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Snaidero al dunque per il play

Il tempo stringe e la soluzione più logica ormai è il ritorno di Woolridge a Udine

Mai mercato della rinata Snaidero fu così tribolato. Nell’estate 1999, del ritorno al basket, la squadra è stata fatta in 15 giorni a partire da metà luglio, data d’acquisto dell’A2 da Vicenza neopromossa.
Nel 2000 è stato problematico l’assemblaggio. I nuovi Mian e Li Vecchi si sono fatti le Olimpiadi di Sydney rispondendo all’appello a una settimana dall’A1. Carraretto l’ha cominciata appena uscito dalla convalescenza per un ginocchio operato, Cantarello a dicembre per lo stesso motivo.
L’anno scorso, firmato a tempo di record Scott – che ora è indeciso, ma dovrebbe accettare la cessione al Paok Salonicco –, si è preso presto pure Gentile. Tornato Sartori da Verona, il rientro di Charles Smith nella Nba ha portato in agosto – esperienza unica in Italia – a riformare a Udine la coppia Gentile - Esposito.
Mal gliene incolse alla Snaidero che, dopo la rivoluzione di metà stagione scorsa, oggi ha buone probabilità di ripartire per il 2002-2003 dall’uomo arrivato a Udine per surrogare, da solo, i gemelli casertani (a Imola si dice che Gentile starà fermo quest’anno per dare poi l’addio al basket).
Il ritorno di Andre Woolridge, infatti, è ormai la soluzione più logica che si prospetti alla Snaidero per la falla, tuttora aperta, nel ruolo di play. A 17 giorni, oggi, dall’inizio della A ha il vantaggio di conoscere già ambiente, coach e buona parte dei compagni pure dopo la rivoluzione estiva: Sartori, Busca e Alibegovic via.
Woolridge ritroverà in quintetto Mian e Stern con Li Vecchi, Zacchetti e Cantarello di rincalzo, oltre all’astro nascente Vujacic se si degnerà di miracolo continuare a mostrare a Udine nonostante l’arrivo di un play Usa. La caccia a un comunitario per dare spazio al giovane sloveno, tornato extracomunitario in questa stagione come tutti i Bosman B, ha fatto perdere fin troppo tempo per costruire la squadra per la nuova stagione di serie A e Uleb cup.
Oltre tutto, era costellata d’insidie. L’ultima si è scoperta ora che l’ispano - argentino Pepe Sanchez sta buggerando l’Alicante come l’Adecco Milano due estati fa. Grazie alla Nba escape, che è stato uno dei nodi nella trattiva con la Snaidero, se ne vola ai Detroit Pistons. Udite, udite: pare che in Spagna sia volato a sostituirlo Paul Burke, indignato all’idea di fare il cambio a Udine.
Anche se fosse andato a segno l’ingaggio di Sanchez per fare giocare in coppa e campionato il “signorino” Vujacic, che pare non avere la pazienza pure di aspettare di vedere se a gennaio diventerà davvero comunitario, la Snaidero avrebbe atteso il suo play titolare sino a fine mondiali in corso a Indianapolis. Lo avrebbe avuto, insomma, a poco più di una settimana dal via della A.
Ora, non è che pure un play Usa arriverebbe ormai molto prima e Woolridge ha comunque il vantaggio di essere già ambientato. Altrimenti, a furia di allargare orizzonti, la Snaidero rischia di vedersi girare la testa. Oltre tutto, Andre conta in squadra sul nuovo Thompson che è un suo estimatore, forse anche perché Chandler si ricorda di come il folletto nero sia un match winner, come ha mostrato sotto i suoi occhi contro Fabriano al supplementare.
Al seguito di Woolridge, come cambio comunitario, è sempre in piedi l’ipotesi dell’italo - americano Brett Eppehimer, stessa scuderia Capicchioni. A meno che non ci si rivolga verso un back up di minore pedigrée, visto che il London Towers ha all’attivo anche l’Eurolega. Oggi, comunque, la Snaidero è al dunque.
Valerio Morelli
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