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La crisi della Scaligera

Da Maifredi un colpo mortale

La vittoria su Imola potrebbe non bastare. Anzi, potrebbe diventare un’ulteriore beffa. Perchè il presidente della Fip, Fausto Maifredi, attraverso le colonne de La Gazzetta dello Sport di ieri, ha spento subito gli entusiasmi in casa Scaligera. Ecco cosa dice il massimo responsabile della Federazione: «Onestamente il titolo sportivo è difficile da riassegnare se Verona non ha i requisiti per essere ammessa. E dopo il fallimento abbiamo già revocato l’affiliazione della Scaligera. In pratica la società non esiste più, anche se è stata concessa l’opportunità di terminare la stagione con l’esercizio provvisorio. Poi, se qualche gruppo si farà avanti a quel punto potrà ottenere l’iscrizione alla LegaDue, dove non sono necessari i requisiti della serie A. Nella peggiore delle ipotesi avrà l’affiliazione nel settore dilettantisico». Parola come macigni. Che confermano quanto L’Arena aveva paventato in tempi non sospetti. Sono due i motivi che rischiano seriamente di togliere Verona dalla serie A: il mancato rispetto dei parametri stabiliti, ovvero almeno un milione e quattrocentomila euro per gli ingaggi (regola votata e sottoscritta dagli stessi dirigenti della Scaligera a inizio stagione), in secondo luogo la volontà delle grandi società di ridurre il numero delle squadre partecipanti alla serie A: 19, e anche 18, sono troppe, i grandi club vogliono scendere a 16, considerati i molti, troppi impegni stagionali, in Italia e all’estero.
Sono queste, come dicevamo, i due punti che molti, soprattutto all’interno della società, si sono dimenticati in tutti questi mesi. Salvare il campionato non doveva essere l’unico obiettivo, occorreva essere lungimiranti, avere «peso politico» all’interno del «Palazzo» per gestire una situazione che oggi, dopo le dichiarazioni di Maifredi, è diventata ancor più drammatica.
Allora, quale può essere la soluzione? La strada percorribile, ormai, è una sola: primo, vedere esattemente (e questo lo si saprà in tribunale solo il 12 aprile all’udienza di verifica) quale è il «buco» lasciato da Fiorillo; secondo, dopo averlo ripianato, convincere, uno per uno, i presidenti delle società di serie A a «salvare» la Scaligera per i suoi meriti sportivi, per i suoi trascorsi, mettendo una buona parola in Federazione. E c’è una sola persona che a Verona può convincerli: Giuseppe Vicenzi. (g.p.)
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