SIENA - La Mens Sana attende Alphonso Ford e nel frattempo ha ritrovato German Scarone. Sembra questo il dato più significativo emerso dal ciclo di amichevoli affrontate in Valtellina con Milano, Orlandina, Ulker, Skipper e Borgomanero, risolte con 3 vittorie e 2 sconfitte. Il play italo-argentino, reduce dalla riabilitazione dopo un grave infortunio al ginocchio e che voci della prima ora davano al rientro non prima di ottobre, ha tenuto il parquet con autorità, si è guadagnato minuti ed è stato probabilmente la nota più lieta della trasferta in montagna. Alle porte c’è il torneo di Urbino, venerdì e sabato, un altro banco di prova che il gaucho potrà sfruttare a proprio favore.
“Sono contento - ammette il giocatore - perché ho potuto giocare e riprendere il ritmo della gara, che mi mancava da un po’. In più non ho sentito dolore”.
Il giorno del raduno sembrava che tu dovessi tornare in campo a ottobre. E’ ancora quella la scadenza?
“Non si può dire ancora, non c’è un piano preciso. Io stesso mi sono stupito per il minutaggio che ho avuto in queste prime amichevoli, ma ho imparato ad andare con i piedi di piombo e a vivere alla giornata. Non significa niente il fatto che ho trovato spazio, però mi è servito per l’amalgama”.
A che punto pensi che sia il tuo recupero?
“Ci vorrà ancora del tempo, ma quelli che ho avuto in Valtellina sono segnali belli. Sono convinto di me e il lavoro non mi spaventa, però voglio fare le cose con calma. Adesso conta il potenziamento fisico, l’aspetto tecnico verrà da sé in un secondo momento. Spero di poter essere utile alla squadra il prima possibile”.
Fin dall’esordio del 22 settembre?
“Non pretendo di essere né al 100% né all’80% per quella data. Mi accontenterei di dare una mano, in caso di necessità”
La Montepaschi si è molto rinnovata. Come l’hai vista muovere, dall’interno, a Bormio?
“Nelle prime partite si fa sempre fatica, specialmente se ci sono tanti elementi nuovi. Alla Mens Sana, però, ci sono grandi campioni, bravi ed esperti, che in pochi giorni sono riusciti a giocare di squadra. Questo è un buon inizio, anche se mancavano due pedine fondamentali come Ford e Turkcan. In una inteialatura del genere, per loro sarà più facile inserirsi”.
Marco De Candia
“Sono contento - ammette il giocatore - perché ho potuto giocare e riprendere il ritmo della gara, che mi mancava da un po’. In più non ho sentito dolore”.
Il giorno del raduno sembrava che tu dovessi tornare in campo a ottobre. E’ ancora quella la scadenza?
“Non si può dire ancora, non c’è un piano preciso. Io stesso mi sono stupito per il minutaggio che ho avuto in queste prime amichevoli, ma ho imparato ad andare con i piedi di piombo e a vivere alla giornata. Non significa niente il fatto che ho trovato spazio, però mi è servito per l’amalgama”.
A che punto pensi che sia il tuo recupero?
“Ci vorrà ancora del tempo, ma quelli che ho avuto in Valtellina sono segnali belli. Sono convinto di me e il lavoro non mi spaventa, però voglio fare le cose con calma. Adesso conta il potenziamento fisico, l’aspetto tecnico verrà da sé in un secondo momento. Spero di poter essere utile alla squadra il prima possibile”.
Fin dall’esordio del 22 settembre?
“Non pretendo di essere né al 100% né all’80% per quella data. Mi accontenterei di dare una mano, in caso di necessità”
La Montepaschi si è molto rinnovata. Come l’hai vista muovere, dall’interno, a Bormio?
“Nelle prime partite si fa sempre fatica, specialmente se ci sono tanti elementi nuovi. Alla Mens Sana, però, ci sono grandi campioni, bravi ed esperti, che in pochi giorni sono riusciti a giocare di squadra. Questo è un buon inizio, anche se mancavano due pedine fondamentali come Ford e Turkcan. In una inteialatura del genere, per loro sarà più facile inserirsi”.
Marco De Candia