ROSETO - Ancora un giorno e poi il Roseto Basket Town lascerà il ritiro di Norcia, dal quale arrivano notizie di una squadra in crescita in un ambiente sereno. E mentre la Melillo Band si prepara per il quadrangolare di fine settimana a Jesi (insieme a Jesi, Osimo e Varese), a Roseto sono tornati Valerio Bianchini, Maurizio Cicconi e Andrija Gavrilovic, per svolgere una leva destinata ai ragazzi di tutta la regione Abruzzo. I giovani, che hanno lavorato al palasport di Roseto sotto l'occhio dello staff rosetano e degli istruttori delle società di origine, saranno seguiti per l'intera stagione. Alla fine, i migliori potranno passare al Roseto Basket Town, con cui disputeranno il campionato Cadetti 2003/2004. Unanimi i consensi all'iniziativa voluta da Enzo Amadio, come sottolinea una convinta Malì Pomilio, che ha portato alcuni giovani interessanti: Era ora che qualcuno si muovesse. Questa iniziativa fa bene al movimento. A margine del lavoro in palestra, abbiamo scambiato alcune impressioni con Gavrilovic, jugoslavo, Responsabile del settore giovanile del Roseto, il quale ha dichiarato: Puntiamo, mediante un programma triennale, a ricostituire completamente il settore giovanile del Roseto Basket Town, con la strutturazione di squadre per tutti i campionati. Le leve che stiamo facendo servono a instaurare preziosi rapporti di collaborazione con le società abruzzesi e individuare i ragazzi futuribili. Ma l'obiettivo del settore giovanile del Roseto non è soltanto quello di costruire campioni per la serie A, come precisa Gavrilovic: Lavoriamo su tutti i ragazzi perché lo sport è una importante palestra di vita. E poi non è detto che i giocatori siano soltanto quelli di serie A: anche in cadetteria e in C c'è bisogno di giocatori e, se riusciamo a produrli in loco, possiamo di certo agevolare il compito delle molte squadre delle serie minori che ci sono sul territorio. Da un decennio ormai in Italia, Gavrilovic è però un prezioso testimone per confrontare il sistema di avviamento al basket jugoslavo rispetto a quello italiano: Diciamo che in Jugoslavia c'è più volontà di affermarsi, più "fame". Per il resto, direi che la scuola allenatori è ottima in entrambe le nazioni. Riguardo all'insegnamento ai giovani, i nostri allenatori amano ripetere: "Innanzitutto non fare danni"..
Luca Maggitti
Luca Maggitti