CANTU’ – Quest’anno di sicuro non potremo più sbagliarci e non saremo più costretti a specificarne l’identità aggiungendo al cognome anche il nome. Patrizio Riva, infatti, sarà l’unico Riva presente nella formazione biancoblù dopo la partenza del “bomber” Antonello e di suo figlio Ivan per Rieti, destinazione B1.
Da undicesimo uomo a disposizione di coach Sacripanti, quest’anno Patrizio, per tutti Pete (pronunciato Pit), è riuscito a scalare una posizione nelle gerarchie di squadra. Sarà infatti il decimo e state pur certi che proverà in tutti i modi a rubare qualche minuto ai compagni più blasonati.
Si, perché Pete, 21 anni compiuti lo scorso 28 marzo, questa volta ha iniziato il raduno con uno spirito diverso, con la consapevolezza che la prossima stagione, almeno in panchina, ci sarà sempre.
7 presenze ed una volta in campo nell’annata Poliform, 12 presenze e 3 volte senza la tuta lo scorso anno. Un totale di 16 minuti giocati in Serie A ma, ancora, nessun punto all’attivo. Lo scorso anno, alla terza giornata del girone d’andata, rimase in campo addirittura per 13’ contro la Muller Verona. Per lui fu solamente un assaggio perché l’intera portata la vorrebbe consumare già partire da questa stagione.
Pete, quest’anno sarai l’unico Riva in squadra: senti un po’ di peso sulle spalle oppure sei tranquillo come al solito?
“Spero di portare il mio cognome senza troppi problemi. In fondo ci sono abituato al mio cognome”.
Come ti sei presentato a questo raduno per la nuova stagione?
“Mi sono presentato voglioso di entrare in forma da subito. E’ importante iniziare bene e portarsi avanti rispetto agli altri che arriveranno questa settimana”.
Quest’anno finalmente sarai stabilmente in squadra: cosa cambia per te?
“Per me è un obiettivo molto importante perché essere nei dieci vuol dire fare tutte le gare, andare sempre in panchina e fare tutte le trasferte. Inoltre, se c’è bisogno, significa entrare in campo ed io spero proprio ce ne sia la possibilità”.
Cosa ti aspetti da questo nuovo anno?
“Mi aspetto di imparare ancora tanto da questi americani e di farmi trovare pronto se ce ne dovesse essere bisogno, quindi in caso di falli, infortuni e tutto il resto”.
Hai preferito rimanere a Cantù a fare il decimo con il rischio di giocare poco piuttosto che accettare le offerte provenienti dalla B1.
“Si. Qui posso imparare molto perché ho dei compagni di squadra che sono dei grandi professionisti. E’ vero, c’è il rischio di giocare poco quando forse, scendendo di categoria, avrei potuto trovare più spazio, ma questo è un rischio che voglio prendermi”.
Il ragazzo ha già capito come si devono pesare le parole. Le ha centellinate ma le ha sicuramente mandate a segno.
Simone Giofrè
Da undicesimo uomo a disposizione di coach Sacripanti, quest’anno Patrizio, per tutti Pete (pronunciato Pit), è riuscito a scalare una posizione nelle gerarchie di squadra. Sarà infatti il decimo e state pur certi che proverà in tutti i modi a rubare qualche minuto ai compagni più blasonati.
Si, perché Pete, 21 anni compiuti lo scorso 28 marzo, questa volta ha iniziato il raduno con uno spirito diverso, con la consapevolezza che la prossima stagione, almeno in panchina, ci sarà sempre.
7 presenze ed una volta in campo nell’annata Poliform, 12 presenze e 3 volte senza la tuta lo scorso anno. Un totale di 16 minuti giocati in Serie A ma, ancora, nessun punto all’attivo. Lo scorso anno, alla terza giornata del girone d’andata, rimase in campo addirittura per 13’ contro la Muller Verona. Per lui fu solamente un assaggio perché l’intera portata la vorrebbe consumare già partire da questa stagione.
Pete, quest’anno sarai l’unico Riva in squadra: senti un po’ di peso sulle spalle oppure sei tranquillo come al solito?
“Spero di portare il mio cognome senza troppi problemi. In fondo ci sono abituato al mio cognome”.
Come ti sei presentato a questo raduno per la nuova stagione?
“Mi sono presentato voglioso di entrare in forma da subito. E’ importante iniziare bene e portarsi avanti rispetto agli altri che arriveranno questa settimana”.
Quest’anno finalmente sarai stabilmente in squadra: cosa cambia per te?
“Per me è un obiettivo molto importante perché essere nei dieci vuol dire fare tutte le gare, andare sempre in panchina e fare tutte le trasferte. Inoltre, se c’è bisogno, significa entrare in campo ed io spero proprio ce ne sia la possibilità”.
Cosa ti aspetti da questo nuovo anno?
“Mi aspetto di imparare ancora tanto da questi americani e di farmi trovare pronto se ce ne dovesse essere bisogno, quindi in caso di falli, infortuni e tutto il resto”.
Hai preferito rimanere a Cantù a fare il decimo con il rischio di giocare poco piuttosto che accettare le offerte provenienti dalla B1.
“Si. Qui posso imparare molto perché ho dei compagni di squadra che sono dei grandi professionisti. E’ vero, c’è il rischio di giocare poco quando forse, scendendo di categoria, avrei potuto trovare più spazio, ma questo è un rischio che voglio prendermi”.
Il ragazzo ha già capito come si devono pesare le parole. Le ha centellinate ma le ha sicuramente mandate a segno.
Simone Giofrè