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Mula è conquistato

«Ho scelto la serietà della Snaidero, nonostante i Raptors»

La Snaidero ha il suo leader, ma l’ha proprio conquistato. A una quindicina di giorni dalla serie A in Italia, è stato subito colpo di fulmine tra il play re d’Europa con il Panathinaikos Atene, Damir Mulaomerovic, e la società del presidente Edi. L’ha confermato ieri, in conferenza stampa di presentazione, il ragazzo (28 anni da compiere il 19 settembre prossimo) rotto a tutto: anche a vedersi interrota la carriera dalla guerra civile nell’ex Jugoslavia e a optare per la nazionalità croata, nonostante la nascita a Tuzla in Bosnia - Erzegovina.
Come mai dal Panathinaikos alla Snaidero?
«Tutti mi fanno questa domanda – Mulaomerovic risponde in inglese anche se capisce bene l’italiano –. Perché sapevo della serietà del club, di cui mi avevano parlato. In 24 ore ho trovato l’accordo al telefono con il presidente. Anche se avevo altre offerte, pure da club di Eurolega. Ho pensato fosse una buona cosa scegliere Udine e le ho rigettate. Ragioni familiari, poi, mi hanno sconsigliato di allontanarmi da Zagabria, dove ho casa mia (sposato e in attesa di un figlio Damir comunque a giorni avrà la famiglia al seguito, ndr). Infine, ho già giocato in Italia e preferisco questo campionato a quello greco. Sono convinto di poter dare un grande apporto alla squadra. Misureremo le ambizioni strada facendo. L’Uleb è una bella coppa: non importante come l’Eurolega, ma più della Saporta».
Sarai il leader arancione.
«Il ruolo di play, ma so fare pure la guardia, è importante. So che avrò responsabilità, ne ho già parlato con il coach. Sotto la sua guida spero d’interpretare al meglio la parte. Non mi arrendo mai, sono sempre movitato a dare il meglio. Io mangiapalloni? È meglio tenere la palla al sicuro che perderla».
Chi conosci e che cosa pensi della squadra?
«Ho incontrato tante volte Mian e conosco buona parte degli altri, anche i giovani. Vujacic non si deve preoccupare. Tra me e lui sceglierà l’allenatore, comunque potrà imparare e fare esperienza: io ho lasciato Zagabria a 24 anni. La Snaidero mi sembra buona per il campionato italiano, prima però fateci lavorare assieme e amalgamarci bene».
In Italia hai già giocato alla Teamsystem Bologna: hai rivincite da prenderti?
«Era la prima volta che lasciavo il Cibona e per me è stato un anno di soddisfazioni. Con una squadra fatta da grandi giocatori, la Fortitudo ha raggiunto per la prima volta la Final four d’Eurolega. La squadra e io abbiamo avuto un ottimo supporto dai tifosi. È un’esperienza che mi è servita a crescere e a ottenere risultati sempre migliori, fino all’Eurolega di quest’anno».
Da gennaio a marzo scorsi, però, hai avuto uno stop agonistico nella carriera.
«Sì, per un infortunio alla schiena. È stata per me una bella soddisfazione che il Panathinaikos di Obradovic, il migliore coach che io abbia avuto, abbia voluto il mio recupero per vincere l’Eurolega».
Mai covato il sogno Nba?
«Quest’anno sono stato invitato al veteran camp dei Toronto Raptors, ma l’ingaggio non era garantito e ho preferito andare sul sicuro».
La storica finale mondiale vinta domenica dalla Jugoslavia sull’Argentina?
«È stato storico soprattutto il sesto posto degli Usa. Hanno sottovalutato il basket europeo e sudamericano, ritrovandosi poco prima dell’appuntameno iridato. Così le altre nazionali erano più squadre. Anche dal punto di vista fisico, ormai, si compete alla pari come dimostrano americani che, arrivati in Europa, non rendono. Comunque, alle Olimpiadi si presenteranno di sicuro più forti».
«Che con Mulaomerovic ci sia stata subito sintonia – ha chiosato il presidente Snaidero – è buon segno, rispetto a esperienze passate. È buon segno, al contrario di Sanchez che pretendeva un’escape, pure che abbia preferito l’Europa e Udine alla Nba. Per noi è un acquisto importante, con cui abbiamo un contratto annuale. A fine stagione, magari con la Snaidero salita di livello nelle coppe europee, ne riparleremo. Ora, però, dobbiamo avere pazienza e lasciare lavorare in pace la squadra che si è completata tardi. Magari farà bene subito, ma lasciamole mettere le basi per la stagione».
Valerio Morelli
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