FABRIANO - Quella di oggi potrebbe essere una giornata decisiva per il futuro del Fabriano Basket. Alle 18.30, infatti, è in programma l'Assemblea dei Soci che dovrà rieleggere il nuovo Consiglio di Amministrazione della società. Fin qui nulla di strano, se non fosse che a pendere sul capo del sodalizio fabrianese c'è la pesante spada di Damocle di una situazione economica assai precaria e, di conseguenza, rimanendo così le cose, le prospettive per la stagione che va ad iniziare non sono proprio incoraggianti. Dunque, chi prenderà in mano la patata bollente? Rimarranno in sella il presidente Biondi, il vice D'Ovidio e gli altri quattro consiglieri? O arriverà, 'deus ex machina', il tanto sospirato salvatore della patria, da anni invocato, però mai arrivato? Di fronte a tante incertezze, ieri è giunta pure la protesta del club di tifosi 'Alta Tensione', che tramite un lungo e vibrante comunicato stampa ha puntato l'indice accusatore contro la società fin qui in carica. "Chiediamo a questa dirigenza di farsi da parte - recita il nocciolo del testo - perché è evidente che l'unica garanzia che è in grado di dare è di fare la fine di Verona l'anno scorso, cioè finirsi i pochi soldi a gennaio e scomparire a maggio". Il comunicato si sviluppa su toni altrettanto accesi. "Siamo esausti del comportamento di una società non solo dalle scarse competenze cestistiche, ma le cui figure hanno anche usato il basket come vetrina e veicolo. Una società che da tempo va avanti a suon di promesse. Una società che, specie in quest'ultimo periodo, di fatto non esiste costringendo coach Carmenati e i suoi assistenti ad occuparsi di ogni cosa. Una società fantasma, vista poco di buon occhio, che non è stata mai in grado di reperire uno sponsor o di sensibilizzare nuovi imprenditori ad entrare fattivamente. Non possiamo credere che un fenomeno che l'anno scorso ha portato al palasport tremila persone a partita, che un tale movimento di interesse e passione non faccia gola ad alcun imprenditore. L'unica spiegazione che riusciamo a darci è che l'attuale dirigenza sia sì disposta ad accogliere l'ingresso di nuovi soci, senza però perdere il proprio potere su questo giocattolino". A questi dirigenti, comunque, va dato atto di essere stati i soli ad aver mantenuto in vita il Fabriano a giugno. La protesta non ha toccato la squadra. "Abbiamo piena fiducia nel coach, nei giocatori e nell'intero staff - si legge ancora - cui diamo il nostro massimo appoggio". I tifosi hanno anche appeso degli striscioni intorno al PalaGuerrieri (da ieri gli allenamenti sono a porte chiuse, aperte solo il mercoledì) in cui vengono ribaditi gli stessi concetti in maniera più... colorita. "Così fate peggio - ha detto il vicepresidente D'Ovidio non appena visti gli striscioni - considerando questo comportamento, sono pronto a dimettermi". Il comunicato termina con la richiesta (e la speranza) che intervengano i maggiori imprenditori della città "per salvare la lunga tradizione del basket fabrianese, se non altro come giusto reinvestimento sociale sul territorio e come riconoscimento per il leale, corretto e professionale lavoro da sempre svolto dai cittadini fabrianesi nelle loro aziende". Anche se nomi precisi non compaiono, l'invocazione è logicamente rivolta ai Merloni, a Galassi o ad un clamoroso ritorno di Ninno. Ieri, intanto, è arrivato in città il nuovo pivot Le Ron Ellis (33 anni, 210 cm), chiamato a rinforzare il reparto lunghi della Carifac, rimasto sguarnito dopo l'infortunio al ginocchio di Kingombe.
Ferruccio Cocco
Ferruccio Cocco