BELGRADO – Un gigantesco pallone da basket campeggiava ieri sul municipio di Belgrado, dove sono stati accolti come trionfatori i giocatori della nazionale jugoslava di basket reduci dalla vittoria nel campionato mondiale di Indianapolis. Nella piazza, una folla di oltre 100.000 persone ha acclamato i suoi eroi che, visibilmente intimiditi dall'entusiasmo dei tifosi, hanno alzato la sudata coppa. Vlade Divac, l'esperto centro dei Sacramento Kings, aveva un'espressione frastornata quando è salito sul palco, accolto dal boato della gente che ripeteva il suo nome: si è stretto nelle spalle rabbrividendo e ha mostrato alle telecamere il braccio per far vedere che aveva la pelle d'oca. Più compassato, il suo compagno di squadra Dejan Bodiroga (eroe del successo sugli argentini) si è incaricato di sollevare il trofeo, mentre un imbarazzato Svetislav Pesic, l'allenatore del “nuovo dream team” jugoslavo, faceva del suo meglio per presentare i campioni. La festa è stata trasmessa in diretta dalla televisione di stato, interrotta ogni tanto dai filmati delle fasi più emozionanti del campionato: la parte del leone, ovviamente, era riservata al vittorioso incontro con gli Stati Uniti, “puniti” a parere della stampa serba da un eccesso di presunzione. Il presidente federale Vojislav Kostunica, in partenza per New York per una seduta plenaria dell'Onu, ha spostato di qualche ora il decollo per poter incontrare all'aeroporto i nuovi eroi nazionali: era presente anche l'erede al trono di Jugoslavia, Aleksandar Karagiorgievic. L'entusiasmo popolare per una vittoria vissuta come un riscatto nazionale ha comunque provocato qualche danno e qualche vittima: quattro persone sono morte di infarto durante e dopo la partita, e nella notte fra domenica e lunedì i soliti noti hanno devastato chioschi, vetrine e automobili nel centro della città. Il bilancio è di 77 fermi di cui 66 trasformati in arresti.