Nemmeno ai raduni della Virtus era stato sottoposto ad una tale raffica di interviste: Ettore Messina ha passato la mattinata di ieri praticamente rispondendo ad ogni cronista intervenuto al raduno, e l'ha fatto sempre con grande pazienza e professionalità.
E' disponibile a ripetere gli stessi concetti anche due-tre volte. Si vede che è strafelice di aver girato pagina e di essere passato al biancoverde dopo vent'anni di bianconero: ha cambiato il numero di cellulare ed è andato ad abitare nello stesso appartamento occupato da D'Antoni. «Ragazzi, corro il rischio di dire cose già dette, ma è così: a Treviso ho trovato un'organizzazione incredibile. E lo affermo con cognizione di causa: negli oltre quattro anni in cui ho girato con la nazionale mi sono reso conto di tante situazioni, qui c'è entusiasmo nelle strutture, nei giocatori, nella dirigenza ed anche nei tifosi. E ciò ci aiuterà a cominciare bene».
La nuova Benetton è di tuo gradimento?
«Sì, a mio avviso c'è un buon equilibrio tra il nucleo storico ed i nuovi. Chikalkin (è a Malaga con la Russia, ha giocato in amichevole contro la Spagna dove Garbajosa ne ha fatti 22, poi andrà al Cska, ndr) come cambio sarebbe stato un lusso, Bell non ha dimostrato molta voglia di tornare e Langdon, uno che ha tre anni di Nba alle spalle, è un elemento molto interessante. Inoltre, se Stojic avrà un anno senza infortuni e riuscirà a guadagnarsi lo spazio che ha avuto Nachbar, sono certo che ci darà una mano».
Si parla molto anche di Kresimir Loncar.
«Perché ha fatto bene agli Europei e perché è entrato nel pre-draft, ma non dimentichiamo che è un ragazzo che deve lavorare ancora tantissimo. Il potenziale ce l'ha».
Una sorpresa potrebbe diventare Nemeth.
«Per come l'ho visto nei filmati è uno molto atletico, creativo, con un ottimo tiro. Chissà che, partendo dalla panchina, non riesca a dare il contributo offensivo di Chikalkin. Inoltre punto anche su Bulleri: ha fatto grossi passi avanti, e se riuscirà a crescere ancora diventerà un giocatore davvero importante».
Insomma, quale Benetton vedremo?
«Una squadra con lo stesso potenziale d'attacco degli anni passati e, mi auguro, più continuità a livello difensivo: negli ultimi playoff ha dimostrato grande aggressività, se riusciremo a difendere così per tutta la stagione diventerà una Benetton più adatta a svettare a livello europeo».
Siena ha messo assieme un gruppo da far paura...
«Di rispetto bisogna averne per ogni avversario, però Siena ha senz'altro messo assieme dei grossi nomi, adesso dovrà preoccuparsi di trovare un certo equilibrio. Certo non dimentico le due bolognesi, Cantù è una buona squadra e pure Roma ha i mezzi per fare una stagione positiva».
Il tetto dei quattro stranieri vi ha danneggiato?
«Fortunatamente non più di tanto: Maurizio Gherardini aveva previsto ogni possibilità e non si è fatto trovare impreparato. Non conoscendo ancora le regole future qualche problema invece potremo averlo nella programmazione e nella ricerca di nuovi giocatori, che è come noto una delle nostre principali attività. E ciò paradossalmente penalizza un club che a livello giovanile è uno dei pochi che continua a crederci».
Silvano Focarelli
E' disponibile a ripetere gli stessi concetti anche due-tre volte. Si vede che è strafelice di aver girato pagina e di essere passato al biancoverde dopo vent'anni di bianconero: ha cambiato il numero di cellulare ed è andato ad abitare nello stesso appartamento occupato da D'Antoni. «Ragazzi, corro il rischio di dire cose già dette, ma è così: a Treviso ho trovato un'organizzazione incredibile. E lo affermo con cognizione di causa: negli oltre quattro anni in cui ho girato con la nazionale mi sono reso conto di tante situazioni, qui c'è entusiasmo nelle strutture, nei giocatori, nella dirigenza ed anche nei tifosi. E ciò ci aiuterà a cominciare bene».
La nuova Benetton è di tuo gradimento?
«Sì, a mio avviso c'è un buon equilibrio tra il nucleo storico ed i nuovi. Chikalkin (è a Malaga con la Russia, ha giocato in amichevole contro la Spagna dove Garbajosa ne ha fatti 22, poi andrà al Cska, ndr) come cambio sarebbe stato un lusso, Bell non ha dimostrato molta voglia di tornare e Langdon, uno che ha tre anni di Nba alle spalle, è un elemento molto interessante. Inoltre, se Stojic avrà un anno senza infortuni e riuscirà a guadagnarsi lo spazio che ha avuto Nachbar, sono certo che ci darà una mano».
Si parla molto anche di Kresimir Loncar.
«Perché ha fatto bene agli Europei e perché è entrato nel pre-draft, ma non dimentichiamo che è un ragazzo che deve lavorare ancora tantissimo. Il potenziale ce l'ha».
Una sorpresa potrebbe diventare Nemeth.
«Per come l'ho visto nei filmati è uno molto atletico, creativo, con un ottimo tiro. Chissà che, partendo dalla panchina, non riesca a dare il contributo offensivo di Chikalkin. Inoltre punto anche su Bulleri: ha fatto grossi passi avanti, e se riuscirà a crescere ancora diventerà un giocatore davvero importante».
Insomma, quale Benetton vedremo?
«Una squadra con lo stesso potenziale d'attacco degli anni passati e, mi auguro, più continuità a livello difensivo: negli ultimi playoff ha dimostrato grande aggressività, se riusciremo a difendere così per tutta la stagione diventerà una Benetton più adatta a svettare a livello europeo».
Siena ha messo assieme un gruppo da far paura...
«Di rispetto bisogna averne per ogni avversario, però Siena ha senz'altro messo assieme dei grossi nomi, adesso dovrà preoccuparsi di trovare un certo equilibrio. Certo non dimentico le due bolognesi, Cantù è una buona squadra e pure Roma ha i mezzi per fare una stagione positiva».
Il tetto dei quattro stranieri vi ha danneggiato?
«Fortunatamente non più di tanto: Maurizio Gherardini aveva previsto ogni possibilità e non si è fatto trovare impreparato. Non conoscendo ancora le regole future qualche problema invece potremo averlo nella programmazione e nella ricerca di nuovi giocatori, che è come noto una delle nostre principali attività. E ciò paradossalmente penalizza un club che a livello giovanile è uno dei pochi che continua a crederci».
Silvano Focarelli