INDIANAPOLIS (Usa) - Quattro settembre 2002: segnatevi questa data. Per la prima volta nella storia della pallacanestro, una squadra della Nba, com'è la nazionale statunitense ai Mondiali, è stata sconfitta. La striscia vincente degli Usa s'è fermata a 57 partite in 10 anni di imbattibilità, ma la rincorsa del resto del mondo a livello di club era iniziata 5 anni prima, nel 1987, col primo McDonalds Open di Milwaukee. In totale altre 18 gare.
L'impresa porterà per sempre il nome dell'Argentina di Manu Ginobili e Hugo Sconochini. C'è un senso di giustizia in tutto questo: gli argentini, finora, sono stati di gran lunga la miglior squadra del Mondiale, gli Stati Uniti una delle peggiori in relazione alle potenzialità. Stavolta i più forti sulla carta, ma mal preparati e poco coinvolti emotivamente, sono stati battuti da chi mette l'anima in ogni secondo che passa sul campo. E' una lezione di sport.
Non c'è stata partita. La grande curiosità era Ginobili: può o no giocare da protagonista con i San Antonio Spurs? Modestamente, può. Sono suoi i primi due punti, poi pareggiati da Paul Pierce. E' l'unica volta che gli Stati Uniti raggiungono gli avversari: in vantaggio non ci andranno mai. Ginobili va in uno contro uno e segna con un'esitazione nell'aria su Michael Finley, poi replica. Ma è tutta l'Argentina straordinaria: Sconochini, che deve marcare Pierce, i lunghi, Pepe Sanchez splendido in regia. Gli americani vanno sotto, provano a usare le maniere forti con Ben Wallace, ma gli argentini non fanno una piega. Entrano i cambi, Scola, Nocioni, Palladino, Montecchia e il vantaggio sale. Ogni volta che i lunghi si incrociano in area, i difensori americani mostrano un'impreparazione suicida, sbagliano i cambi e li lasciano liberi di schiacciare. Lo spettacolo è incredibile, come Scola che va in cielo a stoppare Jermaine O'Neal.
Sul 30-17 cade il primo record: il massimo svantaggio degli americani era stato di -12. Coach Karl prova a giocare senza pivot per avere quintetti più reattivi, ma gli argentini scherzano: Ginobili, con un numero, segna il +20 (52-32) al 19'. Incredibile. Arriva la ripresa, ti aspetti il solito grande pressing Usa. Ma anche se Ginobili forza troppo e l'Argentina perde molti palloni, la superiorità dei lunghi è imbarazzante per gli americani. Scola e Wolkowyski sono straordinari e quando Pierce prende in mano la squadra, come ha sempre fatto nei momenti difficili, riportandola a -6 (66-60), Ginobili torna grande e con Oberto riallunga e chiude la partita.
Gli americani restano senza parole. E' vero che possono ancora vincere la medaglia d'oro, ma l'importanza storica della loro sconfitta resta ed è pari alla prima di tutti i tempi all'Olimpiade, a Monaco '72, contro l'Urss. Con la differenza che allora il finale "giallo" diede agli Usa l'alibi di un complotto. Stavolta l'Argentina li ha stesi, in casa loro, giocando uomo contro uomo, limitandoli a 80 punti, record negativo per una nazionale targata Nba. Un momento cruciale per il basket mondiale perché costringerà gli Stati Uniti a presentarsi ad Atene 2004 con la formazione migliore possibile - e non con questa di seconda scelta - e ad allenarsi seriamente. In altre parole, finalmente a rispettarci. Altrimenti perderanno di nuovo. Se così sarà, ci vorranno altri 10, 15 anni per raggiungerli di nuovo. Ma grazie all'Argentina di Manu e Hugo il mondo ormai sa che tutto è davvero possibile.
Argentina-Usa 87-80 (34-21, 53-37; 68-60)
ARGENTINA: Sanchez 9 (2/4, 1/2), Ginobili 15 (6/12, 0/3), Oberto 11 (5/6), Sconochini 7 (3/6, 0/1), Wolkowysky 9 (3/7, 1/5); Montecchia (0/2 da tre), Fernandez 2 (1/1), Scola 13 (5/11), Noccioni 14 (4/5), Palladino 7 (1/1 da tre). All.: Magnano.
USA: Finley 14 (2/3, 2/5), A.Miller 14 (4/10, 1/3), O'Neal 8 (3/5), Pierce 22 (2/5, 5/11), Brand (0/3); B.Davis 7 (3/6, 0/5), A.Davis 3 (1/4), R.Miller 5 (0/2, 1/3), Wallace 3 (1/1, 0/1). N.e.: Williams, LaFrentz. All.: Karl.
ARBITRI: Brazauskas (Lit), Rems (Svk).
NOTE: Tiri liberi: Argentina (18/27), Usa (17/29). Rimbalzi: Argentina 53 (Oberto, Wolkowysky 9), Usa 46 (A.Miller, A.Davis 8), Assist: Argentina 23 (Sconochini 8), Usa 17 (Pierce 6).
Luca Chiabotti
L'impresa porterà per sempre il nome dell'Argentina di Manu Ginobili e Hugo Sconochini. C'è un senso di giustizia in tutto questo: gli argentini, finora, sono stati di gran lunga la miglior squadra del Mondiale, gli Stati Uniti una delle peggiori in relazione alle potenzialità. Stavolta i più forti sulla carta, ma mal preparati e poco coinvolti emotivamente, sono stati battuti da chi mette l'anima in ogni secondo che passa sul campo. E' una lezione di sport.
Non c'è stata partita. La grande curiosità era Ginobili: può o no giocare da protagonista con i San Antonio Spurs? Modestamente, può. Sono suoi i primi due punti, poi pareggiati da Paul Pierce. E' l'unica volta che gli Stati Uniti raggiungono gli avversari: in vantaggio non ci andranno mai. Ginobili va in uno contro uno e segna con un'esitazione nell'aria su Michael Finley, poi replica. Ma è tutta l'Argentina straordinaria: Sconochini, che deve marcare Pierce, i lunghi, Pepe Sanchez splendido in regia. Gli americani vanno sotto, provano a usare le maniere forti con Ben Wallace, ma gli argentini non fanno una piega. Entrano i cambi, Scola, Nocioni, Palladino, Montecchia e il vantaggio sale. Ogni volta che i lunghi si incrociano in area, i difensori americani mostrano un'impreparazione suicida, sbagliano i cambi e li lasciano liberi di schiacciare. Lo spettacolo è incredibile, come Scola che va in cielo a stoppare Jermaine O'Neal.
Sul 30-17 cade il primo record: il massimo svantaggio degli americani era stato di -12. Coach Karl prova a giocare senza pivot per avere quintetti più reattivi, ma gli argentini scherzano: Ginobili, con un numero, segna il +20 (52-32) al 19'. Incredibile. Arriva la ripresa, ti aspetti il solito grande pressing Usa. Ma anche se Ginobili forza troppo e l'Argentina perde molti palloni, la superiorità dei lunghi è imbarazzante per gli americani. Scola e Wolkowyski sono straordinari e quando Pierce prende in mano la squadra, come ha sempre fatto nei momenti difficili, riportandola a -6 (66-60), Ginobili torna grande e con Oberto riallunga e chiude la partita.
Gli americani restano senza parole. E' vero che possono ancora vincere la medaglia d'oro, ma l'importanza storica della loro sconfitta resta ed è pari alla prima di tutti i tempi all'Olimpiade, a Monaco '72, contro l'Urss. Con la differenza che allora il finale "giallo" diede agli Usa l'alibi di un complotto. Stavolta l'Argentina li ha stesi, in casa loro, giocando uomo contro uomo, limitandoli a 80 punti, record negativo per una nazionale targata Nba. Un momento cruciale per il basket mondiale perché costringerà gli Stati Uniti a presentarsi ad Atene 2004 con la formazione migliore possibile - e non con questa di seconda scelta - e ad allenarsi seriamente. In altre parole, finalmente a rispettarci. Altrimenti perderanno di nuovo. Se così sarà, ci vorranno altri 10, 15 anni per raggiungerli di nuovo. Ma grazie all'Argentina di Manu e Hugo il mondo ormai sa che tutto è davvero possibile.
Argentina-Usa 87-80 (34-21, 53-37; 68-60)
ARGENTINA: Sanchez 9 (2/4, 1/2), Ginobili 15 (6/12, 0/3), Oberto 11 (5/6), Sconochini 7 (3/6, 0/1), Wolkowysky 9 (3/7, 1/5); Montecchia (0/2 da tre), Fernandez 2 (1/1), Scola 13 (5/11), Noccioni 14 (4/5), Palladino 7 (1/1 da tre). All.: Magnano.
USA: Finley 14 (2/3, 2/5), A.Miller 14 (4/10, 1/3), O'Neal 8 (3/5), Pierce 22 (2/5, 5/11), Brand (0/3); B.Davis 7 (3/6, 0/5), A.Davis 3 (1/4), R.Miller 5 (0/2, 1/3), Wallace 3 (1/1, 0/1). N.e.: Williams, LaFrentz. All.: Karl.
ARBITRI: Brazauskas (Lit), Rems (Svk).
NOTE: Tiri liberi: Argentina (18/27), Usa (17/29). Rimbalzi: Argentina 53 (Oberto, Wolkowysky 9), Usa 46 (A.Miller, A.Davis 8), Assist: Argentina 23 (Sconochini 8), Usa 17 (Pierce 6).
Luca Chiabotti