MABO: Mc Leod 8, Cotani 13, Sambugaro 6, Elliott 12, Mutavdzic 16, Mariani, Bertocci, Garri 6, Santarossa 6, Parente 4. Coach: Banchi.
SCAVOLINI: Beric 19, Gilbert, Lacey 7, Gigena 12, Malaventura 16, McGhee 12, Albano 11, Christoffersen 1. Ne: Pecile, Gurini. Coach: Crespi.
ARBITRI: Loguzzo di Pisa, Duranti di Pisa e Caroti di Cecina.
NOTE: parziali 27-17, 41-38, 56-56, 71-78
PRATO. Alla sesta stazione il treno Mabo si ferma. Nella gelida notte sotto le stelle di Prato è la Scavolini a uscire col sorriso sulle labbra, ma il risultato in questo momento della stagione è un aspetto relativo, la cosa che conta di meno. «Livorno ha giocato quindici minuti iniziali di qualità, nonostante la rotazione di dieci uomini, poi alla lunga abbiamo pagato la scarsa mira di Mc Leod da lontano e la condizione precaria di Santarossa, debilitato da una gastroenterite». La frase fra virgolette è di Luca Banchi, il condottiero amaranto che si appresta a vivere una settimana cruciale per il futuro assetto della sua Mabo. Domani infatti in via Pera si svolgerà l'assemblea dei soci azionisti, chiamata a decidere una cosa fondamentale come il budget per il terzo straniero. Venerdì, poi, scade il mese di prova di Keith Mc Leod, e la società dovrà dirgli se avrà intenzione di sottoporgli un contratto, oppure no. Un crocevia di scadenze sulle quali aleggia l'ombra lunga di Andrea Meneghin, in uscita dalla Fortitudo Bologna (ieri sera era in agenda l'incontro con il club felsineo per transare il triennale da quattro miliardi e mezzo netti di vecchie lire) e sogno di fine estate di una Mabo per cui il figlio di Superdino ha speso parole di zucchero filato.
All'inizio della settimana decisiva per completare il "roster" amaranto (il campionato partirà il 22 settembre, il tempo delle decisioni stringe) la Mabo aveva l'impegno nel capoluogo laniero contro una grande avversaria.
Basket in piazza, un tuffo nel passato che fa bene alla palla a spicchi. Piazza del Duomo, il parquet montato all'ombra della cattedrale di Santo Stefano. Il colpo d'occhio di questo «Prato basket day» è eccezionale, peccato che un vento freddo faccia pensare a una notte d'autunno invece che a un appuntamento della pre-season.
La Mabo parte come un missile, l'orso bianco Mutavzic (10 punti in 7') calpesta l'ex biellese Ken Lacey, così Livorno alla prima sirena è a +10 (27-17), ma non si ferma. L'ingresso di Simone Cotani, uno che non ha paura nemmeno del fuoco, spinge gli amaranto al massimo vantaggio grazie a 12 punti personali firmati in sei minuti. Sul 37-24 Pesaro si ricorda di avere un grande nome: il risveglio di Beric e una bomba in uscita dal blocco di Silvio Gigena sono i segnali della riscossa Scavolini.
Al riposo ancora 41-38 Mabo, ma Beric propizia un 8-0 che spinge gli adriatici a +5 (41-46). La prima (e unica) tripla di Sambugaro, più 4/4 dalla lunetta di Parente stoppano momentaneamente la fuga nemica (56-56), però l'ultimo quarto si tinge di biancorosso. I falli di Mutavdzic fanno calare l'intensità della difesa (Garri come peso specifico non è la stessa cosa), l'effetto Cotani si è congelato, Mc Leod da fuori non ci prende mai (due canestri in entrata e 4/6 nei liberi, ma zero dal perimetro) e Santarossa dopo la prima bomba della partita non ha benzina, debilitato da un virus intestinale. Un 15-6 fa volare Pesaro sul 62-71 (36'), Livorno reagisce col pressing e il fallo sistematico, però Malaventura ha l'istinto del killer e salva il verdetto per la Scavolini.
Quarta vittoria in sei partite, e il neo papà Silvio Gigena (Marianna, la moglie pescata a Livorno, ha dato alla luce una bambina, Rocio Alejandra) che aggiunge una festa personale alla notte speciale di Prato, dedicata all'Unicef.
Renzo Marmugi
SCAVOLINI: Beric 19, Gilbert, Lacey 7, Gigena 12, Malaventura 16, McGhee 12, Albano 11, Christoffersen 1. Ne: Pecile, Gurini. Coach: Crespi.
ARBITRI: Loguzzo di Pisa, Duranti di Pisa e Caroti di Cecina.
NOTE: parziali 27-17, 41-38, 56-56, 71-78
PRATO. Alla sesta stazione il treno Mabo si ferma. Nella gelida notte sotto le stelle di Prato è la Scavolini a uscire col sorriso sulle labbra, ma il risultato in questo momento della stagione è un aspetto relativo, la cosa che conta di meno. «Livorno ha giocato quindici minuti iniziali di qualità, nonostante la rotazione di dieci uomini, poi alla lunga abbiamo pagato la scarsa mira di Mc Leod da lontano e la condizione precaria di Santarossa, debilitato da una gastroenterite». La frase fra virgolette è di Luca Banchi, il condottiero amaranto che si appresta a vivere una settimana cruciale per il futuro assetto della sua Mabo. Domani infatti in via Pera si svolgerà l'assemblea dei soci azionisti, chiamata a decidere una cosa fondamentale come il budget per il terzo straniero. Venerdì, poi, scade il mese di prova di Keith Mc Leod, e la società dovrà dirgli se avrà intenzione di sottoporgli un contratto, oppure no. Un crocevia di scadenze sulle quali aleggia l'ombra lunga di Andrea Meneghin, in uscita dalla Fortitudo Bologna (ieri sera era in agenda l'incontro con il club felsineo per transare il triennale da quattro miliardi e mezzo netti di vecchie lire) e sogno di fine estate di una Mabo per cui il figlio di Superdino ha speso parole di zucchero filato.
All'inizio della settimana decisiva per completare il "roster" amaranto (il campionato partirà il 22 settembre, il tempo delle decisioni stringe) la Mabo aveva l'impegno nel capoluogo laniero contro una grande avversaria.
Basket in piazza, un tuffo nel passato che fa bene alla palla a spicchi. Piazza del Duomo, il parquet montato all'ombra della cattedrale di Santo Stefano. Il colpo d'occhio di questo «Prato basket day» è eccezionale, peccato che un vento freddo faccia pensare a una notte d'autunno invece che a un appuntamento della pre-season.
La Mabo parte come un missile, l'orso bianco Mutavzic (10 punti in 7') calpesta l'ex biellese Ken Lacey, così Livorno alla prima sirena è a +10 (27-17), ma non si ferma. L'ingresso di Simone Cotani, uno che non ha paura nemmeno del fuoco, spinge gli amaranto al massimo vantaggio grazie a 12 punti personali firmati in sei minuti. Sul 37-24 Pesaro si ricorda di avere un grande nome: il risveglio di Beric e una bomba in uscita dal blocco di Silvio Gigena sono i segnali della riscossa Scavolini.
Al riposo ancora 41-38 Mabo, ma Beric propizia un 8-0 che spinge gli adriatici a +5 (41-46). La prima (e unica) tripla di Sambugaro, più 4/4 dalla lunetta di Parente stoppano momentaneamente la fuga nemica (56-56), però l'ultimo quarto si tinge di biancorosso. I falli di Mutavdzic fanno calare l'intensità della difesa (Garri come peso specifico non è la stessa cosa), l'effetto Cotani si è congelato, Mc Leod da fuori non ci prende mai (due canestri in entrata e 4/6 nei liberi, ma zero dal perimetro) e Santarossa dopo la prima bomba della partita non ha benzina, debilitato da un virus intestinale. Un 15-6 fa volare Pesaro sul 62-71 (36'), Livorno reagisce col pressing e il fallo sistematico, però Malaventura ha l'istinto del killer e salva il verdetto per la Scavolini.
Quarta vittoria in sei partite, e il neo papà Silvio Gigena (Marianna, la moglie pescata a Livorno, ha dato alla luce una bambina, Rocio Alejandra) che aggiunge una festa personale alla notte speciale di Prato, dedicata all'Unicef.
Renzo Marmugi
