Renato Palumbi: “A prescindere dalla firma autografa o meno di Carlos Delfino, è il mancato rispetto delle regole che oggi fa agitare scompostamente la Società Viola che, addirittura, invoca sanzioni nei confronti della Fortitudo. Se un regolamento stabilisce che un contratto va depositato entro cinque giorni dalla sua conclusione (e non, come erroneamente ritiene la Società Viola, dalla sua datazione, peraltro posticcia come essa afferma), la norma è stata creata perché vi fosse chiarezza e non confusione.
Quando la Società Fortitudo si è interessata a Delfino, a campionato chiuso, nessun contratto era stato depositato in Lega.
Non ci vuole molto a capire chi ha violato i regolamenti.
Oggi il preteso vincolo di Delfino è sub judice per denuncia dello stesso giocatore, e la Procura Federale sta indagando.
Altrettanto non si può dire di Reggio Calabria che, nonostante parli di denunce, diffamazione, truffa, eccetera, non consta che abbia chiesto autorizzazione al Consiglio Federale per agire nelle sedi opportune.
In questa vicenda la Fortitudo è terza e, come tale, si comporta. Quando, violando le norme, si stipulano contratti “privati”, i contratti restano “privati” e non possono diventare pubblici, e cioè opponibili a terzi, proprio perché non pubblicizzati e se, come dice Delfino, il contratto depositato non gli appartiene, non potrà certo rivivere un contratto, sempre che esistente, travolto dagli anni.
Noi siamo sereni, e resteremo tali nonostante l’estemporanea minaccia di sanzioni nei confronti della Fortitudo, la cui condotta appare irreprensibile”.
Quando la Società Fortitudo si è interessata a Delfino, a campionato chiuso, nessun contratto era stato depositato in Lega.
Non ci vuole molto a capire chi ha violato i regolamenti.
Oggi il preteso vincolo di Delfino è sub judice per denuncia dello stesso giocatore, e la Procura Federale sta indagando.
Altrettanto non si può dire di Reggio Calabria che, nonostante parli di denunce, diffamazione, truffa, eccetera, non consta che abbia chiesto autorizzazione al Consiglio Federale per agire nelle sedi opportune.
In questa vicenda la Fortitudo è terza e, come tale, si comporta. Quando, violando le norme, si stipulano contratti “privati”, i contratti restano “privati” e non possono diventare pubblici, e cioè opponibili a terzi, proprio perché non pubblicizzati e se, come dice Delfino, il contratto depositato non gli appartiene, non potrà certo rivivere un contratto, sempre che esistente, travolto dagli anni.
Noi siamo sereni, e resteremo tali nonostante l’estemporanea minaccia di sanzioni nei confronti della Fortitudo, la cui condotta appare irreprensibile”.