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I tifosi Usa di McGhee e Gilbert

Giudizi lusinghieri sui due giocatori

PESARO – Le buone indicazioni sui “nuovi" trapelate dal ritiro di Folgaria contribuiscono ad accendere la miccia delle speranze biancorosse. D’altra parte è agosto, e il clima è oggettivamente favorevole tanto agli incendi nei boschi quanto alla combustione delle speranze sportive. Poi, le prime amichevoli (che si avvicinano a grandi passi) potrebbero rappresentare sia un’ulteriore benzina su queste prime fiammate, che una brusca secchiata d’acqua. Ma se in generale la prudenza sarebbe consigliabile almeno fino a settembre inoltrato, nel caso della Scavolini di “calma e gesso" ne servirà più della media, perché la squadra è tutta da assemblare, una pedina importante (Richardson) non è ancora a disposizione del coach ed è ovvio che le prime partite dovranno recare ben chiaro e leggibile il cartello “lavori in corso", per non rischiare di generare false aspettative o altrettanto ingiustificati timori.
Detto questo, fanno bene però gli sportivi pesaresi a raccogliere quante più informazioni è possibile sui volti nuovi della squadra biancorossa. Come Andrea, che ha annunciato nel forum web della Vuelle di avere stabilito un contatto con i supporters universitari di Aaron McGhee. Ecco quello che un tifoso americano manda a dire ai “colleghi" italiani, in seguito appunto alla richiesta di soddisfare le curiosità intorno all’Asso provenienti da Pesaro: «Sono felice per l’opportunità europea che si presenta ad Aaron, perché lui è uno che ha lavorato sodo per conquistare tutti i traguardi che ha raggiunto nella sua carriera universitaria. E’ diventato un ottimo giocatore, e l’ha fatto percorrendo la strada più dura e difficile». Quale sarà il suo impatto nel vecchio continente?, chiede il fan pesarese, e quello americano risponde: «Io credo che sarà enorme! McGhee negli ultimi anni ha sviluppato un buonissimo gioco da fuori, abbinandolo alla dimensione interna. Lui è un “martello", uno che colpisce in maniera implacabile. Vedrete, vi divertirete un sacco a vederlo giocare!».
Un altro tifoso della Scavolini si intrufola nel forum on-line dell’Università del Missouri proprio mentre si discute di Gilbert e di... Booker (evidentemente, nonostante i diversi anni che sono trascorsi e il quadriennale ricambio delle generazioni universitarie, in molti lo ricordano ancora bene!). «Mi dite come facciamo noi quest’anno senza la Roccia? – si chiede angosciato un “Mizzou fan" – chi ce lo assicura un “trentello" fisso a partita?». E un altro spiega: «Il nostro Gilbert era già da Nba, e invece giocherà in Europa: del resto l’ha fatto il grande Melvin, con ottimi risultati, e Clarence ha tutte le carte in regola per ripercorrere le sue orme!». Sul principe degli “streak shooters" (i tiratori “di striscia") i giudizi in Usa sono molto manichei, spaziando dall’entusiasmo allo scetticismo. Dipende evidentemente dalla... striscia: se è di padelle (ed è successo più di una volta) oppure di bombe (la Roccia ne ha allineate anche 12 di fila!). Ma è normale: sono le luci e le ombre del mestiere (di tiratore).
Giancarlo Iacchini
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