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Rivoluzione Virtus Bologna

BOLOGNA – Nove volti nuovi per la Virtus Bologna che si lascia alle spalle, definitivamente, Messina, Brunamonti e il gruppo protagonista del Grande Slam del 2001. Una Virtus che vivrà nel presente per cercare un futuro vincente, come da tradizione. Nessun paragone con il passato, «perché ricordare il passato invecchia», sentenzia un Dado Lombardi in grande spolvero accanto a Boscia Tanjevic.
La Virtus è finita così (manca ancora lo sponsor) con gli arrivi dell'esterno Mladen Sekularac, talento serbo di 21 anni che viene già paragonato a Danilovic, e del centro Cal Bowdler, 208 cm per 115, con trascorsi non esaltanti ad Atlanta. Definitiva la rinuncia a Meneghin, che forse andrà a Livorno. «Andrea resta un grande giocatore – spiega Tanjevic – lo avrei allenato volentieri. Ne avevo parlato con il presidente, ma sono subentrati problemi di non facile soluzione. Così abbiamo deciso di rinunciarci». Non è che sia stato facilissimo, però, agganciare Sekularac, al punto che, Lombardi, con gusto teatrale, finge un bisticcio con Tanjevic. «Da questo punto di vista – dice – non potevo trovare persona peggiore di Boscia. Avrei preferito un tecnico come Boniciolli, l'avrei accontentato prima. Noi potevamo prendere Delfino. Invece abbiamo scelto la strada più dura per arrivare a Sekularac. Non voglio stabilire graduatorie sulle qualità dei due giocatori, ma portare qui Mladen è stata dura».
La Virtus – che con il giocatore ha sottoscritto un accordo biennale con un'opzione per una terza stagione in bianconero - ha dovuto convincere i Dallas Mavericks, Don Nelson e l'agente del giocatore, David Boumann, che è poi uno dei legali che si occupa di un certo Michael Jordan. Undici, forse dodici milioni di euro il budget di un gruppo che doveva in qualche modo far fronte alle partenze di Ginobili e Jaric (dolorose) e Griffith (un po' meno). E proprio su Rashard si scatena la verve di Lombardi che usa immagini colorite, creando nuovi proverbi come «tra il dire e il mare c'è… un grande problema».
Griffith, che l'anno scorso alla Virtus è costato 2,5 milioni dollari («netti», sottolinea il Dado) in questa stagione viene offerto a un quinto, 500 mila dollari.
L'obiettivo sarà il solito, come ricorda proprio Tanjevic. Scudetto ed Eurolega, mentre passa in secondo piano la Supercoppa in programma tra undici giorni con la Benetton dell'ex Messina, perché il coach potrà lavorare per pochi giorni con il gruppo completo.
Che Virtus aspettarsi? Diversa rispetto al passato. E non solo per le differenze di impostazione tra Tanjevic e Messina o perché, per la prima volta in tre anni, Madrigali “salta” la vernice. Sotto canestro era stato individuato il centrone che potesse rappresentare un alter ego del partente Griffith. Ma con Khyznjak non è andata bene. Così la Virtus, che affianca le novità Attruia, Bell, Morlende, Gagneur, Avleev, Sekularac, Bowdler, Miralles e Beard ai confermati Rigaudeau, Smodis, Andersen, Brkic e Frosini, sarà più agile – «ma Avleev ha l'istinto del rimbalzista», aggiunge Tanjevic – e senza un vero play di ruolo, come sarebbe stato Becirovic, se non avesse avuto problemi al ginocchio che gli faranno praticamente saltare la stagione.
Alessandro Gallo
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