C'è una luce accesa nella notte nella palazzina degli uffici della Snaidero, A Majano. È quella dell'ufficio di Giancarlo Sarti. Sta aspettando che arrivino le conferme, cioè i contratti controfirmati, dei due giocatori che completeranno il roster arancione, costruendo finalmente una squadra competitiva. I nomi? Niente da fare, la bocca di Sarti è cucita a filo doppio. «Finchè non vedo i documenti completi, finchè tutto non è risolto, non posso dire nulla. Mi dispiace, ma dopo i precedenti non è il caso oltretutto di rischiare figuracce».
- Come quella di Sanchez?
«Già, come quella di Sanchez. Avevamo firmato un contratto, ce l'ha restituito aggiungendo 75 mila dollari in più. Pazzesco, non potevamo accettare».
- Anche Thompson fa le bizze.
«Si, Thompson è dipinto da tutte le pubblicazioni come un bravo ragazzo, ma abbiamo scoperto sulla nostra pelle che non è proprio così. Ha il vizio di presentarsi in ritardo sulle date concordate. Anche perchè sa che la prima volta non possiamo essere duri o cattivi...Comunque i suoi documenti sono pronti a Indianapolis, deve solo prenderli e salire sull'aereo. A fine settimana dovrebbe essere qui».
- Torniamo ai due nuovi?
«Sono un play e un'ala».
- Tutti e due extracomunitari?
«Si, americani, anche se abbiamo come riserva un comunitario, un americano con passaporto europeo».
- Ma allora non tutto è deciso?
«Beh, due giocatori li abbiamo presi, sulla parola. Certo, le difficoltà burocratiche, tra fax, consolati chiusi, risposte che risentono di vacanze, feste e fusi orari, portano a qualche ritardo. Ripeto, sulla parola abbiamo concluso, ma non dirò i nomi fino a quando non sono certo».
- Due americani : significa il sacrificio di Vujacic?
«Ma no, Vujacic ha 18 anni, la passata stagione è stato a guardare da fuori fino a quando non è arrivato Frates, con lui ha giocato qualche partita, un paio bene, le altre da esordiente. lasciamolo crescere. Avrà lo stesso le sue possibilità. Con il turn over di quattro giocatori e la coppa può ritagliarsi uno spazio significativo in una ventina di partite, non è poco».
Sarti è in attesa davanti a fax e telefono, i nomi non li fa, ma uno lo si può azzardare. Alexander, l'ala dell'Hapoel di Gerusalemme, il play extracomunitario è un giocatore collaudato, che ha già giocato in Europa. L'eventuale alternativa comunitaria è un americano bianco, giocatore solido e di affidamento.
È questione di ore e degli incontrollabili tempi e ritmi della burocrazia del Consolati, i due ultimi tasselli del mosaico arancione arriveranno. E anche Thompson arriverà.
Umberto Sarcinelli
- Come quella di Sanchez?
«Già, come quella di Sanchez. Avevamo firmato un contratto, ce l'ha restituito aggiungendo 75 mila dollari in più. Pazzesco, non potevamo accettare».
- Anche Thompson fa le bizze.
«Si, Thompson è dipinto da tutte le pubblicazioni come un bravo ragazzo, ma abbiamo scoperto sulla nostra pelle che non è proprio così. Ha il vizio di presentarsi in ritardo sulle date concordate. Anche perchè sa che la prima volta non possiamo essere duri o cattivi...Comunque i suoi documenti sono pronti a Indianapolis, deve solo prenderli e salire sull'aereo. A fine settimana dovrebbe essere qui».
- Torniamo ai due nuovi?
«Sono un play e un'ala».
- Tutti e due extracomunitari?
«Si, americani, anche se abbiamo come riserva un comunitario, un americano con passaporto europeo».
- Ma allora non tutto è deciso?
«Beh, due giocatori li abbiamo presi, sulla parola. Certo, le difficoltà burocratiche, tra fax, consolati chiusi, risposte che risentono di vacanze, feste e fusi orari, portano a qualche ritardo. Ripeto, sulla parola abbiamo concluso, ma non dirò i nomi fino a quando non sono certo».
- Due americani : significa il sacrificio di Vujacic?
«Ma no, Vujacic ha 18 anni, la passata stagione è stato a guardare da fuori fino a quando non è arrivato Frates, con lui ha giocato qualche partita, un paio bene, le altre da esordiente. lasciamolo crescere. Avrà lo stesso le sue possibilità. Con il turn over di quattro giocatori e la coppa può ritagliarsi uno spazio significativo in una ventina di partite, non è poco».
Sarti è in attesa davanti a fax e telefono, i nomi non li fa, ma uno lo si può azzardare. Alexander, l'ala dell'Hapoel di Gerusalemme, il play extracomunitario è un giocatore collaudato, che ha già giocato in Europa. L'eventuale alternativa comunitaria è un americano bianco, giocatore solido e di affidamento.
È questione di ore e degli incontrollabili tempi e ritmi della burocrazia del Consolati, i due ultimi tasselli del mosaico arancione arriveranno. E anche Thompson arriverà.
Umberto Sarcinelli
Fonte: Il Gazzettino