PESARO - Pochi squilli e poi il vocione con accento sudamericano tutto concitato. Silvio Gigena si aspettava qualcun altro, all’altro capo della cornetta. «Sto aspettando notizie da Livorno... Sta per nascere mia figlia Rosìo Alejandra e sono un po’ impaziente...». Nel giorno di riposo avrebbe dovuto raggiungere la moglie Marianna in ospedale, «ma le visite sono consentite solo due ore al giorno, e poi se non nasce oggi mi sarei dovuto sobbarcare troppi chilometri di autostrada...». «Sta bene lì, non vuole uscire! - scherza il quasi papà - Sono emozionato, ma tranquillo. Pensavo che sarei stato più nervoso! Qui tutti vogliono sapere: parenti, amici... Con la squadra abbiamo addirittura scommesso sulla data di nascita! Io dico che sarà il 20 (oggi -ndr)». La piccolina fa arrabbiare già prima di nascere: non è riuscita neppure a farle saltare un giorno di ritiro... «Vero! Le avevo chiesto un favore e invece niente! Però quella a Folgaria è stata una bella settimana: abbiamo faticato, ma ci siamo diveriti parecchio. Ci aiuta la nostra mentalità, perchè tutti abbiamo voglia di far bene, al servizio della squadra. Ognuno è disponibile a catturare un rimbalzo, a fare un blocco... Ora capisco meglio l’Inglese e dai primi giorni abbiamo iniziato a scambiarci battute!». Un episodio per descrivere il leggendario clima in montagna? «Io non porto mai la fede in allenamento - racconta Gigena - poi un giorno gli americani me l’hanno vista e e hanno capito che ero sposato. Da lì sono partite mille domande sulla famiglia e sulla bimba in arrivo... Anche da questo si capisce che il gruppo è buono - nonostante sia nuovo - e composto da ragazzi semplici». Quest’anno si correrà di più? «Non ho dubbi in proposito: forse abbiamo un po’ meno classe rispetto al recente passato, ma la grinta che ci caratterizza è qualcosa di grande. Siamo veloci e pronti a difendere forte». Come va’ con coach Crespi? «Marco sa lavorare bene con i giovani e pretende da tutti il 101%. Ci stiamo conoscendo e nessuno si risparmia. Però questa giornata di riposo ci voleva...». Avete parlato del suo utilizzo? Giocherà da tre o da quattro? Con Pillastrini c’erano state delle incomprensioni, in questo senso... «Per il coach io sono esclusivamente un’ala piccola. “Pilla" sfruttava parecchio anche il mio gioco vicino a canestro, mentre ora la mia collocazione è precisa: sarò un tre con libertà di andare a rimbalzo offensivo». La prima amichevole si avvicina: venerdì a Rimini si sfida Providence Univerity. Voglia di tornare a saggiare seriamente il parquet? «Dipende dalla bambina... Le sfide contro gli americani sono sempre avvincenti, ti fanno migliorare... Però - in tutta sincerità - non so se mi vedrete...». Intanto la sua Nazionale, beata lei, si sta preparando per i Mondiali, con un Ginobili in grande spolvero. La Scavolini invece torna oggi al lavoro: in mattinata si corre al Campo Scuola e si prosegue con una seduta di pesi a Baia Flaminia; il pomeriggio ci si sposta al Bpa Papas (alle 18), per l’allenamento con il pallone. Il tutto a porte aperte.
Camilla Cataldo
Camilla Cataldo