Era quasi finito l’allenamento quando ieri sera il faccione simpatico di Chandler Thompson ha fatto capolino nella palestra del Marinoni, casa della Snaidero in questa preparazione pre-campionato. Sbarcato a Venezia alle 17.30 e accompagnato dal gm Giancarlo Sarti, il nuovo small forward (molto poco small, a dire il vero...) si è subito presentato allo staff tecnico e ai suoi compagni. La prima impressione è condizionata dalla mole di Chandler. «Sono alto 1.94 – si presenta – e attualmente peso circa 110 kg. Il mio peso forma, comunque, è solo qualche chilo in meno e non farò fatica a entrare in condizione: datemi una settimana e vedrete». La prima curiosità, ovviamente, è legata al ritardo con cui si è presentato in Friuli. «Il problema è stato il passaporto – spiega Thompson, mentre Giancarlo Sarti, lì vicino, conferma tutto –: siccome faccio da parecchi anni avanti-indietro tra Europa e Stati Uniti, avevo esaurito i fogli per i timbri. Ho dovuto spedire i documenti a casa, poi attendere che arrivassero via posta al consolato, con tutti i timbri a posto. Solo martedì ho avuto in mano il visto e mi sono organizzato per partire».
Meglio tardi che mai. Quali le tue qualità cestistiche?
«Sono un all around: mi piace far tutto. Parto come ala piccola, ma so giocare sotto canestro, come tirare dalla distanza. Però tutto dipende da cosa mi chiede di fare il coach».
Le tue caratteristiche tecniche si sposano alla perfezione con quelle di Alexander: vi vedremo spesso scambiarvi la posizione in campo.
«Facile a dirsi, meno a farsi. Prima dovrò scendere in campo almeno una volta, poi ne riparleremo. Comunque è tutto un fatto mentale: bisogna giocare concentrati e allora le cose vengono da sé».
Thompson, Alexander, Stern, forse Woolridge: quattro americani per due posti a referto in Uleb cup.
«Lo so, ma ora non è un problema: deciderà il coach».
A proposito di competizioni: l’anno scorso hai portato Fabriano ai play-off. Quest’anno?
«Spero di fare altrettanto con la Snaidero, come mi auguro di disputare una convincente Coppa Uleb».
L’esperienza per riuscire bene in arancione non ti manca.
«Dopo quattro anni all’università di Ball State, dove ho fatto da mentore a Bonzi Wells, ora star Nba a Portland (attuale squadra di Charlie Smith, ndr) ho giocato per otto stagioni e mezzo in Spagna (cinque all’Estudiantes Madrid, con un secondo e un terzo posto nella Liga come miglior risultato e tre all’Ourense), poi mezza stagione in Grecia e due a Fabriano. Ora la Snaidero».
Pronto per giocare a Lignano, domani?
«Sono in discreta forma, ma farò ciò che vuole il coach».
Francesco Tonizzo
Meglio tardi che mai. Quali le tue qualità cestistiche?
«Sono un all around: mi piace far tutto. Parto come ala piccola, ma so giocare sotto canestro, come tirare dalla distanza. Però tutto dipende da cosa mi chiede di fare il coach».
Le tue caratteristiche tecniche si sposano alla perfezione con quelle di Alexander: vi vedremo spesso scambiarvi la posizione in campo.
«Facile a dirsi, meno a farsi. Prima dovrò scendere in campo almeno una volta, poi ne riparleremo. Comunque è tutto un fatto mentale: bisogna giocare concentrati e allora le cose vengono da sé».
Thompson, Alexander, Stern, forse Woolridge: quattro americani per due posti a referto in Uleb cup.
«Lo so, ma ora non è un problema: deciderà il coach».
A proposito di competizioni: l’anno scorso hai portato Fabriano ai play-off. Quest’anno?
«Spero di fare altrettanto con la Snaidero, come mi auguro di disputare una convincente Coppa Uleb».
L’esperienza per riuscire bene in arancione non ti manca.
«Dopo quattro anni all’università di Ball State, dove ho fatto da mentore a Bonzi Wells, ora star Nba a Portland (attuale squadra di Charlie Smith, ndr) ho giocato per otto stagioni e mezzo in Spagna (cinque all’Estudiantes Madrid, con un secondo e un terzo posto nella Liga come miglior risultato e tre all’Ourense), poi mezza stagione in Grecia e due a Fabriano. Ora la Snaidero».
Pronto per giocare a Lignano, domani?
«Sono in discreta forma, ma farò ciò che vuole il coach».
Francesco Tonizzo