La Fillattice affronta la prima delle sette finali che la dividono da un verdetto pesantissimo: salvezza o retrocessione.
Questa sera al PalaCattani (palla a due ore 20.30) arriva la Skipper capolista, un avversario impossibile sulla carta, ma una squadra che sta attraversando un momento molto difficile, di forma e, limitatamente alle ultime due uscite, di risultati. Imola, che già all'andata sfiorò l'impresa perdendo di uno al PalaDozza, non è il Barcellona o tantomeno la Kinder, stravittoriosa nel derby di sette giorni fa, ma almeno deve dimostrare di avere carattere. A Verona non è successo, e quella sconfitta potrebbe aver compromesso la stagione dei biancorossi. Il tempo, ed i punti a disposizione, per risalire ci sono, a patto che non si vada in campo con lo stesso atteggiamento mostrato contro la Muller. In quel caso l'ultimo mese sarà un lungo e doloroso calvario verso la Legadue.
Le soluzioni drastiche (blocco stipendi e cacciata di Kurtz) prese ad inizio settimana dalla società sono solo il disperato tentativo di smuovere un gruppo troppo rinunciatario che, però, deve assolutamente reagire. Anche Andrea Mazzon non ha dubbi: «Quello che tutti dobbiamo aspettarci — dice il coach della Fillattice — è che ci sia la voglia di lottare e di dare il cento per cento. Mi aspetto anche che chi, a Verona, ha dato meno del solito cancelli quella prestazione».
Oggi Mazzon ritrova Shawn Respert, che ha recuperato prima del previsto.
«Vediamo se ce la farà — continua l'allenatore — ma non è un problema perché in quel ruolo abbiamo anche Heal e Fazzi. E poi non è certo il momento di piangerci addosso».
Per quanto riguarda la Skipper, le ultime due sconfitte hanno incrinato le certezze di una squadra che, ormai, deve dire addio all'Eurolega, e che, in campionato, sente il fiato sul collo di Benetton, Cantù e Kinder. E' lecito attendersi una Skipper ferita, ma non è detto che per la Fillattice non sia un vantaggio.
«Stiamo parlando di due partite — conclude Mazzon — ma la Fortitudo è una squadra talmente forte, che può contare su dodici giocatori, che non credo si possa definire in crisi».
Crisi o non crisi, la Fillattice deve cercare il colpaccio, l'unica possibilità di riaprire una stagione quasi compromessa.
Federico Boschi
Questa sera al PalaCattani (palla a due ore 20.30) arriva la Skipper capolista, un avversario impossibile sulla carta, ma una squadra che sta attraversando un momento molto difficile, di forma e, limitatamente alle ultime due uscite, di risultati. Imola, che già all'andata sfiorò l'impresa perdendo di uno al PalaDozza, non è il Barcellona o tantomeno la Kinder, stravittoriosa nel derby di sette giorni fa, ma almeno deve dimostrare di avere carattere. A Verona non è successo, e quella sconfitta potrebbe aver compromesso la stagione dei biancorossi. Il tempo, ed i punti a disposizione, per risalire ci sono, a patto che non si vada in campo con lo stesso atteggiamento mostrato contro la Muller. In quel caso l'ultimo mese sarà un lungo e doloroso calvario verso la Legadue.
Le soluzioni drastiche (blocco stipendi e cacciata di Kurtz) prese ad inizio settimana dalla società sono solo il disperato tentativo di smuovere un gruppo troppo rinunciatario che, però, deve assolutamente reagire. Anche Andrea Mazzon non ha dubbi: «Quello che tutti dobbiamo aspettarci — dice il coach della Fillattice — è che ci sia la voglia di lottare e di dare il cento per cento. Mi aspetto anche che chi, a Verona, ha dato meno del solito cancelli quella prestazione».
Oggi Mazzon ritrova Shawn Respert, che ha recuperato prima del previsto.
«Vediamo se ce la farà — continua l'allenatore — ma non è un problema perché in quel ruolo abbiamo anche Heal e Fazzi. E poi non è certo il momento di piangerci addosso».
Per quanto riguarda la Skipper, le ultime due sconfitte hanno incrinato le certezze di una squadra che, ormai, deve dire addio all'Eurolega, e che, in campionato, sente il fiato sul collo di Benetton, Cantù e Kinder. E' lecito attendersi una Skipper ferita, ma non è detto che per la Fillattice non sia un vantaggio.
«Stiamo parlando di due partite — conclude Mazzon — ma la Fortitudo è una squadra talmente forte, che può contare su dodici giocatori, che non credo si possa definire in crisi».
Crisi o non crisi, la Fillattice deve cercare il colpaccio, l'unica possibilità di riaprire una stagione quasi compromessa.
Federico Boschi
Fonte: Il Resto del Carlino