LA VIRTUS vorrebbe avere la squadra fatta per il 4 settembre, quando il suo tribolato nuovo corso affronterà la prova del 'mercato´, ossia il gradimento degli oltre 5.000 abbonati, ma davvero la sua tessitura è una tela di Penelope. Filato un nodo, se ne sfila un altro, e non si può dire che Lombardi e Tanjevic siano stati assistiti da buona sorte, al di là d´una valutazione su strategie e risultati da rinviare a esiti definiti. Hizniak, il primo tassello, era un pivot non eccelso, ma collaudato e funzionale, e s´è ritrovato bocciato agli esami. La normativa sui tesseramenti è stata terremotata in corsa, a trattative avviate, fino a partorire l´attuale formula che sta fra il manuale Cencelli e Giochi senza frontiere: i 4 extracomunitari più 3 comunitari più 3 italiani con cui partorire una squadra di 10 sono una gabbia infame.
Ma sulla già complessa progettazione della Virtus pende ora un´incognita aggiuntiva, la salute di Sani Becirovic. Se ne potrebbe sapere di più quest´oggi, e intanto però il ricordo più ricorrente e molesto che riaffiora dalla tormentata storia clinica del ragazzo è quell´ipotesi di operazione al ginocchio che comparve alcuni mesi fa e che il professor Lelli definì molto delicata. L´ipotesi si potrebbe ripresentare ora, ad ombreggiare fin dall´avvio la stagione di questo ragazzo ventunenne cui il basket ha finora dato molto, ma potrebbe togliere tanto in un colpo. Sugli esiti di questa vicenda sanitaria si gioca ovviamente un pezzo di futuro della Virtus, dopo che Tanjevic aveva individuato in Becirovic uno dei punti forti della squadra, probabilmente il play titolare, e in ogni caso il facitore di gioco più abile e creativo. Accantonato questo puntello, la Virtus potrebbe invece essere costretta a ragionare con un Becirovic a lungo fuori, se davvero andrà ad operarsi, e dunque con la necessità di doverlo sostituire, per di più coi vincoli che quel manuale Cencelli comporta.
Così, resta aperta, e prioritaria, l´ipotesi Sekularac, che è un segnatore più che un creatore: e costa pure tanto. Ma potrebbe tornare l´idea di puntare la residua carta da extracomunitario su un centro, sempre che ce ne siano. Di sicuro, ce ne sono pochi italiani e comunque, sentiti nomi piuttosto usurati da annate opache, si potrebbe scommettere sul ragazzo di casa Barlera, che sarà acerbo, ma un pacchetto con Andersen come pivot titolare può completarlo. E a far gioco? Un po´ Rigaudeau, un po´ Morlende, un po´ Bell. Poi, ai tempi azzurri, Tanjevic usava molto Meneghin… Ce n´è ancora, non solo da fare, ma anche da pensare.
Walter Fuochi
Ma sulla già complessa progettazione della Virtus pende ora un´incognita aggiuntiva, la salute di Sani Becirovic. Se ne potrebbe sapere di più quest´oggi, e intanto però il ricordo più ricorrente e molesto che riaffiora dalla tormentata storia clinica del ragazzo è quell´ipotesi di operazione al ginocchio che comparve alcuni mesi fa e che il professor Lelli definì molto delicata. L´ipotesi si potrebbe ripresentare ora, ad ombreggiare fin dall´avvio la stagione di questo ragazzo ventunenne cui il basket ha finora dato molto, ma potrebbe togliere tanto in un colpo. Sugli esiti di questa vicenda sanitaria si gioca ovviamente un pezzo di futuro della Virtus, dopo che Tanjevic aveva individuato in Becirovic uno dei punti forti della squadra, probabilmente il play titolare, e in ogni caso il facitore di gioco più abile e creativo. Accantonato questo puntello, la Virtus potrebbe invece essere costretta a ragionare con un Becirovic a lungo fuori, se davvero andrà ad operarsi, e dunque con la necessità di doverlo sostituire, per di più coi vincoli che quel manuale Cencelli comporta.
Così, resta aperta, e prioritaria, l´ipotesi Sekularac, che è un segnatore più che un creatore: e costa pure tanto. Ma potrebbe tornare l´idea di puntare la residua carta da extracomunitario su un centro, sempre che ce ne siano. Di sicuro, ce ne sono pochi italiani e comunque, sentiti nomi piuttosto usurati da annate opache, si potrebbe scommettere sul ragazzo di casa Barlera, che sarà acerbo, ma un pacchetto con Andersen come pivot titolare può completarlo. E a far gioco? Un po´ Rigaudeau, un po´ Morlende, un po´ Bell. Poi, ai tempi azzurri, Tanjevic usava molto Meneghin… Ce n´è ancora, non solo da fare, ma anche da pensare.
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica