Pesaro, il vecchio palas ancora piace.

PESARO — E pensare che là dentro, nel vecchio palas, Joe Pace disse, vedendolo, che non voleva giocarci perchè non c'era il parquet. Sono passati quasi trent'anni da quando quel giocatore, che fece scomodare anche una inviata del Washington Post per le sue vicende personali, lo contestava. Cambiano i tempi ed anche le opinioni: al termine dell'amichevole con Rimini, il vecchio hangar è piaciuto molto ai nuovi americani della Scavolini. Un po' scomodo, ma ancora suggestivo con quella partita che si snoda a pochi metri distanza. Una bomboniera. Nostalgia? Non tanto se si pensa che qualche settimana fa il presidente della Virtus è andato dal sindaco di Bologna per chiedere di poter tornare al vecchio contenitore di piazza Azzarita. Perchè anche il nuovo palas ha creato, a Bologna, città 6-7 volte più grande di Pesaro, diseconomie di scala: la stessa Virtus ha avuto difficoltà a riempire tutti i suoi 9.000 posti. Vien da ridere solo a pensare che Pesaro, 90 mila abitanti, ha un palasport da 11 mila posti.
Occhio e croce, mettendoci dentro gli eco-incentivi fatti dalla società (abbonamenti a 100 mila lire per i ragazzi), più o meno si arriverà intorno ai 4 mila e rotti spettatori. Circa 500 in meno di quelli che sono riusciti a infilarsi dentro a viale Marconi nell'ultima partita play-off contro Bologna.
Scomodo il vecchio palas. Anzi ruvido. Ma, visto che in giunta e dintorni qualcuno si sta ponendo il problema del vecchio hangar, forse sarebbe il caso di 'ripensarlo' in chiave di un ritorno proprio della prima squadra di pallacanestro. Basterebbe guadagnare 1000 posti. Riportare cioè questo sport nel suo ambito naturale. E del nuovo? Si potrebbe ascoltare il parere di qualche vecchio amministratore. Scherzi a parte, si potrebbe riconvertire, vendere, oppure dare una gran bella edificabilità ai terreni. Oppure tenerlo per i concerti. Chi paga? Beh, questo occorrerà chiederlo a qualche vecchio amministratore.
m.g.