ROSETO - Siete giocatori di basket e volete la sicurezza del posto di lavoro? Girate alla larga da Roseto, almeno fino a quando il datore di lavoro è "Iron Mike" Martinelli. Altro che Articolo 18! Il Patron rosetano è il Principe dei liberisti, in tema di ingaggi e rivoluzioni di squadra. E così ha riaperto le porte della "Base NATO di Roseto" (per dirla con Lorenzo Settepanella). Sul cartellone degli arrivi, lo scorrere delle lettere si ferma, componendo qualche nome. Sembrerebbero già contrattualizzati il play Sean Colson e la guardia tiratrice Vernon "Mad" Maxwell (un peperino che ha vinto 2 titoli NBA a Houston). In trattativa sarebbero invece l'ala piccola Willie Burton (opzione più raggiungibile rispetto a Cedric Ceballos), l'ala grande Terquin Mott e il centro Olden Polynice. Avete letto bene: 5 nuovi arrivi, oltre a Brunner, che deve ancora esordire. Un quintetto nuovo di zecca, alla faccia di chi invita Martinelli a vedere la questione "porte aperte" anche dal punto di vista dell'impossibilità di fare squadra. Ma il numero uno di Via Salara, evidentemente, va avanti seguendo la linea di pensiero di Oscar Wilde, che ammoniva: "L'uomo che vede entrambi i lati di una questione è un uomo che non vede assolutamente nulla". Chissà come sarà contento Coach Impaloni, che alla fine di questa stagione avrà comunque in testa materiale per un libro di memorie da reduce di un ottovolante col singhiozzo. Arriveranno? Tutti o in parte? Chissà, Martinelli è uomo da grandi progetti: gli unici che hanno la magia di entusiasmare. E poi, riguardo alla disponibilità di atleti, avendo ormai superato la quarantina in caso di arrivo degli ultimi, la vede come Marylin Monroe vedeva gli uomini: "Sono autobus, ad ogni fermata ogni 5 minuti ne passa uno". Come finirà? Chi può dirlo. Parafrasando Schopenhauer: "Martinelli mischia le carte e noi giochiamo".
Luca Maggitti
Luca Maggitti