da www.affaritaliani.it
Giovedì a Indianapolis, nell'indifferenza generale degli sportivi statunitensi, distratti dalla contemporaneità dello Us Open e delusi dall'assenza delle stelle di casa (che preferiscono godersi le vacanze, e pensare alla prossima stagione e ai loro contratti milionari, che alla patriotica causa della loro nazionale), cominceranno i Mondiali di basket. Un evento che, tutto sommato, interessa poco anche noi italiani visto che gli azzurri, tanto per cambiare, sono a casa non essendo riusciti a qualificarsi un anno fa, quando l'Italia, allora allenata da Tanjevic, fallì l'obiettivo.
Così l'unico azzurro a volare ad Indianapolis sarà il neo commissario tecnico Carlo Recalcati che andrà negli States nel ruolo di semplice spettatore interessato. "E' brutto dover guardare dalla tribuna una manifestazione così importante, ma non possiamo fare altro. Per me sarà comunque una trasferta importante visto che vedrò all'opera molte squadre che incontreremo agli Europei del 2003- racconta ad Affari il ct azzurro che spiega - questa esclusione deve far riflettere tutto il nostro movimento e pensare a quanto ci penalizza, anche come immagine".
Il pronostico della manifestazione dovrebbe essere scontato: i favoriti d'obbligo sono gli Stati Uniti, padroni di casa, che però schiereranno una squadra di secondo livello, priva delle grandi stelle della Nba, una formazione non di marziani che dovrà comunque stare attenta alla Jugoslavia. "Gli Stati uniti sono sempre la squadra da battere ma questa formazione non vale certo quelle precedenti e se sbaglieranno l'approccio mentale all'evento potrebbero davvero andare incontro a brutte sorprese. Del resto già alle Olimpiadi di Sydney gli americani hanno rischiato di perdere con la Lituania".
Recalcati affronta poi l’argomento Italia, partendo dalla mancanza di giovani futuribili. "Un gruppo per l'immediato c'è. Ma abbiamo una squadra con un'età compresa fra i 23 e i 31 anni. E alle spalle degli attuali azzurri mancano i ricambi. Bisogna esere realisti. Contavamo molto sugli '82, che però hanno trovato pochissimo spazio e non sono cresciuti, come conferma l'11° posto con cui hanno chiuso ai recenti europei under 20. E alle loro spalle sembra esserci il vuoto fino alle annate 87-88-89".
Colpa dei troppi stranieri che giocano in serie A e tolgono ogni possibile spazio di inserimento per i giovani. "Queste sono cose che abbiamo già detto troppe volte, l'importante ora è lavorare sui settori giovanili e assicurare un futuro a questo sport. Certo mi chiedo come faremo quando il gruppo attuale sarà troppo vecchio".
Fabrizio Carcano
Giovedì a Indianapolis, nell'indifferenza generale degli sportivi statunitensi, distratti dalla contemporaneità dello Us Open e delusi dall'assenza delle stelle di casa (che preferiscono godersi le vacanze, e pensare alla prossima stagione e ai loro contratti milionari, che alla patriotica causa della loro nazionale), cominceranno i Mondiali di basket. Un evento che, tutto sommato, interessa poco anche noi italiani visto che gli azzurri, tanto per cambiare, sono a casa non essendo riusciti a qualificarsi un anno fa, quando l'Italia, allora allenata da Tanjevic, fallì l'obiettivo.
Così l'unico azzurro a volare ad Indianapolis sarà il neo commissario tecnico Carlo Recalcati che andrà negli States nel ruolo di semplice spettatore interessato. "E' brutto dover guardare dalla tribuna una manifestazione così importante, ma non possiamo fare altro. Per me sarà comunque una trasferta importante visto che vedrò all'opera molte squadre che incontreremo agli Europei del 2003- racconta ad Affari il ct azzurro che spiega - questa esclusione deve far riflettere tutto il nostro movimento e pensare a quanto ci penalizza, anche come immagine".
Il pronostico della manifestazione dovrebbe essere scontato: i favoriti d'obbligo sono gli Stati Uniti, padroni di casa, che però schiereranno una squadra di secondo livello, priva delle grandi stelle della Nba, una formazione non di marziani che dovrà comunque stare attenta alla Jugoslavia. "Gli Stati uniti sono sempre la squadra da battere ma questa formazione non vale certo quelle precedenti e se sbaglieranno l'approccio mentale all'evento potrebbero davvero andare incontro a brutte sorprese. Del resto già alle Olimpiadi di Sydney gli americani hanno rischiato di perdere con la Lituania".
Recalcati affronta poi l’argomento Italia, partendo dalla mancanza di giovani futuribili. "Un gruppo per l'immediato c'è. Ma abbiamo una squadra con un'età compresa fra i 23 e i 31 anni. E alle spalle degli attuali azzurri mancano i ricambi. Bisogna esere realisti. Contavamo molto sugli '82, che però hanno trovato pochissimo spazio e non sono cresciuti, come conferma l'11° posto con cui hanno chiuso ai recenti europei under 20. E alle loro spalle sembra esserci il vuoto fino alle annate 87-88-89".
Colpa dei troppi stranieri che giocano in serie A e tolgono ogni possibile spazio di inserimento per i giovani. "Queste sono cose che abbiamo già detto troppe volte, l'importante ora è lavorare sui settori giovanili e assicurare un futuro a questo sport. Certo mi chiedo come faremo quando il gruppo attuale sarà troppo vecchio".
Fabrizio Carcano