DI Fortitudo ridimensionate e, dopo rituale penitenza, rinsavite, se ne sono già viste tante, alla partenza, salvo poi scoprire in corsa che lo sguardo resta fisso al traguardo e i drammi incombono se questo non arriva (o lo tagliano gli 'altri´). Ma è indubbio che operazioni drastiche come le dismissioni di Fucka e Meneghin (tali sono state, nei fatti) sono l´indizio più plateale che il progetto di stare col budget sotto i 6 milioni di euro è, almeno inizialmente, tenuto d´occhio. La squadra è così stata rifatta con contratti meno ricchi e meno lunghi, ma probabilmente aggiungerà un altro pezzo, al ruolo 4, se Cittadini raggiungerà la Viola per oliare l´affare Delfino (ma fino a ieri era ancora qui), e se verranno il Gurovic, o il Langhi, o l´americano giusto, col profilo di uomo di sciabola e fioretto, col tiro e anche la stazza, tracciato negli identikit.
La Skipper è passata per una riebolarazione complessa, i lunghi silenzi che hanno foderato la sua estate di scelte difficili avevano perfino spezzato la consuetudine d´un club molto aperto sulla propria piazza, accattivante con la clientela, che ora potrebbe scontare quel black out in termini di affezione. Ma c´era da recidere il cordone con quella Fortitudo che s´è perfino goduta poco lo scudetto 2000, se subito dopo, specchiata sulla Virtus del Grande Slam, ha riflettuto l´immagine del Grande Flop, una delusione tangibile, che la scorsa estate fece sprofondare le tessere, per la prima volta in era Seragnoli, sotto le tremila.
La scommessa è ora su una squadra che promette freschezza e riallinea gerarchie senza più mostri sacri: gente che, è un parere, molto ha dato ma non poi moltissimo (Fucka), oppure poco se non pochissimo (Meneghin). Su Pozzecco si raccoglierebbero, a sondaggio, pareri estasiati o inorriditi, perché l´uomo incassa in giro senza mezze misure. Da lui nascerà tutto il sistema, e allora le perplessità, più che su tinture o love story, vertono sui suoi ultimi tre anni balenghi (cioè tutti, dopo lo scudetto ´99, che fu molto suo). Che gli passi davanti l´ultimo treno importante può giovare, non risolvere. Per il resto, Scepanovic è un serbo tosto e duttile, anche se ha cambiato casa tutti gli anni, Skelin, come omone d´area, è tra i più affidabili d´Europa, Delfino ha tutto per esplodere, compresa la suggestione di incarnarsi (un altro…) in Ginobili. Dei noti, Basile sarà il braccio d´oro, ma resta pure come forte opzione di regia, Galanda remerà per un´identità non solo tattica, Kovacic darà sostanza, se avrà salute. Obiettivo proclamato: divertire. Obiettivo vero: stanare se le scudettabili non sono poi così super…
(w.f.)
La Skipper è passata per una riebolarazione complessa, i lunghi silenzi che hanno foderato la sua estate di scelte difficili avevano perfino spezzato la consuetudine d´un club molto aperto sulla propria piazza, accattivante con la clientela, che ora potrebbe scontare quel black out in termini di affezione. Ma c´era da recidere il cordone con quella Fortitudo che s´è perfino goduta poco lo scudetto 2000, se subito dopo, specchiata sulla Virtus del Grande Slam, ha riflettuto l´immagine del Grande Flop, una delusione tangibile, che la scorsa estate fece sprofondare le tessere, per la prima volta in era Seragnoli, sotto le tremila.
La scommessa è ora su una squadra che promette freschezza e riallinea gerarchie senza più mostri sacri: gente che, è un parere, molto ha dato ma non poi moltissimo (Fucka), oppure poco se non pochissimo (Meneghin). Su Pozzecco si raccoglierebbero, a sondaggio, pareri estasiati o inorriditi, perché l´uomo incassa in giro senza mezze misure. Da lui nascerà tutto il sistema, e allora le perplessità, più che su tinture o love story, vertono sui suoi ultimi tre anni balenghi (cioè tutti, dopo lo scudetto ´99, che fu molto suo). Che gli passi davanti l´ultimo treno importante può giovare, non risolvere. Per il resto, Scepanovic è un serbo tosto e duttile, anche se ha cambiato casa tutti gli anni, Skelin, come omone d´area, è tra i più affidabili d´Europa, Delfino ha tutto per esplodere, compresa la suggestione di incarnarsi (un altro…) in Ginobili. Dei noti, Basile sarà il braccio d´oro, ma resta pure come forte opzione di regia, Galanda remerà per un´identità non solo tattica, Kovacic darà sostanza, se avrà salute. Obiettivo proclamato: divertire. Obiettivo vero: stanare se le scudettabili non sono poi così super…
(w.f.)
Fonte: La Repubblica