PESARO — Il complimento più bello, nei corridoi del palasport di Urbino, è arrivato da Ettore Messina. E non nella classica intervista ufficiale, dove magari tutti si elogiano a vicenda, ma informalmente: «Con Pecile e Richardson io non vedo questa Scavolini più sotto del sesto posto» commentava il coach dei tricolori. E altrettanto lusinghiero è apparso il giudizio di Boscia Tanjevic, che si è intrattenuto a lungo a chiacchierare con Crespi, suo assistente ai tempi di Milano, un allenatore che Marco considera il suo maestro.
«Crespi è un combattente che prepara bene le sue squadre e così ha fatto con la Scavolini. Ho visto una squadra fresca, aggressiva, ben preparata, che offre un bel gioco — dice Tanjevic, alle prese coi mille problemi della sua Virtus —. La decisione di puntare su giocatori giovani ma di talento, ancora in crescita, mi trova d'accordo. Una scelta ben fatta».
E Crespi, dal canto suo, appare fiero della bella figura fatta al quadrangolare di Urbino, al cospetto di tre squadre che puntano dichiaratamente alla vittoria del titolo: «In certi frangenti abbiamo giocato una pallacanestro addirittura inaspettata per questo punto della stagione — ammette il tecnico biancorosso —, aggiungendo il particolare che schieriamo tanti giocatori nuovi. Alla lunga abbiamo pagato le assenze di Pecile e Richardson: usando rotazioni così frequenti, avere solo quattro esterni è poco. Meglio, molto meglio, avere sei serbatoi da cui prendere la benzina negli esterni perchè il basket che facciamo è dispendioso, richiede sempre energie fresche e in campo non è proprio consentito tirare il fiato».
Il pubblico che ha gremito l'impianto feltresco nei due giorni del torneo ha dimostrato di gradire la grinta e l'energia mostrate dalla squadra: lo scettiscismo sta lasciando spazio all'entusiasmo... «Ho sempre detto che questa squadra non ha nessuna storia: la storia la devono fare il nome Scavolini sulle maglie e la tradizione dei nostri tifosi. Sono molto contento anche perché i miei giocatori, dopo aver toccato con mano la partecipazione e l'affetto dei nostri tifosi, saranno ancora più volenterosi nel lavoro che ci attende».
E a proposito di tifosi, ieri è ripresa la campagna abbonamenti in tutte le agenzie della Banca Popolare dell'Adriatico. Nella prima settimana è stata già superata quota duemila, un numero forse inaspettato dopo il taglio del budget e la scelta di puntare su una squadra giovane. «Ma io ci contavo che la gente avrebbe capito — è l'opinione di Valter Scavolini —. In questo momento particolare, dove anche il calcio paga le follie degli ultimi anni, il basket ha dovuto forzatamente rifare i conti e dimensionarsi alla sua realtà. Io credo che con un po' di oculatezza si può ugualmente riuscire ad allestire una squadra che può dare delle soddisfazioni e magari giovani vogliosi di emergere possono risultare più produttivi di campioni che non hanno più le necessarie motivazioni. Inoltre una squadra giovane ha maggiormente bisogno di affetto sostegno e ringrazio fin d'ora il pubblico per la pazienza che saprà avere».
Elisabetta Ferri
«Crespi è un combattente che prepara bene le sue squadre e così ha fatto con la Scavolini. Ho visto una squadra fresca, aggressiva, ben preparata, che offre un bel gioco — dice Tanjevic, alle prese coi mille problemi della sua Virtus —. La decisione di puntare su giocatori giovani ma di talento, ancora in crescita, mi trova d'accordo. Una scelta ben fatta».
E Crespi, dal canto suo, appare fiero della bella figura fatta al quadrangolare di Urbino, al cospetto di tre squadre che puntano dichiaratamente alla vittoria del titolo: «In certi frangenti abbiamo giocato una pallacanestro addirittura inaspettata per questo punto della stagione — ammette il tecnico biancorosso —, aggiungendo il particolare che schieriamo tanti giocatori nuovi. Alla lunga abbiamo pagato le assenze di Pecile e Richardson: usando rotazioni così frequenti, avere solo quattro esterni è poco. Meglio, molto meglio, avere sei serbatoi da cui prendere la benzina negli esterni perchè il basket che facciamo è dispendioso, richiede sempre energie fresche e in campo non è proprio consentito tirare il fiato».
Il pubblico che ha gremito l'impianto feltresco nei due giorni del torneo ha dimostrato di gradire la grinta e l'energia mostrate dalla squadra: lo scettiscismo sta lasciando spazio all'entusiasmo... «Ho sempre detto che questa squadra non ha nessuna storia: la storia la devono fare il nome Scavolini sulle maglie e la tradizione dei nostri tifosi. Sono molto contento anche perché i miei giocatori, dopo aver toccato con mano la partecipazione e l'affetto dei nostri tifosi, saranno ancora più volenterosi nel lavoro che ci attende».
E a proposito di tifosi, ieri è ripresa la campagna abbonamenti in tutte le agenzie della Banca Popolare dell'Adriatico. Nella prima settimana è stata già superata quota duemila, un numero forse inaspettato dopo il taglio del budget e la scelta di puntare su una squadra giovane. «Ma io ci contavo che la gente avrebbe capito — è l'opinione di Valter Scavolini —. In questo momento particolare, dove anche il calcio paga le follie degli ultimi anni, il basket ha dovuto forzatamente rifare i conti e dimensionarsi alla sua realtà. Io credo che con un po' di oculatezza si può ugualmente riuscire ad allestire una squadra che può dare delle soddisfazioni e magari giovani vogliosi di emergere possono risultare più produttivi di campioni che non hanno più le necessarie motivazioni. Inoltre una squadra giovane ha maggiormente bisogno di affetto sostegno e ringrazio fin d'ora il pubblico per la pazienza che saprà avere».
Elisabetta Ferri
Fonte: Il Resto del Carlino