PESARO – Se è difficilissimo dire adesso quanto valga la nuova Scavolini “in assoluto", diventa addirittura impossibile collocarla nella griglia dei valori del prossimo campionato. Un’equazione senza nemmeno una costante e con due incognite, rappresentate una dalla forza effettiva della rivoluzionatissima squadra di Marco Crespi, l’altra dal livello di una serie A anch’essa abbondantemente rimescolata. Più ancora delle nuove regole sul tetto degli “extracomunitari" tesserabili, ha pesato la crisi economica in cui versa lo sport nazionale (e il basket non fa eccezione) con relativa decurtazione dei budget, ed anche la mano stavolta pesante della Nba, che ha provveduto a “scremare" le due squadre italiane più forti, Kinder e Benetton, le quali nulla hanno potuto di fronte al sogno americano dei vari Ginobili, Jaric e Nachbar.
Di “ridimensionamento" hanno parlato un po’ tutti e in particolare la Fortitudo Bologna, che ha dimezzato il suo budget proprio come la Scavolini ed ha lasciato andare sia Fucka che Meneghin (mentre Savic è passato dal parquet all’ufficio) ma poi, “gira mista e imbroglia", sta sparando nomi su nomi per riconsegnare al confermato Boniciolli una rosa egualmente... profumata: il nuovo play Pozzecco, il nuovo centro Skelin, e ancora Delfino, Scepanovic, l’ultimo arrivato Gurovic, Marvin O’Connor in prova e perfino il sogno Charles Smith, col coach che non ha affatto ridimensionato le sue ambizioni e parla sempre di “scudetto". La Virtus, che oltre ai due “pro" ha perso Granger e l’appena arrivato Khjzniak bruciando così subito uno dei 4 visti, risponde col russo Avleev (ala piccola) e forse con l’ala forte Joey Beard, l’uomo-mercato che tutti vogliono e nessuno mai se lo piglia (per ora figura nel roster Benetton e pareva che Treviso alla Virtus non volesse darlo...). A proposito dei campioni d’Italia, hanno perso anche Bell, rimpiazzato però dall’ “assassino" Langdon (così lo chiamano in Usa); comunque farà piacere ai tifosi pesaresi sapere che gli esperti segugi trevigiani erano anche sulle piste di Norm Richardson. Messina ha poi voluto il 16enne georgiano Markoishvili, il croato Loncar, il rumeno Nemeth e il tedesco Fehse.
La Roma di Piero Bucchi vuole rilanciarsi con un settore guardie esplosivo formato da Myers, Bonora e Jenkins (l’americano rivelazione di Borgomanero), più Santiago e il “nostro" Tusek a rafforzare il reparto lunghi (qui la nostalgia grida forte...), mentre Caja a Milano ha messo insieme due cavalli di ritorno, Hugo Sconochini e Claudio Coldebella, più altre facce nuove come Duane Simpkins e Marlon Garnett. Quanto a Cantù, visto che tutti vogliono imitarla ha pensato bene di non cambiare quasi nulla, riconfermando il gruppo Usa e aggiungendo il lungo svedese Jonzen. Infine Siena, l’eccezione che conferma la regola, visto che l’Mps ha speso ancora più dell’anno scorso, affiancando Maggioli a Chiacig ma soprattutto aggiungendo Alphonso Ford e Dusan Vuckevic ad una squadra già super, che ha perso il solo Gorenc, finito a Varese.
Giancarlo Iacchini
Di “ridimensionamento" hanno parlato un po’ tutti e in particolare la Fortitudo Bologna, che ha dimezzato il suo budget proprio come la Scavolini ed ha lasciato andare sia Fucka che Meneghin (mentre Savic è passato dal parquet all’ufficio) ma poi, “gira mista e imbroglia", sta sparando nomi su nomi per riconsegnare al confermato Boniciolli una rosa egualmente... profumata: il nuovo play Pozzecco, il nuovo centro Skelin, e ancora Delfino, Scepanovic, l’ultimo arrivato Gurovic, Marvin O’Connor in prova e perfino il sogno Charles Smith, col coach che non ha affatto ridimensionato le sue ambizioni e parla sempre di “scudetto". La Virtus, che oltre ai due “pro" ha perso Granger e l’appena arrivato Khjzniak bruciando così subito uno dei 4 visti, risponde col russo Avleev (ala piccola) e forse con l’ala forte Joey Beard, l’uomo-mercato che tutti vogliono e nessuno mai se lo piglia (per ora figura nel roster Benetton e pareva che Treviso alla Virtus non volesse darlo...). A proposito dei campioni d’Italia, hanno perso anche Bell, rimpiazzato però dall’ “assassino" Langdon (così lo chiamano in Usa); comunque farà piacere ai tifosi pesaresi sapere che gli esperti segugi trevigiani erano anche sulle piste di Norm Richardson. Messina ha poi voluto il 16enne georgiano Markoishvili, il croato Loncar, il rumeno Nemeth e il tedesco Fehse.
La Roma di Piero Bucchi vuole rilanciarsi con un settore guardie esplosivo formato da Myers, Bonora e Jenkins (l’americano rivelazione di Borgomanero), più Santiago e il “nostro" Tusek a rafforzare il reparto lunghi (qui la nostalgia grida forte...), mentre Caja a Milano ha messo insieme due cavalli di ritorno, Hugo Sconochini e Claudio Coldebella, più altre facce nuove come Duane Simpkins e Marlon Garnett. Quanto a Cantù, visto che tutti vogliono imitarla ha pensato bene di non cambiare quasi nulla, riconfermando il gruppo Usa e aggiungendo il lungo svedese Jonzen. Infine Siena, l’eccezione che conferma la regola, visto che l’Mps ha speso ancora più dell’anno scorso, affiancando Maggioli a Chiacig ma soprattutto aggiungendo Alphonso Ford e Dusan Vuckevic ad una squadra già super, che ha perso il solo Gorenc, finito a Varese.
Giancarlo Iacchini