PESARO — Stefano Cioppi non ha lasciato, bensì raddoppiato, oltre a fare il vice di Marco Crespi quest'anno seguirà anche il supergruppo juniores-cadetti della Scavolini da primo allenatore.
Quest'anno anche la formazione titolare è una squadra giovane. «Rispetto alle formazioni a cui ci eravamo abituati sia in Italia che anche alla Scavolini sicuramente sì. C'è un folto gruppo di giocatori sui 22-23 anni che non sono bambini, ma...».
Diciamo allora che abbiamo una squadra piena di «rookies», di ex-universitari che per la prima volta varcano l'Oceano. «Proprio così, questa è una delle difficoltà che affronteremo non solo in questo avvio. Mi sembra però che siamo partiti bene, con grande impegno e determinazione. C'è voglia di fare».
Ci mancherebbe altro. Però è una squadra-scommessa. «Direi che non si tratta del termine più giusto per definire un progetto nuovo della società che ha trovato tutti, dirigenti e tecnici, d'accordo e pienamente solidali. Un progetto che vuole puntare sui giovani e sull'entusiasmo di un gruppo che deve dimostrare la sua forza, la sua consistenza. C'è razionalità più che scommessa. L'idea è quella di fare una sorpresa a molti. L'entusiasmo non manca».
Finora cosa avete fatto? «Abbiamo mostrato ai giocatori cosa fare quando non c'è bisogno del gioco organizzato, dello schema. In quelle situazioni di due contro due o tre contro tre che capitano di continuo nel basket. E' un lavoro anche di mentalità sui cui Crespi punta molto. Adesso abbiamo cominciato a lavorare sui particolari sulla difesa. Ricordiamoci che la squadra è al completo da pochissimo».
Prima uscita con tanti paragoni... «Forse è il caso di non farli perché il progetto completamente nuovo li rende un po' inutili, un po' superflui. McGhee è un grande giocatore d'attacco che, in prospettiva, può valere un DeMarco, ma deve ancora dimostrare il suo valore. A Rimini, ad esempio, è stato bravissimo a scaricare quando veniva raddoppiato Dmj spesso non lo faceva».
Crhis il danese, la sorpresa. «Ci è apparso come era nei filmati, molto veloce e svelto nonostante l'altezza. Ha grandi margini di miglioramento. Mentre Matteo Malaventura ci ha dimostra quanto è già migliorato, anche in regia».
Qualche abulia di troppo a Rimini? «Nella prima parte abbiamo fatto qualche errore di troppo forse perché era tanta la voglia di fare bene, di mostrarsi al pubblico. Cose che capitano».
A proposito, è arrivato Norm Richardson, come le sembra? «Lo avevo visto in cassetta quando stavamo seguendo le varie piste e mi era piaciuto tantissimo. I due allenamenti fatti confermano l'impressione. E' un giocatore di grande eleganza, con un arresto e tiro in elevazione bellissimo a vedersi. A me piace parecchio...».
Quest'anno anche la formazione titolare è una squadra giovane. «Rispetto alle formazioni a cui ci eravamo abituati sia in Italia che anche alla Scavolini sicuramente sì. C'è un folto gruppo di giocatori sui 22-23 anni che non sono bambini, ma...».
Diciamo allora che abbiamo una squadra piena di «rookies», di ex-universitari che per la prima volta varcano l'Oceano. «Proprio così, questa è una delle difficoltà che affronteremo non solo in questo avvio. Mi sembra però che siamo partiti bene, con grande impegno e determinazione. C'è voglia di fare».
Ci mancherebbe altro. Però è una squadra-scommessa. «Direi che non si tratta del termine più giusto per definire un progetto nuovo della società che ha trovato tutti, dirigenti e tecnici, d'accordo e pienamente solidali. Un progetto che vuole puntare sui giovani e sull'entusiasmo di un gruppo che deve dimostrare la sua forza, la sua consistenza. C'è razionalità più che scommessa. L'idea è quella di fare una sorpresa a molti. L'entusiasmo non manca».
Finora cosa avete fatto? «Abbiamo mostrato ai giocatori cosa fare quando non c'è bisogno del gioco organizzato, dello schema. In quelle situazioni di due contro due o tre contro tre che capitano di continuo nel basket. E' un lavoro anche di mentalità sui cui Crespi punta molto. Adesso abbiamo cominciato a lavorare sui particolari sulla difesa. Ricordiamoci che la squadra è al completo da pochissimo».
Prima uscita con tanti paragoni... «Forse è il caso di non farli perché il progetto completamente nuovo li rende un po' inutili, un po' superflui. McGhee è un grande giocatore d'attacco che, in prospettiva, può valere un DeMarco, ma deve ancora dimostrare il suo valore. A Rimini, ad esempio, è stato bravissimo a scaricare quando veniva raddoppiato Dmj spesso non lo faceva».
Crhis il danese, la sorpresa. «Ci è apparso come era nei filmati, molto veloce e svelto nonostante l'altezza. Ha grandi margini di miglioramento. Mentre Matteo Malaventura ci ha dimostra quanto è già migliorato, anche in regia».
Qualche abulia di troppo a Rimini? «Nella prima parte abbiamo fatto qualche errore di troppo forse perché era tanta la voglia di fare bene, di mostrarsi al pubblico. Cose che capitano».
A proposito, è arrivato Norm Richardson, come le sembra? «Lo avevo visto in cassetta quando stavamo seguendo le varie piste e mi era piaciuto tantissimo. I due allenamenti fatti confermano l'impressione. E' un giocatore di grande eleganza, con un arresto e tiro in elevazione bellissimo a vedersi. A me piace parecchio...».
Fonte: Il Resto del Carlino