TRIESTE – Il Lignanobasket ha fornito buone indicazioni allo staff biancorosso, alle prese con un momento fondamentale per la ricerca di un assetto di squadra. Il torneo ha confermato le ottime potenzialità di un roster sulla carta molto completo, grazie alla solidità di un affidabile reparto lunghi, in cui a Lignano mancava Casoli, e alla pericolosità perimetrale dei piccoli.
«La squadra ha fatto vedere buone cose e altre che non mi sono piaciute – dice coach Pancotto –. C’è stata un’alternanza di fasi in cui il singolo dava dimostrazione di sapersi esprimere egregiamente e fasi in cui, al contrario, dimostrava di non essere in sintonia con il resto del gruppo. Ce l’aspettavamo, giacché non s’è potuto effettuare finora un lavoro nè di qualità nè di quantità».
Infatti, Trieste si trova a dovere fare i conti con inevitabili problemi di frammentarietà a causa dei pochi allenamenti alle spalle degli ultimi arrivati: Sy con 9, Erdmann con 7 e Roberson con 3. Quindi, c’è differenza nella preparazione fra chi ha cominciato l’8 agosto e gli altri. Problemi di ambientamento ha, soprattutto, il neoacquisto Roberson che, non avendo avuto precedenti esperienze di basket europeo, deve entrare nella mentalità di gioco continentale.
«Abbiamo bisogno di tempo e di lavoro per compensare la nostra discontinuità - conferma il coach -. Psicologicamente dobbiamo trovare una solida identità di squadra, cioè fare capire al singolo le responsabilità e il ruolo in modo da riuscire a dare una precisa fisionomia al collettivo. Tecnicamente, dobbiamo cercare un equilibrio fra soluzioni offensive degli interni e degli esterni in un gioco votato all’intensità».
Sul fronte societario, intanto, all’ordine del giorno c’è sempre la ricerca del main sponsor. Cosolini è ottimista e afferma di avere contatti in corso. Forse, riuscirà a dare qualche buona notizia entro la prima metà di settembre.
Andrea Deugeni
«La squadra ha fatto vedere buone cose e altre che non mi sono piaciute – dice coach Pancotto –. C’è stata un’alternanza di fasi in cui il singolo dava dimostrazione di sapersi esprimere egregiamente e fasi in cui, al contrario, dimostrava di non essere in sintonia con il resto del gruppo. Ce l’aspettavamo, giacché non s’è potuto effettuare finora un lavoro nè di qualità nè di quantità».
Infatti, Trieste si trova a dovere fare i conti con inevitabili problemi di frammentarietà a causa dei pochi allenamenti alle spalle degli ultimi arrivati: Sy con 9, Erdmann con 7 e Roberson con 3. Quindi, c’è differenza nella preparazione fra chi ha cominciato l’8 agosto e gli altri. Problemi di ambientamento ha, soprattutto, il neoacquisto Roberson che, non avendo avuto precedenti esperienze di basket europeo, deve entrare nella mentalità di gioco continentale.
«Abbiamo bisogno di tempo e di lavoro per compensare la nostra discontinuità - conferma il coach -. Psicologicamente dobbiamo trovare una solida identità di squadra, cioè fare capire al singolo le responsabilità e il ruolo in modo da riuscire a dare una precisa fisionomia al collettivo. Tecnicamente, dobbiamo cercare un equilibrio fra soluzioni offensive degli interni e degli esterni in un gioco votato all’intensità».
Sul fronte societario, intanto, all’ordine del giorno c’è sempre la ricerca del main sponsor. Cosolini è ottimista e afferma di avere contatti in corso. Forse, riuscirà a dare qualche buona notizia entro la prima metà di settembre.
Andrea Deugeni