Dopo brusche sterzate strategiche, attese snervanti e trattative convulse, finalmente la Snaidero sta per sistemare i tasselli mancanti al suo roster. Non c'è ancora il conforto dell'ufficialità, ma tutto lascia supporre che sia ormai soltanto una questione di ore per l'arrivo a Udine di Demetrius Alexander (ex Hapoel Gerusalemme) e per il ritorno di Andrè Woolridge. E se anche il gm Sarti, di norma abbottonato e diplomatico, sente di potersi sbilanciare, allora significa davvero che il... nero su bianco è già stato messo e che rimangono soltanto da definire alcuni dettagli. "Abbiamo praticamente raggiunto i nostri obiettivi - spiega Sarti - anche se non siamo ancora in grado di confermarli in via definitiva. Siamo però convinti di aver costruito una squadra più che buona, che porterà la gente al palazzetto".
Un quintetto con Woolridge, Mian, Thompson, Alexander e Stern si presenta, in effetti, molto ben assortito, anche se con i soliti dubbi sui limiti tecnici legati a Stern e sulla propensione più offensiva che pensante di un Woolridge peraltro molto importante a livello di tabellino e arma devastante (come già accadde lo scorso campionato) contro avversari di pari livello. Sarà, in ogni caso, una Snaidero parecchio "colorata", proprio come Sarti annunciò alla fine della passata stagione: che ci sia arrivati attraverso percorsi travagliati questo, magari, è un altro discorso.
Restano sempre da valutare, invece, le prospettive di Zacchetti e Vujacic. Con Alexander giustamente in pole nel ruolo da "quattro", Joel rischia infatti di soggiornare ancora parecchio tempo da seduto, a meno che non riesca a ritagliarsi un ruolo da vice Stern. Ancor più delicato il discorso coinvolgente Vujacic; da uomo immagine, in compagnia di Zacchetti, per la campagna abbonamenti e da primo cambio di un play comunitario che non è mai arrivato (anche se il vice Woolridge, dovrebbe piovere dal campionato inglese), Sasha si trova ora sbattuto ai confini del gruppo.
E se l'Uleb Cup, una vetrina certamente importante, sa tanto di zuccherino, siamo proprio curiosi di vedere quante partite di campionato il talento sloveno, irrimediabilmente soffocato dalle norme relative al contingentamento extracomunitario ma anche e soprattutto dai cambiamenti in corsa, sarà in grado di ricavare.
Roberto Zanitti
Un quintetto con Woolridge, Mian, Thompson, Alexander e Stern si presenta, in effetti, molto ben assortito, anche se con i soliti dubbi sui limiti tecnici legati a Stern e sulla propensione più offensiva che pensante di un Woolridge peraltro molto importante a livello di tabellino e arma devastante (come già accadde lo scorso campionato) contro avversari di pari livello. Sarà, in ogni caso, una Snaidero parecchio "colorata", proprio come Sarti annunciò alla fine della passata stagione: che ci sia arrivati attraverso percorsi travagliati questo, magari, è un altro discorso.
Restano sempre da valutare, invece, le prospettive di Zacchetti e Vujacic. Con Alexander giustamente in pole nel ruolo da "quattro", Joel rischia infatti di soggiornare ancora parecchio tempo da seduto, a meno che non riesca a ritagliarsi un ruolo da vice Stern. Ancor più delicato il discorso coinvolgente Vujacic; da uomo immagine, in compagnia di Zacchetti, per la campagna abbonamenti e da primo cambio di un play comunitario che non è mai arrivato (anche se il vice Woolridge, dovrebbe piovere dal campionato inglese), Sasha si trova ora sbattuto ai confini del gruppo.
E se l'Uleb Cup, una vetrina certamente importante, sa tanto di zuccherino, siamo proprio curiosi di vedere quante partite di campionato il talento sloveno, irrimediabilmente soffocato dalle norme relative al contingentamento extracomunitario ma anche e soprattutto dai cambiamenti in corsa, sarà in grado di ricavare.
Roberto Zanitti
Fonte: Il Gazzettino