questo delicatissimo finale di stagione.
Shane e Shawn, che di cognome fanno Heal e Respert, non avrebbero dovuto giocare fianco e fianco, invece l'ex Michigan State ha bruciato i tempi e, mercoledì contro la Toyota, si è ripresentato in forma smagliante. Le due settimane di stop non si sono notate minimamente, Respert è riuscito a mentenere la stessa condizione di quando, quindici giorni fa, si era bloccato. Forse nemmeno Mazzon si aspettava di vederlo già così tonico, brillante e voglioso di fare bene. Heal, invece, sta iniziando a trovare il feeling con i compagni, fondamentale per un regista, ma, cosa più importante, si sta guadagnando la stima del grupo. Con i fatti. Nell'amichevole l'australiano ha chiuso con 13 su 19 da tre punti, tra lo stupore generale, mettendo in mostra un potenziale balistico dall'arco dei 6.25 che, da queste parti, nemmeno Brian Evans e Enzo Esposito avevano. Sabato, però, di fronte ci sarà la Skipper capolista. «Skipper, Kinder e Benetton _ dice l'ex Sidney Kings _ sono grandi squadre, ma noi dobbiamo darci una chance se vogliamo vincere. Dobbiamo crederci. Bisogna combattere fino alla fine, la nostra situazione è difficile, ma dovremo combattere fino all'ultima giornata, con l'obiettivo di giocarci la salvezza a Milano, nell'ultima giornata. Per fare questo dovremo iniziare con la Skipper».
Il primo impatto di Heal nel campionato italiano è stato traumatico, ma in due giorni nessuno fa miracoli, soprattutto se alle spalle hai un viaggio di trenta ore e un fuso orario che inverte il giorno con la notte. «E' stato difficile è vero _ continua Shane _ non avevo il ritmo partita e il coach è stato costretto a mettermi dentro per brevi scampoli, per poi rimettermi in panchina, del resto non poteva fare diversamente. Adesso, però, sto iniziando a capire il sistema di gioco, conosco meglio i miei compagni e loro conoscono meglio me. Giochiamo quattro partite in nove giorni, e tre di queste le avremo in casa, quindi abbiamo la possibilità di risalire, l'importante, ripeto, è crederci». Una cosa è certa, visto il rendimento dei lunghi biancorossi dell'ultimo mese una trazione anteriore formata da Heal, Respert e Ambrassa, potrebbe avere un impatto notevole. Federico Boschi
Shane e Shawn, che di cognome fanno Heal e Respert, non avrebbero dovuto giocare fianco e fianco, invece l'ex Michigan State ha bruciato i tempi e, mercoledì contro la Toyota, si è ripresentato in forma smagliante. Le due settimane di stop non si sono notate minimamente, Respert è riuscito a mentenere la stessa condizione di quando, quindici giorni fa, si era bloccato. Forse nemmeno Mazzon si aspettava di vederlo già così tonico, brillante e voglioso di fare bene. Heal, invece, sta iniziando a trovare il feeling con i compagni, fondamentale per un regista, ma, cosa più importante, si sta guadagnando la stima del grupo. Con i fatti. Nell'amichevole l'australiano ha chiuso con 13 su 19 da tre punti, tra lo stupore generale, mettendo in mostra un potenziale balistico dall'arco dei 6.25 che, da queste parti, nemmeno Brian Evans e Enzo Esposito avevano. Sabato, però, di fronte ci sarà la Skipper capolista. «Skipper, Kinder e Benetton _ dice l'ex Sidney Kings _ sono grandi squadre, ma noi dobbiamo darci una chance se vogliamo vincere. Dobbiamo crederci. Bisogna combattere fino alla fine, la nostra situazione è difficile, ma dovremo combattere fino all'ultima giornata, con l'obiettivo di giocarci la salvezza a Milano, nell'ultima giornata. Per fare questo dovremo iniziare con la Skipper».
Il primo impatto di Heal nel campionato italiano è stato traumatico, ma in due giorni nessuno fa miracoli, soprattutto se alle spalle hai un viaggio di trenta ore e un fuso orario che inverte il giorno con la notte. «E' stato difficile è vero _ continua Shane _ non avevo il ritmo partita e il coach è stato costretto a mettermi dentro per brevi scampoli, per poi rimettermi in panchina, del resto non poteva fare diversamente. Adesso, però, sto iniziando a capire il sistema di gioco, conosco meglio i miei compagni e loro conoscono meglio me. Giochiamo quattro partite in nove giorni, e tre di queste le avremo in casa, quindi abbiamo la possibilità di risalire, l'importante, ripeto, è crederci». Una cosa è certa, visto il rendimento dei lunghi biancorossi dell'ultimo mese una trazione anteriore formata da Heal, Respert e Ambrassa, potrebbe avere un impatto notevole. Federico Boschi
Fonte: Il Resto del Carlino