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Virtus, ecco Charlie Bell

"Datemi tanti palloni e vinceremo tutto"

CHARLIE Bell è arrivato a Bologna con la fama del predestinato e pure dell´indispensabile, data l´ecatombe di acciacchi bianconeri. E tanto essere all´altezza, si è presentato con la maglietta degli Spartans di Michigan State, la sua università e quella di Magic Johnson, che Charlie ha riportato al titolo nel 2000. Magic l´aveva fatto nel '79, proprio quando Bell era nato: incroci da vincente, d´altronde la nomea che si è fatto è questa. Oggi farà le visite mediche e raggiungerà subito la squadra a Urbino per debuttare.
Dopo lo scudetto preso in 4 mesi con Treviso cosa si può fare per la Virtus?
«Vincerlo un´altra volta e anche il titolo europeo mi è scappato alla penultima partita. Vorrei arrivare fino in fondo, come credo la Virtus. So che a Bologna prendete la pallacanestro molto seriamente, si parla molto di basket, ci sono rivali alla porta accanto. Come nel basket universitario, in questo meglio che i pro».
L´Nba però doveva essere l´approdo per la nuova stagione: come mai il ritorno in Europa?
«Ho fatto i camp con Indiana e Utah, ma c´erano molte guardie e non molta voglia di cambiare. Non volevo restare ad aspettare. Il mio desiderio è giocare molte partite, il più possibile. Ed è meglio partire da inizio stagione, anche se l´ultima volta è stato positivo anche l´arrivo in corsa».
Date le circostanze diverse, potrebbe cambiare il gioco di Bell, che per quello che si è visto in Italia è un elemento dalle grandi «strisce» di canestri e anche qualche pausa?
«Non credo di dover mutare il mio basket. La Benetton era forte prima che io arrivassi e anche la Virtus lo è. Non voglio stravolgere niente, migliorare la squadra sì. Mi piace avere i palloni importanti, so di essere in grado di fare punti. Semplice, voglio essere in campo: ho fatto l´Nba, ma in panca con Dallas e Phoenix, la panchina a lungo non mi si addice. Non ho paura di prendere il tiro quando serve, ma vedo bene anche i compagni. Partendo dall´inizio della stagione, l´obiettivo è di fare meglio che nella passata, dove magari facevo sfracelli, ma solo per un quarto. Ho più tempo per migliorarmi e per trovare la giusta continuità».
(f.fo.)
Fonte: La Repubblica
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