BONICIOLLI, non ci credo. Tu che non parli più.
«Fa come vuoi, ma l´anno scorso fu troppo, e si finì in situazioni antipatiche. Questo è già un mestiere difficile, direi stressante ma mi vergogno, e aggiungerci l´extrabasket, perché fu tutta roba fuori campo, non è il caso. Io non amo litigare, poi quelle cose su Messina le ho dette, vero, ma senza cattiveria, e invece qualcuno ci marciava. Bene, non mi rovinerò più la vita con 'ste cose. Poi, so che comunicare è parte del mio lavoro».
Parliamo di basket, allora. E´ più forte o meno forte la Skipper di quest´anno?
«E´ più bella. Ti ricordi, al classico, l´ideale greco di kalos kai agathos?».
Oddio, meglio tradurre.
«Vuol dire bello e buono, letteralmente, ma traduceva un concetto più ampio. Bello, giovane, sano, entusiasta, ben disposto. Ecco la nuova Fortitudo. L´anno scorso guadavamo tra passato e futuro. Fuori dallo star system, alla ricerca d´altro. Quest´anno finiremo il tragitto. Belli, ma senza lustrini».
Fucka non c´è più, e t´ha salvato la pelle mille volte.
«Premessa. Tra me e Fucka, ho letto, non c´era più feeling. Forse qualcuno crede che a giocatori con cui vivi più che con tua moglie si diano solo baci, e non è vero. Però non c´era ostilità, né mia né sua. Ad esaurirsi è stato il rapporto tra Gregor e la Fortitudo, non con me. Comunque, è andato a star bene, fra squadra, città e soldi. Sono felice per lui, spero che lui lo sia per me».
Fucka ne faceva venti fissi, dicevo.
«Vero, ce ne ha risolte tante, ma era un limite avere come prima punta un giocatore interno. Lo dico in generale, non per Gregor. Nelle ultime d´Eurolega, nella finale scudetto, tipi così risolvono meno, perché tutto si tatticizza, ti raddoppiano, i 2-3 metri di spazio spariscono. Avremo ancora interni forti, in contesti più equilibrati. Cifre alla mano, Skelin ha in Eurolega punti e rimbalzi vicini a Gregor».
Poi è partito Meneghin.
«E´ stata una scelta societaria: scarsa 'simpatia´, per ridirla in greco antico, più che un discorso tecnico. Vedrai, dove andrà farà bene, né io giudico negativa la sua ultima stagione, calata solo in finale. L´aspettativa errata era che giocasse per quanto guadagnava».
Hai detto: mi piace questa squadra perché il play fa il play, il pivot il pivot eccetera. Ruoli chiari. Senonchè, il play è Pozzecco. Che non sognavi.
«Replica numero mille. A me non piaceva il Pozzecco degli ultimi tre anni, il personaggio da rotocalco che non faceva più il giocatore. Ci siamo parlati, è stato d´accordo: a me piace giocare, ha risposto, per tre anni ho fatto altro, ora basta. Io alla gente credo. Poi, chi racconta balle me lo segno. Lui sa che la Skipper è fatta di 10 giocatori importanti, non di Poz più altri 9. Se va bene okay, sennò seduto. Levavo anche Fucka, no? Infine, non erediterò i suoi problemi con uno dei miei migliori amici, ma credo si possano accettare. Né ho lo pretesa che una santa diventi una spogliarellista…».
Semmai il contrario. Ma è il Poz giocatore, appunto, che latita da tre anni.
«Ci vorrà più tempo, ma se è allenato, e gioca con gli altri, Pozzecco è uno importante. E può dar carica a questa squadra: che è allenabilissima, avrà meno bisogno dello psicologo, cioè io stesso che farò più il tecnico, discuterà meno d´un anno fa».
Quel mese a bagnomaria.
«Umanamente non piacevole, chiaro. Però ero sereno per il lavoro fatto, e sentivo spesso Seragnoli, ma non potevo dirlo. Così, per tutti voi, parevo alla canna del gas. Sono rimasto, sono felicissimo e se l´unica alternativa è stata Ivanovic, ne sono onorato, non offeso».
Ti ha pure raggiunto babbo Tanjevic.
«Sì, ma detto che ovviamente mi fa piacere, saranno affari nostri quante telefonate e quante cene ci faremo. Non reciteremo baruffe da derby, anzitutto perché non siamo due attori, e poi perché ho già dato. Probabilmente travisai io la battuta di Messina sul pareggio nel derby, poi fu una deriva. Però quella scintilla ha migliorato il rapporto. L´ultima volta che ho visto Ettore m´ha abbracciato».
Adesso mi parlerai bene dei tuoi bimbi, che tanto poi non farai giocare.
«Mancinelli ebbe poco spazio l´anno scorso, ma eravamo tanti. Se fra due mesi gioca come adesso, lo metto. Idem Fultz. Oggi è il nostro miglior esterno».
Basket City perde abbonati. Lancia uno spot per il PalaDozza.
«Sarà una Skipper divertente, messa su bene da Savic. Già prima c´era una difesa solida, però per forza attendista. Aggrediremo di più, correremo, sarà un gruppo più gradevole perché meno oppresso dai retaggi del passato. Anch´io salterò meno».
Questa no.
«Lo so, era una gestualità esasperata, ma serviva pure a scaricare pressione su di me, anziché sui ragazzi. Un altro buon motivo: la campagna intelligente ideata da Lefebre, soprattutto per le famiglie».
Se al palazzo non si vive un po´ meglio, scordati le famiglie.
«L´invasione della finale fu dovuta a 6-7 deficienti, non di più ».
Ti piace la Virtus di Tanjevic?
«Sì, è forte, ma non invidio Boscia. Io ebbi la 'fortuna´ di arrivare qui nel momento di massima depressione. Lui viene dopo Messina e quella Virtus del Grande Slam che ha fatto una cosa unica, irripetibile per i prossimi trent´anni, però torna in tutti i discorsi».
Esponiti, infine. Dove vuoi arrivare?
«Non userò mai la parola ridimensionamento, so che la società intende riconquistare la gente, farla divertire, vivere una stagione senza ansia, però vorrei di più. Sono stato a mezzo passo dall´obiettivo della mia vita, ho una bella squadra dentro un grande club. Posso vincere lo scudetto. E allora, visto che prima o poi voglio vincerlo, c´è un posto dove l´avrei più vicino che a Bologna?».
Walter Fuochi
«Fa come vuoi, ma l´anno scorso fu troppo, e si finì in situazioni antipatiche. Questo è già un mestiere difficile, direi stressante ma mi vergogno, e aggiungerci l´extrabasket, perché fu tutta roba fuori campo, non è il caso. Io non amo litigare, poi quelle cose su Messina le ho dette, vero, ma senza cattiveria, e invece qualcuno ci marciava. Bene, non mi rovinerò più la vita con 'ste cose. Poi, so che comunicare è parte del mio lavoro».
Parliamo di basket, allora. E´ più forte o meno forte la Skipper di quest´anno?
«E´ più bella. Ti ricordi, al classico, l´ideale greco di kalos kai agathos?».
Oddio, meglio tradurre.
«Vuol dire bello e buono, letteralmente, ma traduceva un concetto più ampio. Bello, giovane, sano, entusiasta, ben disposto. Ecco la nuova Fortitudo. L´anno scorso guadavamo tra passato e futuro. Fuori dallo star system, alla ricerca d´altro. Quest´anno finiremo il tragitto. Belli, ma senza lustrini».
Fucka non c´è più, e t´ha salvato la pelle mille volte.
«Premessa. Tra me e Fucka, ho letto, non c´era più feeling. Forse qualcuno crede che a giocatori con cui vivi più che con tua moglie si diano solo baci, e non è vero. Però non c´era ostilità, né mia né sua. Ad esaurirsi è stato il rapporto tra Gregor e la Fortitudo, non con me. Comunque, è andato a star bene, fra squadra, città e soldi. Sono felice per lui, spero che lui lo sia per me».
Fucka ne faceva venti fissi, dicevo.
«Vero, ce ne ha risolte tante, ma era un limite avere come prima punta un giocatore interno. Lo dico in generale, non per Gregor. Nelle ultime d´Eurolega, nella finale scudetto, tipi così risolvono meno, perché tutto si tatticizza, ti raddoppiano, i 2-3 metri di spazio spariscono. Avremo ancora interni forti, in contesti più equilibrati. Cifre alla mano, Skelin ha in Eurolega punti e rimbalzi vicini a Gregor».
Poi è partito Meneghin.
«E´ stata una scelta societaria: scarsa 'simpatia´, per ridirla in greco antico, più che un discorso tecnico. Vedrai, dove andrà farà bene, né io giudico negativa la sua ultima stagione, calata solo in finale. L´aspettativa errata era che giocasse per quanto guadagnava».
Hai detto: mi piace questa squadra perché il play fa il play, il pivot il pivot eccetera. Ruoli chiari. Senonchè, il play è Pozzecco. Che non sognavi.
«Replica numero mille. A me non piaceva il Pozzecco degli ultimi tre anni, il personaggio da rotocalco che non faceva più il giocatore. Ci siamo parlati, è stato d´accordo: a me piace giocare, ha risposto, per tre anni ho fatto altro, ora basta. Io alla gente credo. Poi, chi racconta balle me lo segno. Lui sa che la Skipper è fatta di 10 giocatori importanti, non di Poz più altri 9. Se va bene okay, sennò seduto. Levavo anche Fucka, no? Infine, non erediterò i suoi problemi con uno dei miei migliori amici, ma credo si possano accettare. Né ho lo pretesa che una santa diventi una spogliarellista…».
Semmai il contrario. Ma è il Poz giocatore, appunto, che latita da tre anni.
«Ci vorrà più tempo, ma se è allenato, e gioca con gli altri, Pozzecco è uno importante. E può dar carica a questa squadra: che è allenabilissima, avrà meno bisogno dello psicologo, cioè io stesso che farò più il tecnico, discuterà meno d´un anno fa».
Quel mese a bagnomaria.
«Umanamente non piacevole, chiaro. Però ero sereno per il lavoro fatto, e sentivo spesso Seragnoli, ma non potevo dirlo. Così, per tutti voi, parevo alla canna del gas. Sono rimasto, sono felicissimo e se l´unica alternativa è stata Ivanovic, ne sono onorato, non offeso».
Ti ha pure raggiunto babbo Tanjevic.
«Sì, ma detto che ovviamente mi fa piacere, saranno affari nostri quante telefonate e quante cene ci faremo. Non reciteremo baruffe da derby, anzitutto perché non siamo due attori, e poi perché ho già dato. Probabilmente travisai io la battuta di Messina sul pareggio nel derby, poi fu una deriva. Però quella scintilla ha migliorato il rapporto. L´ultima volta che ho visto Ettore m´ha abbracciato».
Adesso mi parlerai bene dei tuoi bimbi, che tanto poi non farai giocare.
«Mancinelli ebbe poco spazio l´anno scorso, ma eravamo tanti. Se fra due mesi gioca come adesso, lo metto. Idem Fultz. Oggi è il nostro miglior esterno».
Basket City perde abbonati. Lancia uno spot per il PalaDozza.
«Sarà una Skipper divertente, messa su bene da Savic. Già prima c´era una difesa solida, però per forza attendista. Aggrediremo di più, correremo, sarà un gruppo più gradevole perché meno oppresso dai retaggi del passato. Anch´io salterò meno».
Questa no.
«Lo so, era una gestualità esasperata, ma serviva pure a scaricare pressione su di me, anziché sui ragazzi. Un altro buon motivo: la campagna intelligente ideata da Lefebre, soprattutto per le famiglie».
Se al palazzo non si vive un po´ meglio, scordati le famiglie.
«L´invasione della finale fu dovuta a 6-7 deficienti, non di più ».
Ti piace la Virtus di Tanjevic?
«Sì, è forte, ma non invidio Boscia. Io ebbi la 'fortuna´ di arrivare qui nel momento di massima depressione. Lui viene dopo Messina e quella Virtus del Grande Slam che ha fatto una cosa unica, irripetibile per i prossimi trent´anni, però torna in tutti i discorsi».
Esponiti, infine. Dove vuoi arrivare?
«Non userò mai la parola ridimensionamento, so che la società intende riconquistare la gente, farla divertire, vivere una stagione senza ansia, però vorrei di più. Sono stato a mezzo passo dall´obiettivo della mia vita, ho una bella squadra dentro un grande club. Posso vincere lo scudetto. E allora, visto che prima o poi voglio vincerlo, c´è un posto dove l´avrei più vicino che a Bologna?».
Walter Fuochi
Fonte: La Repubblica