"Sul nuovo dizionario, alla voce 'passaporto', ci sarà scritto 'finalmente'". Può - finalmente - scherzare e rilassarsi Mario Ghiacci, riassumendo ieri in conferenza stampa l'odissea tra visti, consolati, leggi e regolamenti per portare a Trieste Terrance Roberson. "Confesso che abbiamo risolto le cose quando eravamo a un pelo dal rinunciare", spiega il giemme, "ma alla fine, smuovendo mezzo mondo, ce l'abbiamo fatta, vedendo premiata la nostra tenacia perché in Roberson crediamo molto. La prima impressione è ottima e questo ci rassicura ancora sulla scelta che abbiamo fatto. Per il momento la nostra campagna acquisti è finita qui. La squadra è completa".
"Diamo a Terrance Roberson il benvenuto da parte della Pallacanestro Trieste e della città con i suoi tifosi", sottolinea il presidente Roberto Cosolini, "è un giocatore che abbiamo cercato e fortemente voluto. Gli diamo l'occasione di fare un salto di qualità, completando la sua maturazione come atleta. Finora ha espresso il suo grande talento solo a tratti, ci auguriamo che Trieste possa essere l'occasione della sua definitiva consacrazione".
A margine della presentazione di Roberson, Cosolini fa brevemente il punto sulla situazione sponsor: "Credo di poter dire che entro qualche settimana porteremo a completamento la compagine degli sponsor. Intanto siamo la Pallacanestro Trieste".
"Piacere, TiRo, numero 20"
Ti-Ro. Il nickname di Terrance Roberson è già tutto un programma di buoni auspici e auspicabili sfracelli sul parquet per i colori triestini. Magari sull'esatta trascrizione occorrerà un supplemento d'indagine, però la pronuncia è quella. Per nulla fiaccato, almeno a prima vista, dal jet lag - "in aereo da Los Angeles ho dormito tutto il tempo", confessa - arrivato mercoledì sera a Trieste e subito messo sotto dopocena dallo staff tecnico, coach Pancotto in testa, per fargli apprendere l'abc sotto San Giusto, Terrance si è già calato nel nuovo ruolo con la doppia razione di allenamento di ieri, dimostrando un buono stato generale, testimoniato da un fisico tirato e asciutto.
"Le mie caratteristiche? Tiro, buona propensione difensiva, abilità nei tagli a canestro, predilezione per il gioco in campo aperto", risponde. Da Roberson Pancotto si aspetta questo e altro: "La prima cosa che dovrà capire è che, diversamente dall'America, da noi i giocatori d'oltreoceano non possono limitarsi a fare gli specialisti. Da lui mi attendo quindi versatilità, e naturalmente difesa, rimbalzi e imprevedibilità e pericolosità in attacco".
Trieste ha scommesso su di lui, e lui ha scommesso su Trieste: "Per me è una grande possibilità come giocatore e come uomo. E' la mia prima esperienza lontano dagli Usa: starà a me dimostrare quanto valgo, camminando assieme alla squadra. Ad ogni modo, per fare questo passo non potevo scegliere un paese migliore dell'Italia per vivere e giocare".
Tutti disposti a portarlo per mano, ma poi, spiega il coach, "dovrà camminare da solo. Terrance avrà una settimana per ambientarsi alla sua nuova vita, fatta anche di piccole cose come imparare a guidare senza il cambio automatico. Dopodiché, mi aspetto un deciso cambio di marcia da lui".
Inutile chiedere a Terrance impressioni sui compagni o sulla città. Meglio andare sul personale, e così si scopre che adora mangiare pesce e che quello italiano in genere è il suo secondo cibo preferito: "Per il pesce mi pare di essere capitato nel posto giusto", dice ridendo. E' rimasto un po' male quando gli hanno spiegato che non avrebbe potuto giocare con il 44, il suo numero preferito. E così Terrance Roberson, ultimo tassello della Pallacanestro Trieste 2002/03, giocherà con il 20.
"Se avete lui, mollate gli altri"
Una sera calda d'estate, attorno alle otto. Cesare Pancotto e Mario Ghiacci sono in sede alla ricerca del fatidico numero 3. Coach e giemme hanno tre nomi sul taccuino, uno è quello di Terrance Roberson. Suona il telefono, risponde il coach, all'altro capo c'è "il nostro osservatore mondiale", come lo definisce Pancotto, che, appena saputo chi Trieste sta cercando, è lapidario: se potete arrivare a Roberson, dice, mollate subito tutti gli altri, ne vale la pena. In quattro e quattr'otto coach e giemme trovano l'agente, lo contattano e sono soddisfatti di essere sulla pista giusta. E lo sono ancora di più quando l'agente prospetta a Ghiacci e Pancotto "una soluzione economica favorevole", spiega il coach, che così racconta in conferenza stampa come Trieste è arrivata a Terrance Roberson.
"Diamo a Terrance Roberson il benvenuto da parte della Pallacanestro Trieste e della città con i suoi tifosi", sottolinea il presidente Roberto Cosolini, "è un giocatore che abbiamo cercato e fortemente voluto. Gli diamo l'occasione di fare un salto di qualità, completando la sua maturazione come atleta. Finora ha espresso il suo grande talento solo a tratti, ci auguriamo che Trieste possa essere l'occasione della sua definitiva consacrazione".
A margine della presentazione di Roberson, Cosolini fa brevemente il punto sulla situazione sponsor: "Credo di poter dire che entro qualche settimana porteremo a completamento la compagine degli sponsor. Intanto siamo la Pallacanestro Trieste".
"Piacere, TiRo, numero 20"
Ti-Ro. Il nickname di Terrance Roberson è già tutto un programma di buoni auspici e auspicabili sfracelli sul parquet per i colori triestini. Magari sull'esatta trascrizione occorrerà un supplemento d'indagine, però la pronuncia è quella. Per nulla fiaccato, almeno a prima vista, dal jet lag - "in aereo da Los Angeles ho dormito tutto il tempo", confessa - arrivato mercoledì sera a Trieste e subito messo sotto dopocena dallo staff tecnico, coach Pancotto in testa, per fargli apprendere l'abc sotto San Giusto, Terrance si è già calato nel nuovo ruolo con la doppia razione di allenamento di ieri, dimostrando un buono stato generale, testimoniato da un fisico tirato e asciutto.
"Le mie caratteristiche? Tiro, buona propensione difensiva, abilità nei tagli a canestro, predilezione per il gioco in campo aperto", risponde. Da Roberson Pancotto si aspetta questo e altro: "La prima cosa che dovrà capire è che, diversamente dall'America, da noi i giocatori d'oltreoceano non possono limitarsi a fare gli specialisti. Da lui mi attendo quindi versatilità, e naturalmente difesa, rimbalzi e imprevedibilità e pericolosità in attacco".
Trieste ha scommesso su di lui, e lui ha scommesso su Trieste: "Per me è una grande possibilità come giocatore e come uomo. E' la mia prima esperienza lontano dagli Usa: starà a me dimostrare quanto valgo, camminando assieme alla squadra. Ad ogni modo, per fare questo passo non potevo scegliere un paese migliore dell'Italia per vivere e giocare".
Tutti disposti a portarlo per mano, ma poi, spiega il coach, "dovrà camminare da solo. Terrance avrà una settimana per ambientarsi alla sua nuova vita, fatta anche di piccole cose come imparare a guidare senza il cambio automatico. Dopodiché, mi aspetto un deciso cambio di marcia da lui".
Inutile chiedere a Terrance impressioni sui compagni o sulla città. Meglio andare sul personale, e così si scopre che adora mangiare pesce e che quello italiano in genere è il suo secondo cibo preferito: "Per il pesce mi pare di essere capitato nel posto giusto", dice ridendo. E' rimasto un po' male quando gli hanno spiegato che non avrebbe potuto giocare con il 44, il suo numero preferito. E così Terrance Roberson, ultimo tassello della Pallacanestro Trieste 2002/03, giocherà con il 20.
"Se avete lui, mollate gli altri"
Una sera calda d'estate, attorno alle otto. Cesare Pancotto e Mario Ghiacci sono in sede alla ricerca del fatidico numero 3. Coach e giemme hanno tre nomi sul taccuino, uno è quello di Terrance Roberson. Suona il telefono, risponde il coach, all'altro capo c'è "il nostro osservatore mondiale", come lo definisce Pancotto, che, appena saputo chi Trieste sta cercando, è lapidario: se potete arrivare a Roberson, dice, mollate subito tutti gli altri, ne vale la pena. In quattro e quattr'otto coach e giemme trovano l'agente, lo contattano e sono soddisfatti di essere sulla pista giusta. E lo sono ancora di più quando l'agente prospetta a Ghiacci e Pancotto "una soluzione economica favorevole", spiega il coach, che così racconta in conferenza stampa come Trieste è arrivata a Terrance Roberson.