RIETI — Il basket come passione di famiglia, la famiglia come una squadra: potrebbe essere il motto di Antonello Riva, ex azzurro e per anni pilastro del quintetto base del Cantù, che è stato ingaggiato dalla Virtus Rieti insieme al figlio Ivan, di 19 anni più giovane e col quale giocherà la prossima stagione del campionato di B1.
«Riva come Meneghin», già dicono a Rieti ricordando l'altro caso di padre e figlio insieme, quello di Dino e Andrea Meneghin insieme a Varese e anche il passaggio di testimone azzurro dallo stesso Dino a Andrea. Insomma Antonello Riva come l'amico ed ex compagno Dino Meneghin e loro, i rispettivi figli, Ivan e Andrea, eredi diretti e contigui di due dei più grandi cestisti italiani di sempre. E se di Antonello, 42 anni e 14 mila punti in carriera, si sa tutto, dall'esordio in A nel 1980, anno in cui giocò anche a Rieti, contro l'Arrigoni di allora, al percorso in azzurro, lo stesso non si può dire del giovane Ivan (classe 1983), praticamente adolescente e giudicato da papà un «esterno-guardia» e un «giocatore che ancora deve fare molta strada per arrivare in alto».
A Rieti comunque sono tutti convinti: «Abbiamo voluto il padre in squadra per volare in serie A quest'anno, è il nostro obiettivo. Il figlio invece lo abbiamo preso per poi restarci in serie A».
«Riva come Meneghin», già dicono a Rieti ricordando l'altro caso di padre e figlio insieme, quello di Dino e Andrea Meneghin insieme a Varese e anche il passaggio di testimone azzurro dallo stesso Dino a Andrea. Insomma Antonello Riva come l'amico ed ex compagno Dino Meneghin e loro, i rispettivi figli, Ivan e Andrea, eredi diretti e contigui di due dei più grandi cestisti italiani di sempre. E se di Antonello, 42 anni e 14 mila punti in carriera, si sa tutto, dall'esordio in A nel 1980, anno in cui giocò anche a Rieti, contro l'Arrigoni di allora, al percorso in azzurro, lo stesso non si può dire del giovane Ivan (classe 1983), praticamente adolescente e giudicato da papà un «esterno-guardia» e un «giocatore che ancora deve fare molta strada per arrivare in alto».
A Rieti comunque sono tutti convinti: «Abbiamo voluto il padre in squadra per volare in serie A quest'anno, è il nostro obiettivo. Il figlio invece lo abbiamo preso per poi restarci in serie A».