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Snaidero, Mulaomerovic più guardia che play

Frates: allo stato attuale di condizione e inserimento può aiutarci più da esterno che in regia

«È stata un’amichevole molto utile. Ci siamo confrontati con i campioni d’Italia, una squadra molto importante sia dal punto di vista tecnico sia da quello atletico, in una gara ad alto ritmo. Abbiamo giocato quattro tempi da dieci minuti, azzerando il punteggio a ogni quarto per avere quattro mini - partite. È andata benino. Abbiamo provato un po’ di cose, ma dobbiamo lavorare ancora molto in difesa per trovare un’identità di squadra che faccia la differenza tra quelle della nostra fascia. È normale, comunque, quando si lavora da così poco tempo assieme e tanti giocatori nuovi devono entrare nei meccanismi».
Coach Fabrizio Frates fotografa così il primo test fuori le mura in una settimana on the road per la nuova Snaidero. L’amichevole di ieri a Treviso, in casa della Benetton campione tricolore, era attesa per il debutto in arancione del play croato Damir Mulaomerovic.
«Ha fatto vedere buone cose – dice Frates di lui –. Ha giocato sia play, con Mian in quintetto, sia guardia quando invece c’era Vujacic. Non c’era un ordine prestabilito, ma chi dei due prendeva l’apertura portava su la palla. In questo momento di condizione, che è in ritardo ma contiamo di metterlo in palla per il campionato, Damir ci può essere più utile da guardia che da play. Anche perché ha fatto solo due allenamenti con la squadra. Sapevamo di correre il rischio aspettando, ma il valore del giocatore non si discute».
Stesso discorso vale per il penultimo arrivato, l’ala Thompson. «Mulaomerovic non è l’unico indietro di forma – riconosce il coach –. Chandler ha sofferto tanto a Treviso l’atletismo e la brillantezza della Benetton, squadra giovane che gioca in campo aperto. Per lui è stato un test difficile, ma l’ho lasciato in campo più di tutti, 26 o 27 minuti, perché ne ha più bisogno e soltanto giocando può entrare in condizione presto».
«Al momento – prosegue Frates – Mian, Li Vecchi e Cantarello sono lo zoccolo duro della squadra. Stern, pur prendendo pochi rimbalzi, è in discreta crescita. Alexander non ha ancora ben capito l’impatto con il nostro campionato, alla cui intensità non è abituato perché in Israele aveva un paio di partite all’anno competitive. Alterna giocate di talento ad amnesie e cadute di tono preoccupanti. Idem Zacchetti per peccati di gioventù».
Oggi, a Comacchio con Ferrara si replica: «Allenamento, partita e dobbiamo migliorare perché il campionato s’avvicina. Migliorare non tanto in attacco quanto in difesa: è lì il segreto».
Valerio Morelli
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