LIVORNO. Siamo entrati nelle 48 ore decisive per la trattativa tra la Mabo e Miles Simon. Dagli States non è giunta nessuna ufficialità sul taglio che la guardia di Arizona avrebbe subito al minicamp dei Sonics. Lunedì Mark Fleisher, l'agente del giocatore, non era reperibile. Il fatto però che Seattle Times e Seattle Post, i due quotidiani della città di Washington State, così come i siti specializzati non abbiano speso una riga sulla prestazione di Simon, lascia intedere che il bombardiere non sia riuscito a strappare l'ingaggio tra i pro Usa.
E allora, come abbiamo scritto più volte, l'attacco da via Pera è partito immediatamente. Ieri notte Faraoni aveva un appuntamento telefonico con Fleisher. «Gli chiederò come è andato il camp e quali sono le intenzioni del giocatore», spiegava in serata il giemme amaranto. «Vogliamo capire se vuole tentare ancora la carta Nba, sperando magari di avere una chiamata a campionato in corso, oppure tornare in Europa. Entro 48 vogliamo una risposta. Non ci possiamo permettere tempi troppo lunghi, condizionando il lavoro della squadra e dell'allenatore». Anche perchè tra pratiche burocratiche, visti e tickets aerei, una firma posta sul contratto venerdì significherebbe l'arrivo di Simon una settimana dopo, vale a dire il 6, 7 settembre, appena due settimane prima dell'inizio del campionato.
La sua offerta economica, Livorno l'ha presentata tempo fa a Miles. Ora sta alla stellina nata a Stoccolma e cresciuta in Arizona decidere. «Simon sa quanto teniamo che torni a vestire la nostra maglia. Però ora non possiamo più aspettare - continua Faraoni - Se non è convinto ce lo dica. Di guardie tiratrici in giro ce ne sono molte, guarderemo ad altre situazioni». Come si vede, siamo alle porte con i sassi. Come andrà a finire? Difficile fare una previsione. A quanto pare l'offerta partita da via Pera è di una certa consistenza. Le alternative europee che si prospettano al giocatore sarebbero quelle greche e spagnole. Resterebbe da capire però quanto Simon potrebbe vestirsi da protagonista come piace a lui (e pretendere un ingaggio da protagonista) in squadre di alto livello come ad esempio il Peristeri. Ecco allora che se l'ex Arizona deciderà ancora una volta di rinunciare al miraggio Nba (l'anno scorso dopo il taglio dei Clippers finì in Cba) l'ipotesi Livorno sembrerebbe la più accreditata.
Sull'andamento del minicamp di Seattle in realtà si sa poco. I giornali dello stato di Washington in questi giorni hanno incentrato la loro attenzione sulle grandi mosse dei Sonics come quelle relative a Desmond Mason e Rashard Lewis, poi sulla ricerca di un giovane pivot durante il minicamp della scorsa settimana, a cui ha partecipato come assistente di McMillan anche Kareem Abdul Jabbar. Su Simon non è stato speso un rigo. D'altra parte di guardie tiratrici in giro per gli States ce ne sono molte, e nonostante i titoli raccolti da Simon l'anno scorso con i Dakota in Cba, il giocatore appare oggettivamente leggero dal punto di vista fisico per fare la differenza, ma anche per avere un piccolo minutaggio in Nba.
Sul fronte Mabo intanto prosegue il raduno della squadra in quel di Poppi. Ieri ha cominciato a lavorare anche Rodney Elliott. Buone notizie da Mutavdzic, il quale si è ripreso dal piccolo infortunio che lo aveva tenuto in panchina più del dovuto nel match con Providence e che ieri è tornato sul parquet.
Giulio Corsi
E allora, come abbiamo scritto più volte, l'attacco da via Pera è partito immediatamente. Ieri notte Faraoni aveva un appuntamento telefonico con Fleisher. «Gli chiederò come è andato il camp e quali sono le intenzioni del giocatore», spiegava in serata il giemme amaranto. «Vogliamo capire se vuole tentare ancora la carta Nba, sperando magari di avere una chiamata a campionato in corso, oppure tornare in Europa. Entro 48 vogliamo una risposta. Non ci possiamo permettere tempi troppo lunghi, condizionando il lavoro della squadra e dell'allenatore». Anche perchè tra pratiche burocratiche, visti e tickets aerei, una firma posta sul contratto venerdì significherebbe l'arrivo di Simon una settimana dopo, vale a dire il 6, 7 settembre, appena due settimane prima dell'inizio del campionato.
La sua offerta economica, Livorno l'ha presentata tempo fa a Miles. Ora sta alla stellina nata a Stoccolma e cresciuta in Arizona decidere. «Simon sa quanto teniamo che torni a vestire la nostra maglia. Però ora non possiamo più aspettare - continua Faraoni - Se non è convinto ce lo dica. Di guardie tiratrici in giro ce ne sono molte, guarderemo ad altre situazioni». Come si vede, siamo alle porte con i sassi. Come andrà a finire? Difficile fare una previsione. A quanto pare l'offerta partita da via Pera è di una certa consistenza. Le alternative europee che si prospettano al giocatore sarebbero quelle greche e spagnole. Resterebbe da capire però quanto Simon potrebbe vestirsi da protagonista come piace a lui (e pretendere un ingaggio da protagonista) in squadre di alto livello come ad esempio il Peristeri. Ecco allora che se l'ex Arizona deciderà ancora una volta di rinunciare al miraggio Nba (l'anno scorso dopo il taglio dei Clippers finì in Cba) l'ipotesi Livorno sembrerebbe la più accreditata.
Sull'andamento del minicamp di Seattle in realtà si sa poco. I giornali dello stato di Washington in questi giorni hanno incentrato la loro attenzione sulle grandi mosse dei Sonics come quelle relative a Desmond Mason e Rashard Lewis, poi sulla ricerca di un giovane pivot durante il minicamp della scorsa settimana, a cui ha partecipato come assistente di McMillan anche Kareem Abdul Jabbar. Su Simon non è stato speso un rigo. D'altra parte di guardie tiratrici in giro per gli States ce ne sono molte, e nonostante i titoli raccolti da Simon l'anno scorso con i Dakota in Cba, il giocatore appare oggettivamente leggero dal punto di vista fisico per fare la differenza, ma anche per avere un piccolo minutaggio in Nba.
Sul fronte Mabo intanto prosegue il raduno della squadra in quel di Poppi. Ieri ha cominciato a lavorare anche Rodney Elliott. Buone notizie da Mutavdzic, il quale si è ripreso dal piccolo infortunio che lo aveva tenuto in panchina più del dovuto nel match con Providence e che ieri è tornato sul parquet.
Giulio Corsi