PESARO — In realtà i giocatori nuovi di questa Scavolini dal volto giovane sono otto e non sette. L'ottavo, almeno in queste prime amichevoli, è Misha Beric perchè appare tutt'altro giocatore rispetto allo scorso anno: più reattivo e motivato dal punto di vista caratteriale, più efficace e produttivo sotto il profilo tecnico. Ha steccato solo la partita con Osimo, come del resto l'intera squadra, mentre nelle altre gare ha tenuto una media di venti punti, cosa mai successa nella sua prima, grigia, stagione pesarese. Che sia più sicuro e convinto dei suoi mezzi emerge da tanti piccoli particolari: il passaggio spettacolare che ogni tanto cerca per i compagni, gli incoraggiamenti ai più giovani, la furbizia di guadagnarsi magari un tiro libero aggiuntivo guardandosi le spalle prima di scagliare la bomba. Gioca col sorriso, il serbo, ed è un'altra musica.
«Se lo dite voi, sono d'accordo. Quest'anno voglio parlare in campo, ma è sicuro che mi sento bene in questa situazione e anche le impressioni delle prime gare sono buone. Comunque — aggiunge Beric — non sono ancora in forma, parto forte ma non ho ancora tenuta sui 40', le gambe sono pesanti perché abbiamo lavorato sodo. Posso fare meglio di così...».
Un tipo di pallacanestro che meglio si adatta a Beric e che promette di divertire.
«Anche io penso che sia più dinamica e bella da vedere perchè ci sono più movimenti, meno gioco con la palla, più blocchi, maggior uso del penetra e scarica. Non ho visto nessun egoista in campo, tutti vogliono passare la palla: questo è un aspetto che mi piace molto».
Quali potrebbero essere i limiti di questa Scavolini?
«L'età media molto giovane potrà portare un po' di alti e bassi. Dovremo cercare di limitare il più possibile i passaggi dai momenti di euforia a quelli di avvilimento».
Quali segnali dal torneo di Urbino?
«Stiamo migliorando partita dopo partita, dimostrando che possiamo giocarcela anche contro una grande squadra come la Benetton. Loro erano quasi al completo e comunque a noi mancavano Pecile e Richardson, perciò sono soddisfatto».
Intanto Beric ha portato a casa da Urbino la coppa di miglior realizzatore: contento?
«Avrei preferito vincere il torneo con la mia squadra, ma dobbiamo essere ugualmente fieri perché abbiamo fatto bella figura in un quadrangolare dove c'erano tre formazioni che puntano allo scudetto».
Elisabetta Ferri
«Se lo dite voi, sono d'accordo. Quest'anno voglio parlare in campo, ma è sicuro che mi sento bene in questa situazione e anche le impressioni delle prime gare sono buone. Comunque — aggiunge Beric — non sono ancora in forma, parto forte ma non ho ancora tenuta sui 40', le gambe sono pesanti perché abbiamo lavorato sodo. Posso fare meglio di così...».
Un tipo di pallacanestro che meglio si adatta a Beric e che promette di divertire.
«Anche io penso che sia più dinamica e bella da vedere perchè ci sono più movimenti, meno gioco con la palla, più blocchi, maggior uso del penetra e scarica. Non ho visto nessun egoista in campo, tutti vogliono passare la palla: questo è un aspetto che mi piace molto».
Quali potrebbero essere i limiti di questa Scavolini?
«L'età media molto giovane potrà portare un po' di alti e bassi. Dovremo cercare di limitare il più possibile i passaggi dai momenti di euforia a quelli di avvilimento».
Quali segnali dal torneo di Urbino?
«Stiamo migliorando partita dopo partita, dimostrando che possiamo giocarcela anche contro una grande squadra come la Benetton. Loro erano quasi al completo e comunque a noi mancavano Pecile e Richardson, perciò sono soddisfatto».
Intanto Beric ha portato a casa da Urbino la coppa di miglior realizzatore: contento?
«Avrei preferito vincere il torneo con la mia squadra, ma dobbiamo essere ugualmente fieri perché abbiamo fatto bella figura in un quadrangolare dove c'erano tre formazioni che puntano allo scudetto».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino